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In un’intervista durante le sue tappe in Italia, DJ e producer francese Shlømo racconta con orgoglio la scena francese e il suo approccio alla produzione.

Dai DJ set alle live performance, dalla produzione al suo modo di vivere quotidianamente la musica, Shlømo si è ritagliato un autoritratto poliedrico ed eclettico. Allo stesso tempo la sua Techno con equilibrio ed eleganza si muove a metà strada tra un suono mentale, scenaristico, e l’incessante battito dei club, talvolta con ferocia implacabile, talvolta con ostinate dissonanze.

Attualmente è resident DJ al Concrete club di Parigi, una delle più importanti venue della capitale francese. Fondatore di una propria etichetta, la Taapion Records nel 2013, con la quale rilascia il suo materiale più spontaneo e autentico, è molto spesso in viaggio per offrire le sue performance al mondo. Proprio questo mese sulla sua agenda l’Italia è comparsa due volte: la prima data è stata al Bunker di Torino il 10 giugno in compagnia di SHDW & Obscure Shape della From Another Mind; dopodomani 24 giugno toccherà il sud, precisamente al Sound Department di Taranto.

Nelle righe di quest’intervista trapela tutto l’entusiasmo e l’orgoglio che Shaun Baron-Carvais a.k.a. Shlømo nutre per la sua Francia e per la scena francese.

Come pensi si stia evolvendo la scena techno in Francia ultimamente? Dicci alcuni pro e contro..

La scena francese è cresciuta molto negli anni scorsi e, anche grazie ad alcuni party del Concrete, altre nuove ed interessanti realtà si sono sviluppate, come Possession o Blocaus. Come avrete notato, ora ci sono anche moltissimi nuovi talenti che stanno venendo fuori da questa scena, come Kasst, AWB e PVNV, mentre altri già presenti da qualche anno hanno ulteriormente consolidato il loro posto nell’industria della Techno, come ad esempio Antigone. 

Tra i pro, direi:

  • Ogni fine settimana ci sono molti più party di qualità che in precedenza; 
  • La musica Techno stessa che viene prodotta possiede ora una propria identità e un riconoscibile “French Sound”;
  • Stiamo iniziando progressivamente ad avere un pubblico più istruito e dalla mente aperta;

Contro:

  • Purtroppo, l’altra faccia della medaglia di questa nuova e rigogliosa scena Techno è che attrae alcuni nuovi promoter che non si mettono in gioco per la musica e non hanno una gran passione per la Techno, ma che sono lì per fare soldi.

Le declinazioni della Techno sono infinite, ma ci sono alcune che più di altre ultimamente sono sulla cresta dell’onda. Ad esempio, le tue produzioni fanno parte di un filone differente dalle sonorità più dure, scure ed industrial che ultimamente stanno vivendo un bel momento. Qual è la tua personale ricerca? Verso quali territori inesplorati sta andando il tuo suono: hai una tua tensione ricorrente o ti lasci trasportare dal momento?

Domanda interessante.

Come producer, è molto importante per me conservare una certa libertà ed evitare di incagliarmi in un solo genere di mnusica. Chiaramente sono appassionato di musica Techno, ma produco anche Elettronica, più in generale, e Ambient. E ho anche del materiale mai rilasciato di genere Industrial Techno che tengo nascosto nel mio portatile! Non escludo che potrei un giorno rilasciarlo con un altro alias. Il mio scopo finale nella musica è proprio quello di restare libero e di viverla il più possibile come una passione. Questo per me è il miglior modo per mantenere una mente aperta. Ad esempio, a casa non ascolto mai musica Techno, ma più che altro colonne sonore, musica Classica o persino Hip Hop. Ho bisogno di trarre ispirazione da musica che non sia Techno per poter produrre musica elettronica.

Cosa ha spinto te e i tuoi due soci PVNV ad AWB a fondare la Taapion Records? Qual è la sua mission? Hai anticipazioni da volerci dare per il futuro prossimo della label?

Abbiamo deciso di fondare la Taapion all’inizio del 2013 per condividere la nostra passione per la musica Techno. Avevamo anche una quantità di tracce inedite, pronte e ferme nei nostri studi, ma nessun contatto in quest’industria. Per cui è stato un po’ come il modo più facile per rilasciare ciò che volevamo nel modo in cui volevamo. 

Dopo tre mesi, abbiamo deciso di accelerare questo processo di rilascio e già ora posso annunciarvi che abbiamo ben 4 EP pronti e pianificati perchè escano entro la fine dell’anno.

Parliamo un attimo di performance: vediamo che ti esibisci sia live che con dj-set. C’è un approccio tra i due che preferisci? Cosa ti spinge a scegliere, quando possibile, se esibirti live o tra i decks?

