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Il fondatore del Tresor Dimitri Hegemann ha intenzione di portare a segno un ulteriore omaggio alla techno con il Living Archive of Elektronika.

Il  Living Archive of Elektronika aprirà al Kraftwerk, ex centrale elettrica di Berlino, che dal 2007 ha riaperto come straordinario luogo quintessenzialmente industriale che ospita, oltre a feste techno come ad es. il Berlin Atonal (scoprite i primi nomi annunciati nell’edizione 2016), anche concerti di musica acustica, classica, eventi di moda, culturali e di divulgazione scientifica.

Questo Living Archive of Elektronika è una particolare creatura, un’insolita ed affascinante chimera tra museo, installazione e attrazione turistica con lo scopo di far vivere l’esperienza di un club techno a chi non c’è mai stato o che semplicemente vuole calarsi in quella magica e oscura atmosfera che si crea in tale unico contesto.

Si potrebbe chiamarlo come una sorta di “museo sensoriale”, dal momento che Hegemann si è immaginato il visitatore che “entra in questo ambiente che diviene improvvisamente buio, viene attivata la macchina del fumo, inizia a stagliarsi la sagoma del DJ in lontananza, una bancone da bar sale da sotto il pavimento, le basse frequenze iniziano a risuonare ovunque e la festa comincia“.

Per questo Hegemann stesso ci tiene a non definirlo museo, dal momento che un “museo” fa rivivere qualche epoca o quale avvenimento del passato, che è finito ed è tornato a noi come reliquia o resti. Invece no, si parla di un’entità ancora viva e tangibile, che prende forma quotidianamente, si disfa, si riarticola e si rinnova, evolvendosi e vivendo insieme a noi, dentro di noi.

Lo scopo di fondo è infatti proprio quello di “veicolare il sentimento che si avrebbe a trovarsi in un sotterraneo oscuro ad ascoltare techno negli anni immediatamente dopo la caduta del muro“.

Il muro di Berlino è caduto nell’89, un anno che in un certo senso è “ieri”, ma è anche un punto che sta iniziando ad apparirci sempre più lontano nella storia della techno, genere che per definizione ha una vena in un certo senso “futurista” e quindi sfugge a ogni esitazione e ristagno nel passato in maniera indomabile.

Da qui possiamo vedere le sue parabole, contorsioni ed evoluzioni e rapportarci a quel “ieri” alla luce di ciò che questo stile musicale e di vita è diventato oggi, nel 2016. E il Living Archive of Elektronika, sebbene sia pensato per il turista, si proporrà di accorciare questa distanza, o per lo meno far conoscere questa parte della storia a chi si vuole affacciare.

Paolo Castelluccio