Tra le rivelazioni più esplosive viste dal panorama della musica elettronica negli ultimi anni, sicuramente spicca la crew londinese di Fuse. Oltre al fondatore, Enzo Siragusa, nel roster di resident troviamo un giovane, promettentissimo inglese che del djing (esclusivamente del djing), ha fatto la sua vita; Rossko, dopo aver iniziato organizzando eventi nella sua Londra, è finito alle consolle di alcune tra le serate più importanti al mondo. Oltre alla residenza Fuse sulla terrazza dello Space di Ibiza, Rossko ha messo dischi dal DC-10 al Rex, dal Club der Visionaere a festival come l’ADE o il Sonar. A pochi giorni dall’annuncio del suo debutto estivo al Cocoon in the Park abbiamo avuto la possibilità di porgli alcune domande.
ITALIANO – ENGLISH
Come e quando è iniziata la tua passione per la musica elettronica?
Circa 17 anni fa ascoltavo molte stazioni radio pirata (illegali) londinesi. A quei tempi dovevi passare il tempo ad ascoltare per scoprire nuova musica. Ero troppo giovane per entrare nei club e Internet ancora non era esploso. Solitamente registravo tutti i miei show preferiti, portavo il mio Walkman al negozio di dischi e chiedevo al ragazzo del negozio di ascoltare, lui con una cuffia, io con l’altra. Arrivavo alle tracce per cui impazzivo e speravo lui riuscisse a riconoscerle. Avevo 14 anni, quindi mi serviva mezz’ora solo per trovare il coraggio di chiedergli questo aiuto. Ricordo anche che allungavo la mia antenna fuori dalla finestra della mia camera con vari attaccapanni intrecciati per cercare di trovare nuove stazioni radio. Ero sempre in cerca di nuova musica e di scoprire nuovi DJ.
Il tuo sound sembra essere un mix di house e techno. Come lo definiresti in breve?
Londra è in continua fibrillazione. Ho assistito a diversi trend come Jungle, DnB, House&Garage, Grime, Early Dubstep. Ho preso degli spunti da tutti questi generi e quei suoni trovano spazio nei miei set ora; è il mio DNA. È difficile descrivere il mio sound dato che cambia in continuazione, ma al momento lo definirei liscio, con carattere, positive, senza tempo, profondo e attuale, con il dancefloor sempre nella mia testa.
Sei ormai un pilastro di Fuse; perchè hai accettato di diventare un resident e cosa apprezzi di più della concezione di festa e di musica di questo team?
Eravamo tutti connessi già prima di Fuse in qualche modo. Pian piano Enzo ci ha uniti, è la sua ideologia, il suo modo di vedere le cose. Quando mi hanno chiesto di diventare resident non è stato difficile scegliere. Fuse si è sempre focalizzato sui resident e ne siamo orgogliosi. È una cosa positiva. Abbiamo creato il nostro suono e questo crea un’atmosfera speciale che non puoi trovare da altre parti. Lo vedi nel dancefloor ad ogni nostro party; la gente viene per ascoltare ed essere aggiornata.
Sei un dj famoso nel mondo ora, ma hai cominciato con I party illegali “Cerca Trova”. C’è un qualche lato di quei party clandestini e unici che ti manca?
Certo, mi manca quel party. Mi ha aiutato a crescere come artista e persona. Ho imparato tutto ciò che serve ad organizzare un buon party. Lo porto con me ad ogni evento in cui suono. Capisco l’energia e lo sforzo necessari a realizzarlo. Il nostro obiettivo era “Cerca e lo troverai”. Abbiamo trovato dei bellissimi spazi illegali e coinvolto una gran folla. Ne abbiamo fatti solo quattro in un anno. Oggi abbiamo perso quella libertà d’espressione a Londra; le autorità rendono tutto difficile. Noto che ora la scena londinese è diventata più “meccanica”, un po’ come Facebook. Le cose cambiano continuamente e lo accetto, ma sono contento di essere stato parte di qualcosa di speciale al tempo.
