Perc represents a clear style, an absolute icon, an artistic reference and a synonym of “Techno”. If Alistair Wells did not exist, it should be invented, so we’re glad to host him on Parkett.
Perc is the pseudonym of one of the most distinctive and respected figures in electronic music today. What does this alias mean to you?
It is hard to say as the Perc name has been with me for about half my life, so I can not separate myself from it. It was first created for a college project and it took about 6 years from the name being born until the first Perc vinyl release. In short it means the music I make, made without compromise and with pure intentions.
Your sound has been described as commingling modern techno with fascinations that were peculiar at the dawn of electronic music. How does your influences and your growth as a producer affect your sound?
The influence of the music I love changes all the time. Sometimes I am listening to a lot of industrial music and this affects what I produce, but then I might not listen to a Cabaret Voltaire or Throbbing Gristle record for a year and then music such as 90’s IDM or early drum & bass informs what I make. All my influences are there all the time with new ones joining them every week but the shadow each one casts over my music is constantly changing.
Your last LP (The Power And The Glory, Perc Trax) showed a soundscape that goes from endearing rhythmic experimentations to more insightful and haunting sounds. What is the concept behind? What is the mood you wanted to intimate with this work?
The Power And The Glory is really about the power that we all have within us. Anything is possible with enough thought, focus and hard work. The figure on the front cover of the album has been knocked off his feet from the power coming out from inside him. At school I would have been voted the least likely person to even work in the music business, let alone become some kind of performer, but as I said anything is possible. The mood of the album is sometimes solitary and inward looking and other times it pushes out energetically to celebrate all that is possible, by both individuals and humans as a species.
Perc Trax is a label that showed how the most acid and industrial sides of electronic music can give something unique to the dancefloor. Which is the guideline you follow for your releases and collaborations?
The simple rules for a Perc Trax release is that I have to like it and that it has to be something that will work in my DJ sets. I like to shine a light on producers I believe in and those that I think deserve more attention for their music. Album projects on Perc Trax sometimes contain more experimental tracks , but a 12″ release on Perc Trax is aimed at the dancefloor even if it contains something a little more abstract as the B2 track (for example).
How do you choose tracks for your dj sets and what are your priorities regarding live performances?
For DJ sets I generally try to avoid well known classics. You wil never hear me playing ‘The Bells’ or ‘The Man With The Red Face’. My sets are a mixture of everything new from myself and Perc Trax, mixed with the best new music from other labels plus a few older tracks from the 90’s and 00’s that are not so well known. A little bit of history that is not obvious or predictable is a good thing I think. If people then search for these older tracks and learn about forgotten artists and labels from the past then then I am a happy man.
UK is historically a landmark of avantgarde electronic music. According to you, is it still a place where someone can grow as an artist and make people “hear his/her voice” easily?
I understand the London scene better than the wider UK scene and I think it is a good place to be exposed to new music and to try and grow as an artist. Trying to get a DJ gig here is harder though. It is not that hard to get a gig in a bar but generally at those the sound system and maybe even the crowd are not right for techno. I would reccomend for an artist to come to London to develop but the high cost of living and the high rent can make life tough especially when compared with how much cheaper it is to live in somewhere like Berlin.
Any future project for 2015 and years to come?
There should be a new EP from me soon, plus I have recently finished remixes of tracks by Bleaching Agent and Ansome. My collaborations with Truss and Adam X are also active in the studio again and hopefully these projects will release new music by the end of the year.
June 26th you will be in Rome at a party organized by Expander & Container at the Andrea Doria. What do you think about the italian electronic music scene and in what can be distinguished from the others?
The events I play in Italy always have a very energetic feeling, the people at them are often young but they also have a good knowledge of the music and DJs that they are experiencing. In the past Italy has given electronic music many great artists and this continues to today. The Italian sound is often deeper than a lot of the music I play but it still has a place in my sets.
ITALIAN VERSION
Perc rappresenta uno stile puro, un’icona assoluta, un artista di riferimento e un sinonimo della parola ‘Techno’. Se Alistair Wells non esistesse, bisognerebbe inventarlo e proprio per questo siamo davvero lieti di ospitarlo su Parkett.
Perc è lo pseudonimo per una delle personalità più distinte e rispettate della musica elettronica odierna. Cosa rappresenta invece per te?
E’ un po’ complicato da spiegare in quanto il nome “Perc” mi ha accompagnato per almeno metà della mia vita, di conseguenza non riesco a distinguere me stesso da esso. E’ stato ideato per un progetto al College e sono passati 6 anni dalla nascita del nome fino alla prima release in vinile di Perc. Lo pseudonimo, insomma, rappresenta la musica che faccio, prodotta senza compromessi e con intenzioni pure.
La sua musica è stata definita come una commistione tra techno odierna e fascinazioni tipiche degli albori della musica elettronica. Come ha inciso il tuo percorso di crescita come produttore e le tue influenze sul tuo sound?
