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18:18, nuovo progetto discografico formato da Lawrence Kurt e Monovsn, si racconta su Parkett e ci fa ascoltare in anteprima “Toxic” traccia estratta dal nuovo EP “Horizon Ep” che uscirà il prossimo 29 novembre.

18:18 rappresenta una di quelle scommesse riuscite della techno Made in Italy trapiantata nella capitale tedesca, nonché l’incontrastata Mecca della techno, Berlino.

Lawrence Kurt e Monovsn sono infatti due nomi ormai celebri nel circuito berlinese techno, che hanno trovato una loro identità artistica contemporanea ben precisa, seppur con uno sguardo attento alla tradizione.

Dentro “Horizon Ep”, il primo lavoro discografico ufficiale firmato con l’alias 18:18 convivono pluristilismo e ricerca musicale. Radici che affondano nella techno anni ’90 di matrice detroitiana e sonorità più acid di tradizione berlinese. Un mix  vincente che ha trovato il pieno supporto da molti artisti di calibro internazionale.

Groove ipnotici si incontrano con suoni taglienti creando atmosfere nuove e ridefinendo regole e i confini di un genere canonicamente duro e scarno, quasi totalmente privo di qualsiasi elemento melodico.

Oggi presentano su Parkett, in anteprima,una delle tracce contenute nel nuovo EP, “Toxic”.

 

La traccia lavora su una progressione continua, che non ricade nel cliché della techno industrial ma si sposta su groove e synth che tra loro si mescolano, culminando nel vocal incisivo del titolo “Toxic”. Dentro il concept musicale di Gabriele e Lorenzo ruota una visione d’insieme.

Una volontà di mescolare differenti generi musicali per dare vita ad un’espressione personale, che porta un proprio punto di vista innovativo ma allo stesso tempo intriso del proprio vissuto musicale individuale.

Abbiamo voluto scambiare qualche parola in più con loro per parlare di questo nuovo alias, dei loro riferimenti e dei progetti futuri. Buona lettura!

Ciao Ragazzi. Benvenuti su Parkett. Il vostro progetto 18:18 è nato recentemente. Cosa vi ha spinto a lavorare insieme e come è nata questa collaborazione?

Ciao a tutti gli amici di Parkett e grazie per l’invito. Ci siamo conosciuti a Berlino nel 2015 e da subito abbiamo condiviso la stessa visione e passione musicale. Nel 2019 abbiamo rilasciato il nostro primo vinile su OECUS come Lawrence Kurt & Monovsn avendo ottimi riscontri dalla scena techno. Durante la pandemia abbiamo approfittato del tempo per lavorare su nuovi progetti con nuove sonorità. Dopo averli finalizzati, abbiamo riconosciuto un’identità musicale che ci ha portato all’idea di aprire un alias, 18:18.

Il vostro primo Ep “Horizon Ep” contiene sei tracce. Quali sono stati i principali elementi d’ispirazione ed il concept che sta dietro questo lavoro discografico?

Il concept è nato dalla sperimentazione in studio, provando nuovi strumenti e lavorando assieme, registrando live dalle macchine. Il risultato è stato un pack di tracce con diversi stili ma comunque racchiusi dalla profondità dei suoni, la ricerca dei groove, sperimentazioni di mix tra tecniche old school e moderne ma soprattutto unendo le nostre conoscenze, cercando di trovare un suono unico.

Siete due italiani a Berlino. In cosa, questa città continua ad essere una fonte d’ispirazione e come si lega il vostro lavoro alla tradizione della techno berlinese?

Berlino è una città creativa, in costante cambiamento e crescita sotto diversi aspetti. Viviamo qui da quasi dieci anni e durante questo tempo abbiamo condiviso esperienze lavorative organizzando eventi, vivendo la nightlife berlinese, suonando assieme e collaborando con molti artisti della scena underground. Chiaramente il nostro lavoro è molto influenzato da questa città che ci ha sempre dato una costante fonte di ispirazione per migliorarci e per raggiungere i nostri obiettivi. Il risultato è legato sia dalla tradizione della techno berlinese che dalla nostra crescita artistica individuale ed è possibile riconoscerlo nel suono che caratterizza 18:18.

Oggi presentate in anteprima su Parkett la traccia “Toxic”. Potete raccontarci com’è nato questo brano e quali sono gli elementi a livello tecnico che avete utilizzato?

Toxic è stata la prima traccia dell’EP. La nostra voglia era quella di sperimentare ed abbiamo iniziato con un broken beat. Il lead principale è il Nord Rack e quello è stato il primo elemento aggiunto dopo avere consolidato il groove. Abbiamo voluto implementare la traccia con un vocal per dare più carattere e dopo aver inserito questo sample che ripete “Toxic” e “I made mistakes” ci è venuta l’idea di creare un’atmosfera e un ambiente caratterizzato da elementi e sonorità dub, acide, sporche e quasi degradate per dare al sound un effetto tossico. Il risultato lo potete ascoltare anche voi.

Se doveste definire il vostro sound quali sono gli elementi imprescindibili, e prendendo singolarmente le vostre due personalità artistiche, quali sono le caratterizzazioni personali differenti che avete dato a questo progetto?

Il groove è uno dei due elementi fondamentali del nostro sound, legato al background musicale che ci unisce e che spazia tra differenti generi come per esempio “Dub, Breakbeat, Detroit Techno”. L’altro elemento è caratterizzato dalla ricerca e sperimentazione sonora attraverso sintetizzatori analogici e digitali, unita ad una chiave melanconica per richiamare le emozioni. Potremmo dire che ci piace scambiare i ruoli tra groove e ambienti. Amiamo lavorare assieme in studio e il nostro workflow è diviso in tre fasi:La prima sessione, la più importante, è quella di Live-jam e registrazione di nuove idee. La seconda è quella dell’arrangiamento ed editing dove si creano le dinamiche e tensioni. L’ultima e terza quella del mixing e della finalizzazione per dare profondità e carattere ai pezzi.

Dopo l’uscita dell’EP avete idea di proseguire questa collaborazione, oltre che a livello discografico, a livello di performance unendo al lavoro in studio dei dj set?

Stiamo già lavorando al secondo EP che prevediamo in uscita il prossimo anno. In passato abbiamo più volte suonato b2b arrivando anche a fare sets di 8-10 ore che ci hanno portato a creare una certa connessione e affinità dietro la console. Facendo riferimento al nostro studio-workflow menzionato precedentemente, esibirci in un live set sarebbe la vera natura per poter esprime al meglio il progetto 18:18. L’idea è in sviluppo.