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Dopo quattro anni di intensa progettazione ingegneristica, un’ambiziosa e curiosissima iniziativa ha visto finalmente la luce, ecco tutti i dettagli di questo bizzarro caso architettato da Jack White.

Era il 2012 quando nella mente di Jack White, frontman e chitarrista del duo statunitense The White Stripes, nacque un’idea fuori da qualunque precedente, un’ambizione estrema al limite del fantascientifico e delle potenzialità tecnologiche di quest’epoca.

Per celebrare il settimo anniversario della sua casa discografica, la Third Man Records, Jack White si era convinto che non sarebbero bastati un paio di amici, una torta, qualche bottiglia di spumante e una manciata di coriandoli: serviva qualcosa di grandequalcosa che suscitasse per davvero uno spropositato “effetto WOW”.

Il sogno di Jack White era quello di rendere concretamente possibile far suonare un disco in vinile in condizione estreme, non a chissà quanti gradi sopra o sotto lo 0° o in quali sperdute ed isolate terre del globo; l’aspirazione (ora realtà) era molto più grande: lanciare un sofisticatissimo lettore nello spazio e permettere al disco di essere riprodotto da lì.

Ma Jack White era ed è tutt’ora semplicemente un musicista e probabilmente con l’ingegneria e la fisica non ha una dimestichezza tale da consentirgli di concettualizzare un’apparecchiatura simile; ma la vita avvolte è molto strana, si sà…

Che sia destino o che sia semplice caso, Jack da moltissimi anni ha consolidato una profondissima amicizia con il Dott. Kevin Carrico, uno che al contrario, a quanto pare, di scienza ne sa eccome.

Di come questa storia decida di proseguire, ormai, è piuttosto intuitivo.

Jack White commissiona al Prof. Carrico lo stesso anno, la costruzione di un fonografo da impiegare in questa missione, capace non solo di resistere alle condizione dello spazio, ma di essere chiaramente anche perfettamente funzionante.
Un anno dopo, nel 2013, inizia a prendere forma ICARUS CRAFT (il cui nome è chiaramente ispirato dalla mitologia antica), un rivoluzionario sistema, unico nel suo genere, completamente auto-sufficiente, capace di sollevare il sistema di supporto del disco e di permetterne la riproduzione.

Ora la domanda fondamentale è: Quale disco merita l’onore di una così irripetibile e “storica” riproduzione?
In realtà la scelta è stata abbastanza immediata; si è voluto rendere omaggio infatti a uno degli scienziati più importati e noti del secolo scorso, ricordato specialmente per il suo attivo impegno nella divulgazioni di nozioni scientifiche all’interno delle comunità anche, e soprattutto, non accademica: l’astronomo Carl Edward Sagan.

Sul 12″ completamente ricoperto d’oro da destinare in orbita (l’oro non solo è uno dei materiali più preziosi in natura, ma anche tra i più resistenti) è stato pressato, buffo a dirsi ma vero, un contenuto virale di YouTube: “A Glorious Dawn”, un bellissimo tributo fanmade che ha per oggetto “The Cosmos Series”, trasmissione a sfondo scientifico molto popolare negli USA condotta da Sagan stesso e Stephen Hawking.

L’autore, prendendo vari stralci di dialoghi tratti dalle varie puntate, li ha uniti di modo che il risultato finale avesse, oltre che un nesso logico, anche un piacevole senso melodico.

Con l’ausilio di un pallone aereostatico specificatamente congegnato per le grandissime altezze, il disco in riproduzione è arrivato fino a 94,413 piedi (18 miglia, o se preferite 29 km).

Una volta che quest’ultimo non ha retto più la pressione, dopo quasi due ore a spasso per il cosmo, l’ICARUS è “gentilmente” ricaduto a terra accompagnato dall’apertura del paracadute.

Quì di seguito, un mini-documentario che riassume tutta la vicenda, nonchè le immagine del disco in riproduzione chilometri e chilometri sopra la superficie terrestre, buona visione!


Per completezza, e per semplicissima curiosità, vi riportiamo un’informazione altrettanto interessante.

Quello dell’ICARUS è si, il primo 12″ ad esser stato riprodotto in orbita, ma non il primo ad esser stato lanciato in orbita; questo primato infatti è solo del Voyager Golden Record.

Il Voyager Golden Record è un disco per grammofono inserito nelle due sonde spaziali del Programma Voyager, lanciato nel 1977, contenente suoni e immagini selezionate al fine di portare le diverse varietà di vita e cultura della Terra. È concepito per qualunque forma di vita extraterrestre o per la specie umana del futuro che lo possa trovare. La sonda Voyager impiegherà 40.000 anni per arrivare nelle vicinanze di un’altra stella.

Le probabilità che venga trovato da qualcuno sono estremamente remote in rapporto alla vastità dello spazio interstellare. Un suo possibile ritrovamento ad opera di una forma di vita aliena potrà avvenire soltanto in un futuro molto lontano. Il suo lancio è infatti visto più che altro come qualcosa di simbolico che non un tentativo reale di comunicare con forme di vita extraterrestri.

Il contenuto del disco venne selezionato per la NASA da una commissione guidata proprio da Carl Sagan. Il dottor Sagan e la commissione misero insieme una varietà di 115 immagini e un gran numero di suoni naturali, come quelli prodotti dalle onde, dal vento, dai tuoni e suoni prodotti da animali, come il canto degli uccelli e quello delle balene.

Con questi venne inserita una selezione musicale proveniente da diverse culture e diverse epoche, oltre ai saluti di abitanti della Terra in 55 lingue diverse e la riproduzione del messaggio dell’allora presidente degli U.S.A. Jimmy Carter e del Segretario generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim.

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