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We’re proud to welcome on Parkett Bülent Gürler, aka Butch, we would like you to introduce yourself to our readers with 3 adjectives, choosing them as you please.

Handsome, hunky and butchy, of course.

Butch in italian means “truck driver”, is that the meaning of your stage name? And why did you actually choose that? Is it a sort of metaphor of your job and your music?

Haha, wow, I never knew that, how cool is that! From now on I have to tell people I call myself Butch, because it means truck driver and because I want to take as many lovely people as possible on a trip with me. It totally fits, haha, great!

Honestly, I just liked the sound of the name. Now I know that there is more to it, this is insane!

Personally I’m a fan of your productions: deep, innovative tracks reminding me of the time when clubs and parties weren’t only about dark techno, but more about joyful feelings (No worries, lsd 25, Amelie to mention some). Among your productions, which is the most successful and which do you actually think it’s your masterpiece?

Thanks for your kind words, man! I appreciate that. It depends on how you measure success, I guess if you just take the popularity of a song it would be No Worries and The Infamous . I personally never choose or name on specific song, they are all my babies, I won’t single one out. You can’t ask a parent if they have a favorite child, they probably have, but they will never say so openly!

Your music shows a musical background that ranges from funky to house and all the genres. Which were your idols during your childhood and your “training period”? What would you listen to?

When I was a kid and teenager I was into American Rap, Wu-Tang, Onyx, Dr. Dre and so on. Later I fell in love with music from guys like Aphex Twin, Emmanuel Topp, Daft Punk and so. But my first training period was when I really worked a lot to become a real Turntablist, like the DJs in the movie Beat Street. When I was 17 or 18 I then fell in love with the club scene and switched from Turntablizm to that club-style of DJing.

After many years and a honorable career you certainly noticed some changes in the electronic music scene, like fashions and transition phases. Where do you think we are now, musically and artistically speaking? Do you like the modern scene? Pick a past decade when you would like to be djing.

I wish I could DJ a Soul Train episode of the 70s, that would be fucking awesome! There are so many parallel trends happening right now, I can find 1000 things I dislike about music nowadays and 1000 things that I love right now.

Which is the most beautiful artistic experience you ever had?

The one I can never put into words.

Siamo orgogliosi si dare il benvenuto su Parkett a Bülent Gürler, meglio conosciuto al pubblico come Butch. Come prima cosa vorremmo che tu ti presentassi al nostro pubblico come meglio credi con 3 aggettivi.

Bello, virile e figo, ovviamente. 

Butch in italiano vuol dire “camionista”, è questo il significato del tuo nome d’arte? E perché hai scelto proprio questo moniker, è una sorta di metafora del tuo lavoro e della tua musica?

Haha, wow, non lo sapevo assolutamente, troppo figo! D’ora in poi devo dire a tutti che mi faccio chiamare Butch perchè significa “camionista” e perchè voglio portare un sacco di persone a fare un giro con me. E’ perfetto per me, haha, grande!

Onestamente, mi piaceva il suono del nome. Ora che so che dietro c’è questo significato è ancora più assurdo!

Personalmente sono un fan delle tue produzioni, profonde, innovative, mi ricordano quando i club e le feste non erano tutte a base di techno scura, c’era un’aria più festosa, ( No warries, lsd 25, Amelie per citarne alcune). Ma delle tue produzioni ci dici quale quella che ha riscosso il più gran successo tra il pubblico e quella che invece credi sia la tua perla?

Grazie per le tue parole gentili amico! Lo apprezzo molto. Dipende da come misuri il successo. Immagino che se consideri solo la popolarità di un pezzo si tratterà di “No Worries” o “The Infamous”. Personalmente non scelgo o parlo di una soltanto delle mie tracce, ognuna di loro è la mia bambina, non posso isolarne una. Non puoi chiedere ad un genitore se hanno un figlio preferito, lo avranno di certo, ma non lo diranno mai apertamente! 

E’ studiando la tua musica che si evince un background musicale che spazia dal funky all’house a tutti i generi. Quali sono stati i tuoi idoli nel periodo della formazione? Cosa ascoltavi?

Quando ero un ragazzo ed un teenager ero in fissa con il Rap americano, Wu-Tang, Onyx, Dr. Dre e così via. Dopo mi innamorai della musica di gente come Aphex Twin, Emmanuel Topp, Daft Punk… Ma il mio primo periodo crescita iniziato quando ho iniziato ad allenarmi parecchio per diventare un turntablist, come i dj nel film “Beat Street”. Mi sono innamorato della club scene quando ero diciassettenne/diciottenne e dal Turntablism iniziai a dedicarmi totalmente al Djing da club. 

In tanti anni di onorata carriera hai notato sicuramente dei cambiamenti nella scena elettronica, delle mode e delle fasi di passaggio. Ora in che fase siamo? Ti piace la scena odierna e in che mitici anni avresti voluto fare il dj?

Mi piacerebbe un sacco mettere dischi in un episodio di “Soul Train” degli anni ’70, sarebbe fantastico! Ci sono tantissimi filoni diversi che si stanno esprimendo tutt’ora, posso trovare 1000 cose che non mi piacciono della musica di oggi ed altre 1000 che amo. 

La tua esperienza artistica più bella?

Quella che non si può descrivere a parole. 

Cosa hai in serbo per il futuro?

L’album con Hohberg in dirittura d’arrivo e siamo davvero eccitati per la release ufficiale quest’anno. Inoltre sono in tour ed ho altri interessanti assi nella manica, rimanete connessi!