Siamo giunti ormai a metà del 2017 e del tour dei Daft Punk per ora non si ha alcuna notizia. Dopo tante speculazioni e congetture sul tema, facciamo un po’ il punto della situazione, analizzando quali potrebbero essere i motivi del duo francese per non aver ancora annunciato nessuna data nel prossimo futuro.
La fine del 2016 e l’inizio del 2017 si sono caratterizzati dalle continue voci che parlavano di un ritorno dei Daft Punk in tour, ufficialmente mai confermate, ma neppure smentite. Sono stati scritti decine di articoli ipotizzando dove e quando il duo francese avrebbe potuto colpire, esibendosi ad ormai una decade di distanza dal tour Alive 2007.
La ricorrenza dei 10 anni faceva ben sperare tutti gli appassionati, convinti che quest’anno potesse essere l’anno del ritorno dei Daft Punk sui palchi internazionali, ma per il momento così non è stato.
Ecco quali potrebbero essere i motivi che li hanno spinti a scegliere di rimanere ancora fuori dai riflettori:
Alive 2007
Il primo motivo per cui, secondo noi, i Daft Punk non hanno annunciato un nuovo tour è proprio Alive 2007. La performance a cui i fan hanno assistito dieci anni orsono rasenta la perfezione. L’album che ne consegue potrebbe senza dubbio essere definito come uno dei più bei dischi del decennio. Alive 2007 è semplicemente perfetto. Le parti migliori di ogni traccia presente nei precedenti album, vengono scomposte per formare una mattonella di una più grande idea musicale. Basti pensare a sequenze come quella che vede “Television Rules The Nation” unirsi a “Crescendolls”, “Too Long” fondersi perfettamente con “Steam Machine” in uno dei più bei passaggi di musica elettronica live mai registrati: “We’re gonna move” diventa grazie ad Alive 2007 un inno generazionale per tutti i fan dei Daft Punk, carico di energia liberatoria, un topico molto difficile da riproporre e superare.
Di “Around the World/ Harder Better Faster Stronger”, “One More Time/Aerodynamic” e “Prime Time of Your Life/The Brainwasher/Rollin ‘and Scratchin’/Alive” è meglio non parlare, poiché si rischia che nessuna parola riesca a descrivere davvero le sensazioni che un appassionato possa provare di fronte a cotanta bellezza.
Forse è proprio questo il punto: dai Daft Punk in questo momento ci aspettiamo di più, ancora di più rispetto alla performance perfetta realizzata nel 2007.
Ma davvero è possibile superare un’esibizione di questo livello? Sinceramente ci sembra quasi impossibile. Questa consapevolezza crediamo non appartenga solo a noi, ma anche a figure vicine agli artisti, o addirittura agli artisti stessi.
Il live proposto dieci anni fa rischia di essere insuperabile anche per gli stessi Daft Punk. Inoltre, la vanità che ha sempre caratterizzato alcuni aspetti dell’universo Daft Punk, l’obiettiva lucidità con cui il duo affronta il proprio lavoro, potrebbe rifiutare l’idea di riproporre solamente, senza superare, uno spettacolo già visto e sentito. Ed è proprio questo l’aspetto che differenzia i Daft Punk da tutte le altre star della musica contemporanea (l’unica eccezione che si può fare potrebbe essere quella dei Pink Floyd e del loro live a Pompei o sulla laguna di Venezia).
Per questo motivo, vediamo difficile un ritorno dei Daft Punk sulla scena: se davvero scegliessero di farlo dovremo aspettarci qualcosa di mai visto, un’evento mondiale di dimensioni bibliche.
Al momento però, ancora non sappiamo in che modo e in che termini possa avvenire.
Random Access Memories
Un altro motivo per cui Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo non hanno ancora comunicato alcun ritorno dal vivo, potrebbe essere ricondotto proprio al loro ultimo album in studio.
Random Access Memories è un disco che a molti fan della prima ora non è piaciuto, o almeno non subito. È un lavoro che ha spiazzato pubblico e critica, spaccando nettamente la scena. Oggi, a quasi quattro anni dalla sua uscita, possiamo affermare che RAM ha cambiato di molto il panorama della musica pop ed elettronica dei nostri tempi. Innanzitutto, il grande ritorno della musica Disco e della musica Funk si deve anche a loro, al lavoro che hanno fatto nella realizzazione di questo album, allo scommettere tutto su un determinato tipo di suoni ed arrangiamenti. In secondo luogo, Random Access Memories rappresenta un radicale spostamento che il duo ha fatto nei confronti della linea artistica che ha percorso fino al precedente album in studio, “Human After All”.
Alla luce di quanto successo con RAM, sarebbe difficile per i Daft Punk riproporre un live sulla linea di Alive 2007. Il prossimo tour dovrebbe essere pensato come uno show che propone uno spettacolo sotto certi aspetti meno dance del precedente, posizionando al centro della scena la musica strumentale. In questo caso i due non sarebbero gli unici elementi su cui si focalizzerebbe l’attenzione, ma sarebbe una performance che ha per protagonista la nuova musica ed i nuovi esecutori. L’idea non è da scartare, ma pregiudicherebbe definitivamente i primi 15 anni della loro carriera, eliminando dalla scaletta gran parte del materiale proposto nel 2007 . Ovviamente, la crescita artistica non può mai essere criticata, anzi, va sostenuta, perché arenarsi nel proprio orticello non è mai stata una mossa vincente, ed in questo caso non lo sarebbe neanche per loro. Risulterebbe comunque difficile anche per i Daft Punk organizzare uno spettacolo che parta dalle basi gettate in RAM e sia allo stesso tempo paragonabile a quello che è stato il loro live del 2007. Per quello che abbiamo conosciuto del duo francese fino ad oggi, presumiamo che l’idea piaccia non neanche a loro. I Daft Punk, se dovessero ritornare, lo farebbero in pompa magna, dalla porta principale, come assoluti protagonisti delle cronache di settore; sicuramente non correrebbero il rischio di esibirsi ad un livello inferiore rispetto ad un loro show precedente.
Ci sono inoltre delle altre considerazioni da fare prima di chiudere la riflessione sul tour-non-tour dei Daft Punk. La prima riguarda sicuramente gli spazi che sarebbero necessari per ospitare una manifestazione di questo genere. Vista la lunga attesa che si è creata e le aspettative che ruotano attorno a questo ritorno, non sarà facile trovare una location che possa accogliere centinaia di migliaia di appassionati.
Una loro esibizione riuscirebbe a creare problemi persino al festival che decidesse di ospitarli come headliners. Inoltre, in questo momento per i Daft Punk non è necessario fare nessun tour: qualsiasi cosa essi tocchino diventa oro, qualsiasi operazione di marketing fatta per la vendita del più piccolo oggetto di merchandising si è rivelata vincente, qualsiasi collaborazione artistica, anche la più brutta (es The Weekend), ha venduto decine di migliaia di copie.
Perché i Daft Punk dalla loro posizione dovrebbero voler cambiare le carte in tavola?
Purtroppo per noi il mito dei Daft Punk ruota attorno a tutti questi dettagli e, che si voglia o no, dobbiamo accontentarci delle rare notizie che sempre più di rado escono dalla loro pagina ufficiale. Non ci resta dunque che aspettare la prossima mossa dei francesi, con la speranza di esserci, ancora una volta, sbagliati.