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01. Tony we are proud to have this interview on Parkett. Your alias is really characteristic and seems to have a precise meaning. Could you tell us why you chose it?

Edit Select originated from a keyboard I was using at the beginning of 2007, it was very significant to me as it was the first time I had a name that explained the way I made music, the selection of sound design, track construction combined with the editing process is exactly the way I operate so it’s a perfect fit.

02. Your latest releases have a really obsessive, dub, piercing sound. According to you, how did your sound develop since the beginning of your career?

My sound has developed in many ways since the early days, as with everything music evolves, changes and mutates so you have to follow its path very carefully, I adapt my sound to fit the moment, I never stray from what I like, but I do make alterations to keep everything fresh and as interesting as possible.

It’s impossible for me to produce with the same sounds and keep an identity from sound alone, I need new sound designs all the time and constantly look for fresh sources, even recycling batches of old designs to keep me interested.

03. You are also famous in our country because of your collaborations with Dino Sabatini and Giorgio Gigli. When did you meet them and how was working with each one of them? And what do you think about the Italian Techno music scene in general?

First of all, it was my pleasure to work with both Dino and Giorgio they are Stalwarts of Italian electronic music. i worked with Dino in Berlin at his studio – we had an instant liking for each others taste and style. I found Dino’s rhythms, sound management and attention to detail a perfect fit for my sound design. I feel this is very important when your collaborating with other artists, you have to let them into the track. The same with Giorgio, we sent ideas to each other via the internet and came up with something we both enjoyed.

In regard to the current Italian techno scene, I think it’s incredible there are fantastic new producers coming through all the time with brilliant attention to detail and design. I really enjoy Antonio Ruscito to name just one, he has an idyllic touch to his music, it’s a perfect fit for me, we have an album ready for release 2016 on my imprint.

04. Despite your indisputable technical skills, you have always been focused on the connection between crowd and performer. What do you want to “reach” during your sets? And what do you want people to feel?

The connection with the audience is the most important part of any performance, something I feel many artists forget, it’s not about playing great tracks and seamless mixing, it’s about creating a feeling, an environment  to which you both can dwell in for a couple of hours / a special place.

05. The duration of your career makes you capable of thoughtful considerations about the evolution of electronic music and its future. Do you think the Techno music scene is saturated or there are still possibilities of expansion? What do you think is different from the days you started?

Most importantly because I was there at the beginning, it does give me a better insight in what others are doing, a sense of wisdom and mindset if you like, but that’s all.

I think the future of electronic music has endless possibilities as I’ve mentioned before it will take imagination from the artist / developers, as with the need for Ableton – Robert Henke came up with the perfect host to partner all our machines, so if we need it enough it will happen.

I do think the current scene is saturated but in a healthy way as most people are now in it for the love, using there own funding to pay for everything from pressing to promotion, for the last couple of years I would have to say the Swedish electronic scene is leading the way, it’s my preference at the moment and I can’t see it slowing down. It’s just scratching the surface and I expect it to escalate to festival status in the near future.

The most apparent change now is that producers are not getting as much back as we did 10+ years ago. You would be selling 5-10,000+ records so the financial reward was completely different, on the plus side now with our internet presence, which we didn’t have back then it gives us a better insight into what we are doing instantly, I used to travel thousands of miles to hear someone say I love that new track of yours… now it’s a regular occurrence via social media.

06. What do you prefer to use during your sets? Are you a vinyl purist or do you prefer to use technology?

I use technology as I layer 4 decks on top of one another to create a constant flow, at the moment I can’t see it changing, although it’s difficult to switch off for a minute, as with a CD or vinyl set as, I’m constantly focused on what I’m doing, I’ve been collecting vinyl for 25 years, so I think you can call me a purist of some sort.

07.  Any upcoming releases?

I have a new Edit Select track coming on PoleGroup, a double remix package on Silent Season, a remix on the new Italian label Substrato and of course my remix just released on Seance Radio’s new London based label.

Tony Scott è una delle realtà più solide della scena techno contemporanea. Le sue tracce sono dub, spesse ed innovative. Vanta una carriera ventennale fatta di successi, remix per artisti come Chris Liebing e Speedy J, produzioni ormai riconosciute come classici (come “Bauer” uscita su Ostgut Ton nel 2009). E per i veri amanti della Techno non ha bisogno di presentazioni.

01. Tony siamo lieti di poterti intervistare su Parkett. Il tuo alias sembra rimandare ad un significato particolare. Potresti spiegarci perché lo hai scelto?

Edit Select risale ad una tastiera che utilizzavo all’inizio del 2007, era molto importante per me perché era la prima volta che avevo un appellativo che indicasse il modo in cui facevo musica, la selezione del sound design. La costruzione di una traccia combinata con il processo di editing è esattamente la maniera in cui opero, quindi è una combinazione perfetta.

02. Le tue ultime release hanno raggiunto un sound ossessivo, dub, penetrante. Secondo te, come si è evoluto il tuo sound rispetto agli inizi della tua carriera?

