Qualche mese orsono ci era capitato di accogliere, incerti ma incuriositi , la nuova avveniristica idea/progetto dell’ormai apprezzato e riconosciuto Tommy Four Seven. Il britannico, che qualche anno fa era stato lanciato in pasto ai ‘techno-pescecani‘ da parte di una spavalda, a ragione , CLR Label, ha saputo ritagliarsi uno spazio importante e assolutamente non scontato sui ‘dancefloor‘ di mezza Europa; esperienze che gli hanno permesso col tempo, non solo di essere richiesto dalle realtà di produzione più in vista del nostro tempo ma soprattutto di affinare la propria creatività musicale a tal punto da generare nei primi mesi dell’anno corrente la propria indipendente e personale concezione di fare techno.
Tutto ciò risponde al nome di ‘47‘ , etichetta di sua proprietà che non si limita al ruolo di ‘casa per artisti’ che vogliono proporre la propria attitudine alla musica elettronica bensì, unicamente, si propone di essere una linea guida, diretta e senza fronzoli, che unisca l’energia di artisti ancora non conosciuti ai più alla forza d’urto di party/showcase che trovano la propria base nel berlinese Arena Club.
Secondo capitolo di questo catalogo ‘47‘ sarà fruibile al pubblico dal prossimo 7 Settembre (12″, digital download) preceduto da uno dei suddetti eventi che portano il nome ( sarebbe meglio dire numero ) della label. Maggiori informazioni sul party del 28 Agosto vi sono già state date con la consueta lucidità e prontezza da Parkett qualche giorno fa.
Ma passiamo definitivamente al ‘47002‘, EP che come nel primo, sarà così anche nei prossimi numeri, si compone di quattro brani, uno curato dal protagonista Tommy Four Seven e gli altri tre affidati ad altrettanti ospiti dal talento indiscusso e dal futuro quanto mai florido.
‘X9‘ apre il disco ma non solo, non dobbiamo infatti pensare a questo lavoro come fine a se stesso ma strettamente dipendente da come sarà poi proposto in chiave live, Tommy infatti ci presenta un brano a dir poco thriller, che impaurisce ma incuriosisce al contempo e per la prima volta abbiamo la sensazione che la sua iper-autoreferenzialità venga messa a disposizione dei propri compagni di strada e di viaggio, iter che porta a qualcosa di scabroso, ad una vecchia casa nascosta da fitta vegetazione uscita da un film americano degli anni ’70. Già a metà traccia tutte le componenti (bassi, riverberi e cassa) spariscono lasciando spazio solo e soltanto al classico trillo acuto che invita ad andar via a gambe levate e allo stesso tempo attrae con melodia diabolica e ipnotica, subito dopo si riparte ma l’atmosfera è cambiata, appaiono pattern di matrice analogica che ben bilanciano il tutto.
Dunque sveliamo il primo ospite che con ‘Vortex‘ bensì non esca dal fitto e tetro sottobosco popolato da eventuali morti viventi ci regala comunque ritmo, parliamo di P.E.A.R.L. ; il basco trapiantato, neanche a dirlo, in Germania è deciso e coinvolgente e ha tutta l’aria di aver a cuore le sorti di chi popola la pista da ballo, risulta flessibile per i vari ri-arrangiamenti da live-set e anche la nota melodica non delude , anche se a tratti risulta un po’ comune. Con ‘Valid Point‘ il duo AnD inaugura il side B e la musica, è proprio il caso di dirlo, cambia, eccome se cambia, al ritmo, esordiente nella precedente traccia, si aggiunge un contro tempo che fa del brano un vero e proprio motore che dà anima e identità al concept, seppur discostandosi non di poco dalle sonorità del lato A e riabbracciando forse con meno margine di rischio suoni più anni ’90 e acid. I bassi, per nulla morbidi, appaiono in totale sincronia con treble e synth.
Dulces in fundo arriva il meno noto dei quattro.
J.Tijn con ‘Mr Mime‘ ci sconvolge, la sua techno ricca di drums, che sanno perfettamente quando e come eclissarsi parzialmente per far spazio a linee melodiche di un atmosfera sublime, pare confusionaria e rumorosa, ma non è così; incontriamo varie mutazioni stilistiche che però sono complementari e armoniose, sognanti e allo stesso tempo precipitose ma sempre pensate. Nei prossimi anni sentiremo grandi cose su J. e allo stesso tempo Tommy potrà essere soddisfatto di aver trasformato il suo ’47’ da morto che parla a morto che danza.
Claudio Capponi