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In un’ibrida zona di confine tra Ambient, elettronica ed IDM; MyZone incontra il compositore pugliese Giuseppe Fallacara, attivo alle cronache sotto il nome di Glanko dal 2012 a questa parte. Nell’appuntamento di oggi, ripercorriamo insieme questi cinque anni di attività scanditi tra releases, collaborazioni e un paio di traguardi di primo ordine…

Di tutti i produttori passati fino ad oggi tra le pagine virtuali di questa rubrica, Glanko guadagna ad occhi chiusi un posto tra i più versatili e caleidoscopici sia in studio che nei quadri di un palinsesto live.
Dopo una vita trascorsa come chitarrista multifunzionale, approda tra sintetizzatori, drum-machines e strumentazione analogica resosi conto di una sintonia via-via sempre più crescente; un’affezione che da allora non si è mai vista dissolversi.

Accantonata definitivamente la parentesi “a corde” così come si è evoluta fino quel momento, dalla sala prove di una sua vecchia band inizia a prendere concretezza – seppur in qualità embrionale – il suo primo five-tracks di debutto, “Telekommand”; un lavoro dalla pronuncia barbara ed irruenta, esattamente come gli accenti sonori contenuti al suo interno. La vision di fondo è quella di una dimensione irruenta e desolante concepita tra Glitch-Noise e un minimalismo dalla prerogativa alienante.
L’album distribuito in free-download dalla NetLabel francese Sirona Records raggiunge più di 10000 dowloads, risultato di incredibile portata per un EP di esordio.

Non passa molto tempo prima che Glanko continui a raccogliere importanti soddisfazioni estere. Nel 2014 entra nel roster di Halbisich Records, una fucina musicale perfettamente coerente alle espressioni del nostro protagonista. Proprio da qui, lo stesso anno viene pubblicato sia in forma fisica che digitale l’album “Alset”, tributo alla mente e al genio di Nikola Tesla: dieci tracce in totale che ri-sviluppano considerevolmente l’esperienza Telekommand tra una circonferenza più razionalizzata, metrica e consapevole. Il lavoro raccoglie solo che critiche positive facendo di Glanko uno dei nomi più in vista del genere. Solo un anno dopo, Alset prende seconda vita quando a Maggio la label pubblicherà “2244 RMXS”: un remix-project molto sostanzioso che vedrà agli atti i contribuiti di Marco Caricola (grande amico di Giuseppe prima ancora che collega), Francesco Boragine, Davide Cantile, Yoshinobu Nishimura e Gianmarco Nitti, in arte Harptical, già protagonista anche lui delle nostre parole.

Il live di cui artefice è un’opera curata nei minimi dettagli acustici dove visuals e componenti ultra-sonore sono allo stesso modo una percentuale fondamentale del tutto; una bivalenza che ha palesato il suo stupefacente potenziale con il progetto “PROIEZIONI” patrocinato dal Comune di Ruvo di Puglia e con la collaborazione del duo visual DualBit: l’evento ha trasformato e digitalizzato la piazza principale del paese con performance visuali coadiuvate da un live set frutto del lavoro combinato con Dubit. Nel complesso, un prodotto emozionante di cui vi raccomandiamo vivamente la presa visione.

Nel 2016 tocca ad “Isometrik EP”, prodotto Hidden Shoal, release che ha visto la collaborazione con il chitarrista Daniel Bailey. Come il comunicato stesso recita:

Isometrik is evidence of the kind of alchemy that can only be conjured when two creative minds are perfectly in tune.

…nulla di assolutamente più vero e sincero. È l’occasione che lancia Giuseppe non solo alla volta di nuove frontiere fino ad ora mai sperimentate, ma gli darà anche l’opportunità di mettersi alla prova con la produzione di alcune colonne sonore per short films d’autore, arte tanto difficile quanto motivante.

Con gran piacere, oggi abbiamo modo di presentare in anteprima “Osmosi”, l’ultimo lavoro in uscita il 3 Luglio per Halbisich Rec.
Ben 14 brani a condensazione di quel mood che ormai abbiamo imparato a parafrasare ma con una componente melodica molto più accentuata e caratteristica: lunghe sequenze di pads e synths si accompagnano tra chitarre arpeggiate tanto da risaltare una suggestione mai atmosferica come adesso. Una fatica pregna di un futurismo sintetico, aureo e metropolitano: con alta probabilità la più “complessa” ed orchestrata tra la discografia dell’autore.

Glanko – Osmosi  (Album preview)