Ti occupi quasi esclusivamente di djing e hai la capacità fondamentale di capire ciò che la folla desidera. Quale criteri usi per scegliere il prossimo disco durante un set? Qual è il filo conduttore nel tuo stile?
Sento di essere un DJ “cinestetico”, cerco di connettere e di creare una certa atmosfera. Sono veramente organizzato con la mia musica, dalla mia borsa dei dischi alla mia chiavetta USB, alla mia collezione casalinga. Ho un mio sistema, quindi so dove trovare velocemente la musica mentre mi esibisco – di solito grazie a colori e simili. Quando suono so dove cercare e dopo una breve ricerca in una sezione mi viene in mente quale disco metterò dopo. Le connessioni le fa il mio cervello. Veramente semplice. Meno pensi, più “senti”, migliore sarà il DJ set secondo le mie esperienze.
Parlando di dischi, quali devono assolutamente essere nella tua borsa per ogni eventualità?
Ricordi dai primi tempi al DC-10
Ricordi di gioventù. Sempreverde.
Un ultimo disco perfetto. Amore nel dancefloor. Una persona speciale me l’ha fatto scoprire recentemente. Non lascerà mai la mia borsa.
Hai suonato in moltissimi club (Space, Sankeys, Goa Club, DC-10 e Rex, per dirne alcuni), così come in molti festival. Quali sono, secondo te, le differenza principali tra club e festival? Come cambia il tuo modo di suonare, se cambia?
Per me sono completamente differenti. Certe sonorità funzionano meglio all’esterno che all’interno e viceversa. Più volte suoni, più esperienza acquisisci, quindi capire dove suonano meglio i tutoi dischi è molto importante. Se mantieni l’integrità del tuo sound, ti adatti sempre all’ambiente. Credo che sia questa l’arte di essere un BUON DJ.
Parlando di festival, suonerai per la prima volta al Cocoon in the Park. Sei agitato? Cosa pensi di Sven Vaeth e della sua influenza sulla scena underground?
Sven è una leggenda. La generazione più giovane dovrebbe cercare la sua storia (tramite documentari su YouTube) e ciò che ha fatto nella sua carriera e per la musica elettronica. Ha una storia vera, proprio come Carl Cox. Un pioniere. Un vero DJ. Non ce ne sarà mai un altro come lui. Sono onorato di essere stato invitato a suonare per Cocoon sul main stage con lui quest’estate.
Sven non è l’unica figura chiave sulla scena attualmente. Un altro artista influente è Enzo Siragusa, che conosci molto bene. Qual è la tua relazione con lui? Quali lati della sua personalità musicale lo rendono diverso da altri grandi artisti, secondo te?
Enzo è una futura leggenda. E non lo dico tanto per dire. Ci ha insegnato moltissimo. Un grandissimo DJ, amico e una grande persona. Lavora duramente per se stesso e per Fuse. È interamente impegnato con la sua carriera ma ha sempre tempo e consigli per noi. Ha costruito Fuse da zero. Non sono in molti ad essere così altruisti. Sono orgoglioso di essere parte di Fuse a di suonare nella terrazza e nella main room dell’Amnesia quest’estate.
Intervista e Traduzione Alberto Zannato
ENGLISH
When and how did your passion for electronic music start?
I listened to a lot of pirate (illegal) radio stations in and around London about 17 years ago. Back then you had to listen all the time to discover new music. I was too young to get in the clubs and this was just before the Internet exploded.
I used to record all my favourtie shows, take my Walkman to the record shop and ask the guys to listen, he would have one earphone and I would have the other one – I would fast forward to all the tracks I was crazy for and hope he would be able to pick them out for me. I was about 14yrs old at the time so it would take me about half hour just to pluck up the courage to ask them!
I even remember extending my aerial outside my bedroom window with a lot of coat hangers twisted together just to get a further reach hoping to find new radio stations. I was always in search of new music and discovering new DJ’s so I could show friends at school. It was a way of life for me back then.
Your sound seems to be a mix of house and techno vibes. How would you define it in few words?
