fbpx

John Collins e Eddie Fowlkes, due dei volti più maturi e rappresentativi di Underground Resistance hanno qualcosa da dire al popolo americano.

Dall’inizio della campagna elettorale, moltissime superstar, sia attori che cantanti, e in questo caso Underground Resistance, non si sono assolutamente tirate indietro dal fornire in telecamera un quadro della posizione che dovranno assumere in quanto cittadini responsabili e civili di una società democratica

La quasi totalità di costoro, non ha fatto assolutamente mistero, chi più apertamente e chi meno, dell’assoluto senso di rifiuto che insorge in loro nei confronti di ogni argomentazione portata avanti dal candidato repubblicano Donald Trump.

Tanti, ma veramente tanti personaggi di spettacolo, dimostrano una totale lontananza da quella campagna condotta sotto l’inno di “Make America Great Again!”. I casi più rappresentativi, i veri portabandiera di questa forma di crociata, sono senza ombra di dubbio: Moby, e la sua pagina Facebook ne è un’evidente testimonianza, Bono, (potrebbe mai il frontman degli U2, dato il suo smisurato impegno umanitario, condividere delle pseudo posizioni omo-xeno-fobe?!).

Anche Robert De Niro, ricorderete sicuramente quella breve video-intervista in cui l’attore, piuttosto che assumere una posizione completamente neutrale limitandosi ad illustrare le ragioni per cui “sia giusto votare” (le effettive motivazioni di quella registrazione), fregandosene altamente del politically-correct, esordisce con la frase “Trump è un porco!”.

Continuiamo col citare i The White Stripes, il duo infatti quando si accorse che Trump aveva eretto il celebre brano “Seven Nation Army” ad inno di battaglia repubblicano, via social dette notizia che; né ne avevano autorizzato l’utilizzo, né accettavano il fatto che un loro prodotto rappresentasse un movimento di cui non si sono mai minimamente sentiti partecipi.

Si potrebbe continuare con i R.E.M., Bruce Springsteen, Roger Waters, Katy Perry, Ricky Martin, Billie Joe Armstrong, insomma, la lista è veramente lunga.

Potevano allora gli uomini di Underground Resistance, ribelli per natura, rimane in un silenzio astensionista? Assolutamente no.

Qualche giorno fa, le telecamere di Channel 4 News, uno dei maggiori canali di informazione statunitensi, girava delle riprese nella città del Michigan proprio in virtù di dare forma al generale orientamento politico aleggiante a pochi giorni dalla data X nella metropoli dei motori.

Intervento speciale è stato proprio quello degli uomini Underground Resistance, quanto mai distanti dal fornire un semplice giudizio neutrale sul come la decisione del popolo americano possa inficiare la cultura della loro città.

Mentre Collins da contegno alla sua argomentazione illustrando le possibile ricadute socio-economiche, Fowlkes, alla maniera De Niro, non ci mette due secondi a sputare veleno:

Hate is a strong word – I despise Donald Trump – I mean I totally despise him. But what I do know, it has nothing to do with my music.

Ecco l’intervista integrale