I musicisti elettronici e i loro aggeggi preferiti.
Quelli su cui hanno iniziato a suonare, quelli a cui non potrebbero mai e poi mai rinunciare, quelli che fanno la differenza nella loro musica, quelli della casa di produzione preferita. E magari l’ultimo acquisto, che quando ne parlano sembra che abbiano trovato l’anima gemella: e i mondi che permette loro di scoprire, e come riescono ad esprimersi con lei.
La selezione degli strumenti dice molto del musicista e della sua musica. Vediamo quali hanno conquistato in maniera permanente lo studio e la console di Skudge.
#1 Roland RE-501
Non potremmo vivere senza questa macchina! E’ presente in ogni registrazione. Si tratta più di un vero e proprio strumento che non di un effect box. Permettere di aggiungere così tanto alla produzione! La Roland RE-501 dispone di un chorus, di uno spring reverb e di un delay per nastro. Spesso regoliamo i controlli durante la registrazione direttamente attraverso la macchina. A volte registriamo un suono 100% wet e solo più tardi mixiamo il segnale e lo passiamo al sequencer. Poi viene l’automazione, ecc. Questa unità è davvero un must!
#2 Magnetofono Studer B67 Magnetic
Lo usiamo per i pre-mastering, sia della nostra musica che di quella di altri. Praticamente tutto quello che abbiamo prodotto è stato registrato con questo strumento. L’abbiamo comprato parecchi anni fa sul tech shop sulla televisione svedese. A quei tempi ne hanno hanno venduti molti. Dà coesione a tutti gli elementi della traccia, e in una così bella maniera. Aggiunge una vera e propria saturazione da cassetta alla registrazione.
#3 Roland SH-101
Questo è un synth davvero facile da usare. E uno dei migliori per costruire le bass lines. La maggior parte dei bassi sub dei pezzi degli inizi di Skudge sono stati creati con la SH-101. Produce un suono un po’ rumoroso e secco, ma ci piace proprio così!
#4 Roland TR-909
Di queste ne abbiamo due. Una per lo studio e un’ altra per i live. Quella per le trasferte è modificata. Ha un filtro envelope extra per il kick e anche un pitch drive. E un pitch per gli hi-hats. Questo ci consente di controllare il suono dei live in maniera più accurata. Ma nessun suono è pre-programmato. Facciamo tutto dal vivo. In questo modo la performance live è sempre unica.
#5 Sequential Prophet 5
Questo synth può andare davvero in profondità! E’ un brutale mostro polifonico, con un’estrema capacità di modulazione. Di solito lo usiamo per creare pads di droni, e densi suoni o accordi di fondo. E’ di certo uno dei synth che non potrà mai abbandonare lo studio!
Letizia Trussi