Amo tantissimo entrambe le modalità di performance. Un live set ha una dimensione più intima, richiede più preparazione e per venire bene ho bisogno di molta concentrazione. E’ quindi piuttosto stressante, perchè c’è sempre da considerare che se la folla sul dancefloor non ti segue nel tuo viaggio, si rischia di restare tutti quanti – tu e loro – arenati lì per un’ora o più.

Un DJ set, invece, è più rivolto all’improvvisazione. Adoro trascinare la folla in diversi mood musicali, passando da una Techno più mentale a quella che picchia di più. Quando posso scegliere il tipo di performance, il più delle volte dipende dal tipo di venue, o se si tratti di un festival o meno.

Riguardo al modo di produrre musica, ultimamente pare sia il periodo d’oro dei sistemi modulari e molti si stanno avvicinando per la prima volta a questo dark side. Tu come ti trovi per produrre musica? Sei un tipo da computer o hai un’inclinazione per l’analogico?

Di certo non giudico nessun producer che utilizza il solo laptop come strumento. Perchè non conta tanto quello che hai per fare musica, quanto quello che riesci a fare con quello che hai. Riguardo alla mia produzione, dipende. Talvolta adoro produrre durante il tour con solo il mio computer, sul quale c’è Ableton e vari VST, ma devo ammettere che non ci sono eguali quando posso mettere mano a tutta l’attrezzatura sistemata nel mio studio. Adoro i sintetizzatori vintage: ho comprato il mio primo esemplare dodici anni fa, un Roland Juno 106 per 250 dollari (un affare! n.d.r.).


ENGLISH VERSION

How do you see the Techno scene evolving in France? Tell us some pros and cons you are noticing.

The French scene has been rising for a few years now, and because of some Concrete parties, other new hot parties have appeared up such as Possession or Blocaus. You can also notice there are a lot of new talented artists coming up like Kasst, AWB and PVNV, meanwhile artists who have been present for a few years are confirming their place in the Techno industry, such as Antigone.

Pros:

  • There are a lot more quality parties each weekend now than there were previously.
  • The Techno being produced has a distinguised identity and a recognisable ‘French’ sound.
  • We are beginning to experience a French crowd that is now more educated and open-minded.

Cons:

  • Unfortunately this new Techno scene attracts some new promoters who aren’t here for the music and do not have a passion for techno, but are only in the scene for money.

Techno branches and variants are nearly endless, and there are some “current artists” that are passing through a new golden age lately, as the dark, harsh and Industrial Techno genre spans to the point that even some new Gabber is sprouting again too. Anyway, your sound seems quite far from these nuances. What is your personal pursuit in music? What are the unexplored territories you are heading to? Are you aiming towards a “final sound” or do you let your inspiration drift freely year by year?

Interesting question. 

As producer, it’s really important for me to stay free and not stuck in one kind of music. I am of course really into Techno but I also produce Electronica and Ambient, and I have some unreleased industrial Techno that I have hidden in my laptop. Maybe one day I will release it under an alias. My goal in music is to stay free and to keep it as a passion as maximum, this is the best way to stay open minded. For example, at home I never listened techno, but more movie soundtracks, Classical music or even Hip-Hop. I need to be inspired by music other than Techno in order to produce electronic music.

What led you and your label mates towards the decision to found a label like Taapion Records? What’s its mission? Have you got any hotly anticipation news regarding the near future of Taapion?

We decided to create Taapion in early 2013 to share our vision of Techno music. We also had a lot unreleased tracks stuck in our studio and no contacts in this industry, so it was the easiest way to release what we wanted, how we wanted. 

After 3 months, we decided to accelerate the process of releasing and I can already announce that we have the 4 next EPs ready and scheduled to come out before the end of the year.

Let’s move a bit to the performance side: we see you play both in live set and DJ set. Is there a favourite option between the two approaches? What makes you take the decision, when possible, to perform in a live set with synthesizers and drum machines or behind the decks?

I really love both styles of performance. A live set is more intimate, I need more preparation and I need to be more “focused” during the performance. It’s really stressful because you have to consider that if the crowd is not following you in your music trip, you and them are stuck together during one long hour…

A DJ set is more dedicated to improvisation. I love try to bring the crowd to different musical moods, going from the mental Techno to the banging Techno. When I can choose the performance, most of the time it’s depends on the venue, or if its a festival or not…

A last, more technical curiosity: regarding the way of producing music. It seems that lately we’re witnessing a golden age of modular production again, and many artists are moving to this kind of “dark side”. What do you feel is your best way of producing music? Are you a computer guy or do you have an analog soul with a more “hands on” approach?

I’m not blaming any producer for only using a laptop as instrument. It is not about what you have but what you do with what you have. Concerning my production, it depends. Sometimes I love to produce on tour with only my computer on Ableton and using VSTs, but I have to admit there is no equal when all my gear is set up in my studio! I’m in love with vintage synths; I’ve bought my first one 12 years ago, a Juno 106 for $250.