London is fast, I’ve been through many scenes like Jungle, DnB, House&Garage, Grime, Early Dubstep – I’ve taken a pinch from all of these and that sound finds its way into my sets today – its my DNA. So it’s hard to describe my sound as I always evolve but if you must at the moment it’s slick, has attitude, it’s positive, timeless, deep and current with always the dance floor in mind.
You’re now a pillar of Fuse roster; why did you accept to become a Fuse resident and what do you like most about this team’s view of partying and of music?
We were all connected before Fuse in some way. Slowly we all gravitated and Enzo collectively brought us together – it’s his vision and ideology. When asked to be resident it wasn’t a hard decision to make. It’s always been about the resident’s – we are proud of this. It’s healthy.
We created our own sound and that creates a special vibe you can’t find anywhere else, you see that on the dance floor with every party we do; people come to listen and be updated.
You are a worldwide famous dj now, but you started with the illegal “Cerca Trova” parties. Is there any feature of those clandestine, unique parties that you miss?
Sure, I miss that party. It helped me grow as an artist and a person. I learnt all the things it takes to put on a good party. I take that with me to every gig play now when I meet the promoter. I understand the energy and effort it takes to make it happen.
Our concept was Seek And You Will Find – that is the meaning of Cerca Trova. We found amazing illegal spaces and captured a great crowd. We only did 4 a year. Today we have lost that freedom and expression in London, the authorities make it difficult. You need a lot of investment to set up these types of parties. I see the scene in London has become more mechanical now a bit like facebook – things always change I accept that, I embrace it but I’m happy I was apart of something special back then.
You operate almost solely as a dj and you have the great and essential ability to understand what the crowd wants. But which criteria do you use to choose the next record during a set? What’s the common thread in your style?
I’m a kinesthetic DJ – I feel – I try to connect and create a vibe. I’m super organised with my music; from my record bag, to my USB stick to my collection at home. I have my own system so I know where to find my music quickly whilst DJing – usually its in moods and colour. When I’m playing I know where to look and after a dig in that section – it just pops out at me and in my mind I say this the record you will play next. My brain makes the connection. Simple really. The less you think and the more you feel the better my DJ sets are in my experience.
Talking about records, which ones absolutely have to be in your bag for any eventuality?
Memories from the early days of DC-10.
Memories from my youth. Still timeless today.
A beautiful last track. Love on the dance floor.
A special person recently showed me this. This will never leave my bag now.
You played in plenty of clubs (Space, Sankeys, Goa Club, DC-10 and Rex to name a few), but also in a lot of festivals. What, from your point of view, are the main differences between clubs and festivals? How does your way of playing change, if it does?
For me they are totally different. Certain frequencies work better outdoors than in-doors and vice-versa. The more gigs you play the more experience you get so understanding where your records sound best is powerful knowledge to have.
If you keep the integrity of your sound – you always adapt to your environment. I think this the art of being a GOOD DJ.
Speaking of festivals, you’re going to play at Cocoon in the Park for the first time. Are you excited about that? What do you think about Sven Vaeth and his influence on the underground scene?
Sven is a legend. The younger generation should take the time and research his history (documentaries on youtube) and the things he has done in his career and for electronic music. Just like Carl Cox he has true history. A pioneer. A proper DJ. There will never be another one like him. I’m honored to be invited and play for Cocoon on the main stage with him this summer.
Sven Vath isn’t the only key figure in the current scene. Another influent artist is Enzo Siragusa, which you know very well. What’s your relationship with him? Which sides of his musical personality makes him different than other huge artists, in your opinion?
Enzo is a future legend. And I don’t say that lightly. He has taught us all so much. An amazing DJ, friend and person. He works so hard for himself as well as for Fuse. He is fully committed to his own career but always has the time and advice for us. He built Fuse from the bottom-up. Not many people are that un-selfish. I’m proud to be apart of Fuse and to be playing on the terrace and main room in Amnesia this summer.
Interview and Translation Alberto Zannato