Parlando di ritorno in auge dei vecchi formati ci riferiamo spesso, se non sempre, al vinile, ma oggi vi raccontiamo una breve storiella molto affascinante.
Se è attendibile il vecchio adagio che recita:” Non c’è nessuna scuola se non lo vecchia scuola”, beh, oggi loro sarebbero non il preside, ma almeno un alto segretario.
Stiamo parlando di una delle ultimissime fabbriche al mondo di musicassette, la National Audio Company di Springfield.
L’audiocassetta o semplicemente cassetta, è un supporto fonografico a nastro magnetico molto diffuso e popolare dalla metà degli anni sessanta fino all’inizio degli anni 2000 per la sua economicità e la semplicità d’uso, ma con l’exploit negli anni ’90 e ’00 di altri formati, quali CD e digitali, la maggior parte delle aziende si sono trovate improvvisamente in deficit e moltissime di loro hanno tristemente chiuso i battenti.
Non l’azienda di Steve Stepp però, che grazie al loro” modello operativo basato sulla testardaggine e stupidità” non sono usciti dal mercato, lo ha riferito al Bloomberg Business.
Resistere! Resistere! Resistere!
Questo il motto ripetuto in tempi non troppo felici, che una volta superati li ha visti risalire la china di un mercato difficile. La concorrenza stava scomparendo e pian piano sono riusciti ad assorbire quella fetta di mercato che comunque comprava questo supporto: la cassetta.
Lo scorso anno la società ha venduto oltre 10 milioni di nastri e le vendite sono in crescita del 20% quest’anno. Il produttore di cassette dice che sta vivendo il suo miglior anno da quando ha aperto le porte nel 1969.
Congratulazioni.