Recondite è un artista interessante per molti versi. Uno su tutti il suo sapersi barcamenare perfettamente tra ambient e dancefloor, minimalismo da ascolto e piste da ballo, spesso e volentieri live.
In occasione del party di Sabato al Clorophilla, dove Recondite si esibirà assieme a Pan Pot raccontiamo la storia di un artista che ha tracciato una sua linea, portando con se influenze diverse, le intenzioni più minimali e dancefloor di Hawtin, le visioni scure e distopiche di Trentemøller e la spinta deep della fine degli anni 2000.
1 Recondite – Decamp (Plangent #001)
Basso incalzante e atmosfera da film horror e minimalismo sonoro, che bello il debutto di Recondite!
Dopo anni di produzioni e studio nella campagna bavarese, si trasferisce a Berlino, qui fonda la sua etichetta, Plangent Records, e fa uscire questo EP, la scena berlinese lo mette subito sott’occhio, i suoni dark e mentali sono quello di cui la capitale ha bisogno, sono quello di cui la capitale si nutrirà negli anni a venire. Nonostante il pezzo più famoso dell’EP sia senza dubbio Robur, abbiamo optato per il lato B, che a nostro avviso è uno statuto molto più forte rispetto alle altre due tracce, della musica dell’artista tedesco e ci da gia spunti del Recondite che verrà.
2 Recondite – Backbone (Plangent #002)
La prima volta è un caso, la seconda no. Quindi quando esce il secondo EP targato Plangent quella scena che aveva alzato gli occhi decide che è il momento di accaparrarsi questo talento. Chi arriva primo? Scuba. Prende questo capolavoro di atmosfera e groove e lo inserisce nella sua DJ kicks. Più avanti arriveranno anche EP su Hotflush (che non tratteremo in questa monografia), è fatta, Recondite bussa alla porta della musica internazionale, accompagnato per mano da un peso massimo.
3 Recondite – Sultry (On Acid – Acid Test)
Ma l’anima di Recondite è quella di un artista che vuole essere ascoltato, troppo poco lo spazio di un EP per promuovere un percorso complesso, troppa la voglia di esprimersi per limitarsi ad un solo disco. Il passaggio agli LP è quanto di più naturale possibile, On Acid è il risultato di questo passaggio, un discorso lungo 40 minuti circa, attraversato da suoni densi, ragionati, dolci, piacevolmente rilassante in alcuni passaggi, quasi melenso in altri, riesce comunque a muoversi giusto un attimo prima di stancare, finendo per risultare un buonissimo disco.
L’etichetta su cui esce, Acid Test, è una sublabel della losangelina Absurd, in uno dei suoi periodi migliori per giunta, a riprova che tutta la scena adesso conosce Recondite, e con il successo di questo album dimostrerà d’apprezzarlo. A corredo dei due LP due remix, rispettivamente di Tin Man nel primo disco, e di Scuba nel secondo.
4 Recondite – Cleric (EC10 – Dystopian)
Ma il carettere dell’uomo è mutevole, e se fin’ora questa mutevolezza era appena accennata, il debutto su Dystopian ci mostra un cambiamento drastico, una faccia tutta nuova nelle produzioni del tedesco. Cassa dritta, diretta al cuore del dancefloor, senza troppi fronzoli, senza paure. Cleric diventerà una hit di primo livello, forse uno dei pezzi più riconoscibili della sua lunga e prolifica discografia. La produzione, pur non essendo tra le nostre preferite, rimane comunque di primaria importanza per il suo percorso musicale, il Recondite più puramente techno che negli anni futuri farà ballare il mondo, parte da qua.
5 Hinterland – 2 LP
Ancora un album, Hinterland, inspirato dalle zone più selvagge della terra natia tedesca. Ancora una nuova svolta nel suono, più che mai ambient. La componente è comunque sempre accompagnata da groove, più stilizzati rispetto alla versione EC10, ma comunque vivi e attivi, un Recondite quindi che si allontana dal dancefloor ma non rinuncia ai kick. Il secondo album è la prova definitiva della maturazione artistica del produttore tedesco giunta ai suoi massimi livelli.
6 Recondite – Serak (Think Twice – Life and Death)
Al produttore, ormai da tempo nelle grazie di Richie Hawtin, si affianca un ottimo live performer, che può finalmente dare sfogo alla sua vena dancefloor vistasi negli EP. talento che viene definitivamente al successo mondiale quando il gia citato canadese lo mette nella sua scuderia, dandogli la possibilita di suonare ai parti .Enter in giro per il mondo, ma sopratutto, ad Ibiza, Recondite si trova improvvisamente resident di uno dei party più affascinanti della isla. Il pezzo scelto, uno dei più proposti e riconoscibili dal vivo verrà poi stampato su Life and Death records nel 2015.
7 Recondite – Steady (Iffy – Innervisions)
Facciamo un passo indietro, un annetto, per la precisione Novembre 2014, e troviamo il punto di massimo successo di Recondite, Iffy. il terzo LP, uscito stavolta su Innervision, in quello che molto probabilmente sarà ricordato come l’anno migliore della label guidata da Dixon e dagli Âme. l’impronta melodica del disco ci donà il miglior successo commerciale del produttore tedesco e fin’ora il picco massimo della sua carriera.
8 Recondite – Fiery (Psy EP – Innervisions IV50)
Con questo EP approda su Innervisions anche la parte cattiva di Recondite, quella agitata e dancefloor oriented, un EP fatto di pezzi psicologici e casse drittissime, in puro stile Innervisions. Apprezzatissimi entrambi i pezzi, saranno più volte suonati da Dixon ma anche da personaggi slegati all’etichetta come Surgeon (scopri il setup dello studio di Surgeon, qui) e Rødhåd.
9 Recondite – Pass Up (Placid – Acid Test)
Il ritorno su Acid Test segna un nuovo giro di sperimentazioni, il richiamo a suoni vagamente acid ascoltati gia nelle precedenti uscite su questa label e il ricorrere all’uso della cassa spezzata fanno di Pass Up il manifesto di queste sperimentazioni, un artista che decide di allargare i propri orizzonti alla ricerca di sonorità che possano dare nuova linfa al suo sound. Il risultato non è male, l’LP nel complesso, pur non toccando il livello di Iffy, è buono, ma in quanto a maturità artistica rappresenta un passo indietro, dovuto forse alla troppa fretta di cambiare il proprio stile.
10 Recondite – Levo (Iffy – Innervisions)
Parlando di Iffy abbiamo (volutamente) mancato di nominare il pezzo che, più di tutti, ha trascinato il terzo LP di Recondite nell’iperspazio musicale. Levo riesce in qualche modo a toccare univocamente le corde di tutti coloro che l’ascoltano, ed è diventata un successo planetario, una hit che ha inscritto definitivamente Recondite nell’album dei grandi producer. Un pezzo riflessivo, a tratti ambient, ma guidato dal kick nevrotico e da un groove minimalista è semplice, forse per questo ben riuscito. l’apogeo poi, è dato dall’arpeggiatore e dal sapiente uso della stereofonia.