Il mio sound si è sviluppato in vari modi rispetto agli inizi: la musica si evolve come tutto il resto, muta e cambia. Quindi devi seguire il suo sentiero molto accuratamente, io preparo il mio sound ad essere adatto al momento, non mi allontano mai da cosa mi piace ma eseguo alterazioni per mantenere il tutto fresco ed il più interessante possibile.

E’ impossibile per me produrre sempre con gli stessi suoni e mantenere un’identità basata solo sul sound, mi servono sempre nuovi sound design ed esploro costantemente risorse fresche, oppure riciclando gruppi di design diversi per mantenere l’interesse.

03. Sei celebre nel nostro paese anche per le collaborazioni con Dino Sabatini e Giorgio Gigli. Come li hai conosciuti e come è stato lavorare con loro? E cosa pensi della scena techno italiana in generale?

Prima di tutto, è stato un piacere lavorare sia con Dino che con Giorgio, sono baluardi della musica elettronica Italiana. Ho lavorato con Dino a Berlino nel suo studio: ci siamo subito ritrovati in termini di gusto e stile. Ho trovato i ritmi, il sound management e l’attenzione ai dettagli di Dino compatibili perfettamente con il mio sound design. Penso che sia molto importante, quando collabori con altri artisti, lasciare spazio durante la produzione di una traccia.

Lo stesso è avvenuto con Giorgio, ci siamo scambiati idee tramite internet ed è venuto fuori qualcosa che è piaciuto ad entrambi.

Per ciò che riguarda la scena techno italiana, penso che sia incredibile: ci sono sempre nuovi fantastici produttori in uscita, con grande attenzione verso il design ed i dettagli. Mi piace molto Antonio Ruscito, per nominarne uno: la sua musica ha un tocco idilliaco, si accosta perfettamente al mio stile, abbiamo un album pronto per essere rilasciato nel 2016 sulla mia etichetta.

04. Nonostante le tue indiscutibili competenze tecniche, sei sempre attento alla connessione che c’è tra pubblico e performer. Quali sono i tuoi obiettivi durante un set? Cosa vuoi raggiungere e quale “feeling” vuoi che le persone raggiungano durante un tuo set?

La connessione con l’audience è la cosa più importante di ogni performance, qualcosa che molti artisti dimenticano. Non importa quando siano fantastiche le tue tracce o immacolato il tuo mixing, si tratta di creare un feeling, un ambiente in cui si può dimorare per un paio d’ore, un posto speciale.

05. La durata della tua carriera ti permette di fare considerazioni ponderate sull’evoluzione della musica elettronica ed ipotesi condivisibili sul futuro della stessa. Pensi che la scena techno sia satura o che ci siano ancora evidenti possibilità di espansione? Ed in cosa la vedi sostanzialmente differente rispetto a quando hai iniziato?

Proprio il fatto di essere presente all’inizio di tutto mi fornisce una visione migliore su quello che gli altri stanno facendo, un sentimento di saggezza o di  preparazione mentale, se preferite, ma nulla più.

Penso che il futuro della musica elettronica abbia possibilità infinite: come ho detto precedentemente dipenderà dall’immaginazione di artisti/sviluppatori, oltre che dall’utilizzo di Ableton (Robert Henke ha rilasciato l’ambiente perfetto per ospitare tutte le nostre macchine, quindi i nostri bisogni verranno sicuramente accontentati)

Penso che la scena corrente sia satura ma in senso positivo, in quanto la maggior parte delle persone ne fa parte per passione, utilizzando i propri fondi per tutto, dalla stampa alla promozione. Negli ultimi due anni devo dire che la scena Svedese ha preso le redini, è la mia preferita al momento e non vedo segni di arretramento. Sta emergendo solo adesso ma mi aspetto di vederla elevarsi ad uno status da festival nel prossimo futuro.

Il cambiamento più evidente adesso è che i produttori non guadagnano più quanto 10 anni fa o più. Vendendo 5.000 – 10.000 dischi si otteneva una somma totalmente diversa. Il lato positivo è che la presenza di internet ci offre una visione migliore di quello che stiamo facendo al momento. Prima ti capitava di dover viaggiare miglia e miglia per sentir dire a qualcuno che amava una tua traccia, ora capita spesso tramite il social media.

The World Is Shrinking.

Il mondo si sta rimpicciolendo.

06. Cosa preferisci utilizzare durante i tuoi set? Sei un purista del vinile oppure preferisci la technologia?

Utilizzo la tecnologia in quanto sovrappongo 4 deck per creare un flow costante. Al momento non penso di cambiare metodo, sebbene sia difficile cambiarlo immediatamente con cd o dischi di vinile, perché mi concentro molto sul flow che seguo al momento. Collezioni dischi di vinile da 25 anni, quindi penso possiate definirmi come una sorta di purista

07. Stai per rilasciare qualcosa di nuovo?

Sto per rilasciare una traccia di Edit Select su Polegroup, un double remix package su Silent Season, un remix sulla nuova etichetta italiana Substrato ed ovviamente l’ultimo remix appena uscito sulla nuova label londinese di Seance Radio.

Interview by Mirno Cocozza