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Sì, è proprio come sembra. Un artista ceco di nome Jan Poope ha avuto un’idea tanto geniale quanto assurda, che ha battezzato “AudioPill“. Prende spunto da un tipo di pillola che viene impiegata in ambito medico di nome Sirio, progettata per rilasciare delle particolari frequenze (non nel range dell’udibile) una volta ingerita dal paziente.

Poope ne ha fatto una versione tutta sua, sviluppando una variante che emette vibrazioni che si propagano dal nostro tratto gastro-intestinale in tutto il corpo. Il risultato è difficilmente mostrabile all’esterno perchè l’effetto lo può esperire solo chi ha ingerito il dispositivo, ma quello che viene descritto è “un rave party all’interno del tuo corpo“, dato che le vibrazioni generate dalla pillola sono ritmiche e assomigliano a una cassa dritta, anche piuttosto potente, e della quale si possono anche impostare preventivamente i BPM da 95 a 143.

Probabilmente, più che acustica si tratta di un’esperienza tattile. Non dimentichiamo che comunque il tatto entra in gioco normalmente durante l’esperienza diretta di musica dal vivo, elettronica e non; basti pensare alla cassa avvertita nel petto e nello stomaco. In questo caso, inoltre, c’è di mezzo anche il corpo umano stesso che fa da cassa di risonanza e permette la diffusione delle onde meccaniche, un po’ come quando percepiamo più piena e ricca la nostra stessa voce, per via del rimbombo nella scatola cranica. Il video che segue descrive bene l’effetto, e mostra anche come possono essere introdotte le alte frequenze.

Audiopill from Jan Poope on Vimeo.

Fuori dal corpo è il silenzio assoluto, dentro praticamente c’è una festa. L’effetto è molto lungo e non può essere interrotto: dura circa dieci ore e si esaurisce solo nel momento in cui la pillola esaurisce la batteria; in alternativa il tutto può cessare prima se ci si reca in bagno e la si “emette” dall’uscita sul retro.

Per tale “dispositivo artistico sperimentale“, Jan Poope ha istituito su Indiegogo una campagna di crowdfunding piuttosto ambiziosa, che però non ha raggiunto il suo goal di centocinquantamila (150’000) dollari. Il motivo risiede probabilmente in quel punto in cui precisa che è opportuno ispezionare nel dettaglio le proprie feci per ritrovare la pillola ed assicurarsi di averla espulsa. Forse è questo il passaggio che deve aver dissuaso il pubblico (chissà poi perchè), ma è un passaggio necessario dal momento che non siamo di fronte a una pratica del tutto sicura: la pillola può sì disgregarsi nel tratto gastro-intestinale, ma può anche andarsi ad infilare ad esempio nel cieco e lì rimanere con conseguenze spiacevoli. Non è approvata dai medici, che anzi avvertono di non ingerire per alcun motivo un oggetto del genere.

Paolo Castelluccio

(via FactMag)