L’ascendente della musica che amo su di me cambia continuamente. A volte ascolto molta musica industrial e ciò influenza le mie produzioni. D’altro canto potrei anche non ascoltare un disco dei Cabaret Voltaire o dei Throbbing Gristle per un anno e lasciarmi influenzare dall’ IDM anni ’90 o dalla Drum & Bass di prima estrazione. Le mie influenze permangono sempre mentre se ne aggiungono di nuove settimana dopo settimana, sebbene il segno che ognuna lascia sulla mia musica muti costantemente.
Il tuo ultimo LP (The Power And The Glory su Perc Trax) ha dimostrato un range sonoro che va da sperimentazioni ritmiche molto accattivanti a suoni più penetranti ed ossessivi. Qual’è l’idea dietro la quale è stato concepito? Qual’è il mood che vuoi comunicare con quest’opera?
“The Power And The Glory” tratta in realtà del potere che noi tutti possediamo. Tutto è possibile con adeguata riflessione, concentrazione e duro lavoro. Il personaggio sulla copertina dell’album è stato buttato giù dal potere proveniente dal suo interno. A scuola sarei stato considerato la persona che meno probabilmente si sarebbe ritrovata a lavorare all’interno dell’industria musicale, al massimo sarei potuto diventare una sorta di performer ma, come anticipavo, tutto è possibile. Il mood dell’album è talvolta solitario ed introspettivo, talvolta tira fuori tanta energia per celebrare tutto ciò che è possibile sia per gli individui che per gli esseri umani in quanto specie.
La Perc Trax è un’etichetta che ha dimostrato come le frangie più acid e industrial della musica elettronica possano donare qualcosa di unico al dancefloor. Qual’è la linea guida che segui per la pubblicazione di release e collaborazioni?
La regola basilare per una release Perc Trax è che debba piacermi e che sia qualcosa che possa funzionare nei miei DJ set. Mi piace dare risalto a produttori in cui credo e che penso meritino maggiore attenzione per la loro musica. Gli LP su Perc Trax contengono più tracce sperimentali, ma le release su 12” mirano al dancefloor sebbene possano contenere suoni più astratti nella traccia B2, per esempio.
In base a cosa scegli i dischi per i dj set e quali sono le tue priorità nella gestione di un live set?
Per i Dj Set generalmente evito i classici conosciutissimi. Non mi sentirete mai suonare “The Bells” o “The Man With The Red Face”. I miei set mescolano tracce nuove prodotte da me o da altri su Perc Trax con la musica migliore rilasciata da altre etichette e alcune tracce anni ’90 o ’00 che non sono molto conosciute. Inserire un po’ di storia, che non sia ovvia o prevedibile, risulta essere una buona cosa, a mio parere. Se poi le persone si interessano a queste tracce più datate e ricercano artisti ormai dimenticati e label del passato sono ancora più felice.
Il Regno Unito è storicamente un punto di riferimento per la musica elettronica e per ciò che si considera all’avanguardia. Secondo il tuo punto di vista rimane ancora un posto in cui un artista può crescere e può far sentire la sua “voce” con facilità?
Comprendo di più la scena londinese rispetto alla vastità della scena UK e penso sia un buon posto per trovare novità musicali e per crescere artisticamente. Trovare party in cui suonare come DJ però è più difficile. Non è complicato aver modo di suonare in un bar ma in questi casi l’impianto audio e forse anche la gente non sono adatti all’ascolto di musica techno. Consiglierei ad un artista di venire a Londra per migliorarsi ma i costi degli affitti e per mantenersi rendono la vita difficile, soprattutto pensando a quanto si possa risparmiare vivendo in altre città come Berlino.
Quali sono i tuoi progetti per il 2015 e per gli anni a venire?
Pubblicherò presto un nuovo EP. Inoltre ho recentemente ultimato dei remix per tracce di Bleaching Agent ed Ansome. Sto collaborando di nuovo in studio con Truss ed Adam X e spero di rilasciare nuovo materiale con questi progetti entro la fine dell’anno
Il 26 Giugno sarai all’Andrea Doria di Roma per un party organizzato da Container& eXpander. Cosa ne pensi della scena musicale elettronica italiana e in cosa pensi si possa distinguere dalle altre?
Gli eventi italiani in cui mi capita di suonare hanno sempre un’atmosfera molto energetica: i partecipanti sono a volte giovani ma hanno una buona conoscenza della musica e dei DJ che stanno ascoltando. In passato l’Italia ha fornito al panorama musicale elettronico dei grandi artisti e continua a farlo tuttora. Il sound italiano è più deep rispetto alla maggior parte della musica che suono ma ciononostante fa ancora parte dei miei set.
Interview & Translation
Mirno Cocozza