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Irvine Welsh, l’uomo che ha steso su carta Trainspotting, ha rivelato il suo senso di tristezza nei riguardi della chiusura del Fabric, lo storico club londinese.

Venticinque anni dopo aver scritto lo storico romanzo Transpotting [ambientato nella piccola e circoscritta Edimburgo degli anni ’90 ma che divenne un successo planetario una volta traslato sul grande schermo dal regista Danny Boyle (e di cui vi mostriamo un frame del film con il protagonista Mark Renton)] Irvine Welsh è stato intervistato su Dazed Magazine.

Ha discusso anche della situazione in cui si ritrova attualmente la Nightlife della Gran Bretagna, con particolare attenzione al Fabric di Londra dopo che il locale ha perso la licenza a Settembre ed è stato chiuso in maniera definitiva (leggi tutti i dettagli QUI)
Irvine Welsh, che attualmente vive a Chicago, sostiene che la decisione di chiudere il Fabric non sia basata sulle morti legate alla droga che ne hanno ufficialmente provocato la revoca, ma che sia un attacco alla società.

“Non è una guerra contro la droga ma contro le persone. La guerra contro la droga è una guerra contro di te. Una guerra contro stili di vita differenti. E’ una guerra civile, lo stato contro i cittadini”

Irvine Welsh era uno dei membri fondatori del Fabric quando aprì per la prima volta nel 1999 e la chiusura l’ha colpito fortemente, tanto quanto era “iconico” il locale durante gli anni in cui ha vissuto nella capitale inglese.

“Ho trascorso davvero belle nottate lì. L’intera area di Clerkenwell era una vera fucina di idee ed alternative, diversamente dal West End che era molto più anodino, rilassato. Era un miscuglio di artisti e brutti ceffi, mondani e scrocconi. Ora la zona è diventata un fac-simile monodimensionale di sé stessa, ma è così che funzionano le città, si sviluppano nel lungo termine”

Ryan Elia