‘History of Gods‘ è un EP pubblicato su 30drop che ci avvolge in una spirale ritmica, e ci porta direttamente in una dancefloor nel bel mezzo dello spazio. Quattro tracce sorprendenti: tre più un remix del maestro Steve Rachmad anche noto come Sterac.
A1 / 1. Transversal Sight
Il disco parte subito con una cassa che ci fa capire che non si scherza assolutamente e se in molti la terrebbero da parte come “pezzo forte”, in questo caso viene lanciata all’inizio, quasi a far capire all’ascoltatore che il meglio deve ancora venire. Fin quando lo stacco di cassa che tutti aspettavano arriva accompagnato da un hat e dal groove a cui ci ha abituato durante tutto l’andamento del disco.
A2 / 2. History of Gods
I primi venti secondi sono riempiti da suoni che vanno e vengono susseguendosi l’uno con l’altro, creando quell’atmosfera spettrale.
Fino a quando parte una cassa (relativamente) debole che si amalgama lentamente ad altri suoni, i quali sembrano essersi sprigionati dai precedenti che accompagnavano l’inizio del disco. Il Mood della traccia è più o meno sempre quello se non per qualche secondo dove la cassa si interrompe per poi riprendere qualche istante dopo nella stessa identica maniera. La chiusura della traccia è spettrale verosimilmente all’inizio, quasi a voler dire che il disco non si bene da dove nasca e muoia, andando a creare un storia che ogni ascoltatore interpreterà a modo suo.
B1/3. History of Gods (Sterac Remix)
Il remix di Sterac stravolge letteralmente la traccia per il primo minuto e mezzo, se non per la cassa che ad un terzo o quarto ascolto attento si potrebbe lievemente riconoscere . Verso la metà del secondo minuto ritornerà ad esserci un po’ del groove che ci aveva accompagnato durante tutta la durata del disco precedente. Si sente il tocco di Sterac che rende non noioso il disco dall’inizio alla fine della traccia
B2 / 4 . Complex Entropy
Per metà del disco sembra stia caricando un ordigno nucleare che puntualmente arriva preceduto da uno stacco molto particolare e ricercato. Il giusto “outro” per un disco di qualità e originale rispetto alle decine di tracce sentite tutti i giorni.
Gabry Jure