La label romana di techno-industrial torna con il suo terzo rilascio, che stavolta porta la firma dei BR1002 a ulteriore conferma ulteriore di quanto sia fertile e ispirata attualmente la scena italiana su questo versante particolarmente “hard”.
Dati purtroppo svariati giorni consecutivi di emicrania che ha colpito chi scrive, non è stata impresa facile recensire “Auger” dei BR1002, detti anche ‘i due Bruno’, dato che dietro a questo progetto piuttosto estremo ci sono due italiani di nome Bruno di Berardino e Bruno Ruggieri. Ma ce lo siamo deliberatamente somministrati come catartica medicina, ed è stato come combattere il fuoco con il fuoco, far passare a tutta velocità un treno tra le cortecce cerebrali, un treno merci che porta carbone (D. Carbone, per la precisione) e acciaio.
E’ il terzo sigillo per Scuderia, l’etichetta di Roma che seleziona i cavalli più agguerriti nella scena techno-industrial. SR03 porta il titolo di “Auger”, quattro tracce in formato vinile e digitale in uscita a metà novembre, ordinabili sul profilo ufficiale BandCamp di Scuderia.
“Auger” è descritto da titoli che non mostrano alcuna ombra di ambiguità: “Anvil”, incudine; “Hate”, odio; “Auger”, punta di trapano, trivella; e infine un remix della title-track a opera di D. Carbone. Per dare un’impressione al volo, basti considerare che il brano meno impegnativo di questa release è proprio quest’ultimo, e D.Carbone di certo non è noto per essere, musicalmente parlando, un rammollito.
Si badi bene, usando in questo contesto il termine “meno impegnativo” intendiamo dire che siamo di fronte a una distorsione generale meno portata all’estremo, una sonorità forse più familiare e vicina alla techno più tradizionale, seppur molto relativamente. Un suono quindi che può presentare per lo meno a tratti qualcosa di ascrivibile ad una nota musicale, come appunto il pad che sale e poi comincia ad articolarsi con alti e bassi in una tensione sempre crescente nel remix di “Auger”.
Molto appagante sempre in quest’ultima traccia è l’uso dell’arpeggio, di provenienza 303 e convertito anch’esso al satanismo per l’occasione, per renderlo ancora più tagliente e fargli valicare le barriere della consueta timbrica “acid”. Quindi diciamo che siamo di fronte a una traccia con una vena più old school, ma pur sempre tutt’uno con il mood di questo EP.
Il resto è rumori di fabbrica al limite del futurismo. Quindi si può facilmente immaginare di che portata siano le altre tre tracce. Non c’è nemmeno il ricordo della musica intesa come la si può intendere solitamente, anche all’interno dell’ambito techno. Questo dei BR1002 è un EP piuttosto estremo, come di consueto per il suono Scuderia, e se fosse stato un LP sarebbe stata una bella sfida arrivare alla fine.
L’ultimo lavoro dei BR1002 è aperto da “Anvil“, un’arrembante cavalcata a base di suoni 909 distortissimi, talmente distorti da arrivare ad essere quasi irriconoscibili, con le percussioni impastate e immerse in un magma dove si perde la distinzione tra l’elemento ritmico e il resto della tessitura, dato che come si è detto non ci si può permettere di parlare di melodia. Contrariamente a quanto si possa pensare, sporcare il suono in questo modo non è cosa nè banale nè facile da ottenere.
La distorsione non è un qualcosa che funziona sempre e comunque, come se più ne mettessimo e meglio è. Distorcere è una delle arti meno ovvie nella produzione musicale, perchè si tratta di saper valorizzare qualcosa con un elemento “sporcante”. Senza addentrarci nel ginepraio delle tecnica (ci sarebbero da scrivere decine di pagine sul tema), chi è avvezzo all’ascolto di industrial potrà cogliere quanto i BR1002 in questo EP si siano spinti in là il più possibile senza però mai sfociare nel “casino” gratuito.
“Hate” è molto rappresentativa di quest’ultimo concetto, dove il titolo parla chiaro ed il suono pur essendo fedele alla traccia precedente, presenta nonostante tutto una sorta di “aria”. Nel senso che il brano è anche in questo caso prossimo alla temperatura di fusione del platino, ma stavolta la parte ritmica si distingue nitida rispetto allo sfondo, ed è capace di muoversi più agilmente, seppur monolitica e violenta, in un sottile e pervasivo suono di strings alquanto sinistre, le quali a loro volta “respirano” in un sidechain che valorizza la martellata. Bellissimo il rintocco cavernoso e sgraziato che i BR1002 inseriscono ogni quattro battute, industriale per eccellenza, quasi archetipico del suono che la mente si può immaginare quando si pensa a questo genere.
“Auger” è scandita da un grido, distorto anche questo, che si fa tutt’uno con i feedback e la saturazione che come sempre predomina. Non è una componente umana incastonata, nei tralicci e nella ferraglia, come ultimo baluardo di vita nel caos. E’ una componente disumanizzata, morente per cinque minuti e resa noise anche lei, amalgamata totalmente e che diviene impossibile differenziare nel rumore del lavoro incessante.
La grafica dell’ultimo lavoro dei BR1002 è tipicamente Scuderia, sulla falsa riga di quanto visto per i Tolebham nella release precedente, e ritrae una piattaforma petrolifera in piena attività, con il fumo nero che si alza verso il cielo e temperature altissime all’interno.
Paolo Castelluccio