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Come avevamo anticipato giorni fa, il 19 maggio uscirà ufficialmente in vinile, cd e digitale, l’album “Time Foundation” del produttore spagnolo Manuel Anos, in arte Psyk. Dopo due EP di grande successo pubblicati su Mote Evolver, “Distane” (2012) e “Arcade” (2013), Psyk ha deciso di rilasciare nuovamente con questa label esprimendo al massimo il suo potenziale. Noi abbiamo avuto il privilegio di ascoltarlo in anteprima e possiamo dirvi da subito che è davvero un bel lavoro, pur con qualche piccola imprecisione.

L’album completo è composto da 10 produzioni:

01. Automatic                         06. Silhouette 

02. Myriad                              07. Shift

03. Riot                                   08. Parade

04. Avadon                             09. Nine

05. Five                                  10. L3

A grandi linee rispecchia un modello di techno molto attuale; il carattere prevalente è di influenza berlinese, ma vari e costanti sono i richiami a sonorità molto Detroit, specie nei vari synths utilizzati.

Tra le poche pecche all’interno dell’album vi è una sottile monotonia, difatti in alcune tracce noterete una costante ripetizione di melodie e arpeggi, a volte piacevole e altre no.

Abbiamo deciso di analizzare quelle che, a parer nostro, sono le tracce più valide all’interno dell’album, sottolineando i caratteri più importanti e notevoli

1.  Automatic

Headliner dell’album, ve lo descriviamo con un pizzico di amarezza perché ci ha un po’ deluso.

Al primo ascolto si evince una sonorità sorprendente, per certi aspetti nuovi. Una bella ritmica dolce, belle percussioni a tratti soffuse, kick non marcato e molto sporco; il tutto è accompagnato da questi chord possenti ma non molto elaborati.

Ascoltando questa produzione più attentamente sale spontanea l’irritazione. Essa è provocata dal sentire per 6:28 minuti la stesa melodia perpetua e calante sull’ultimo quarto, incredibile davvero che essa non cambi nemmeno di una virgola; le uniche variazioni effettuate sono l’inserimento di qualche delay di tanto in tanto (ogni 32 battute di media) e la modifica del cutoff del filtro. Questo dettaglio alla lunga infastidisce davvero.

Se volessimo dare dei voti da 0 a 5, il voto per questo pezzo sarebbe 1,5

3.  Riot

Bellissima produzione techno sporcata da influenze di vario genere.

Prima di tutto poniamo l’accento sul fatto che anche qui abbiamo caratteristiche simili alla traccia precedentemente esaminata, una melodia che si ripete per tutta la durata della traccia senza sosta, ovviamente con la comparsa di effetti che la variano di tanto in tanto. Questa volta però l’ascolto è molto più piacevole.

Il ritmo del synth portante è un comunissimo swingato molto minimale che rende “saltellante” tutto il pezzo. Il synth di per se non è molto elaborato, un suono molto comune, comunque molto orecchiabile.

Il beating molto semplice, classico e banale. A stupirci sono alcune scelte del produttore che a noi non sono piaciute. La più rilevante tra queste è la scelta di far andare i rides fuori tempo rispetto al resto della traccia; crediamo sia una cosa voluta, poiché già il ritmo swingato del synth crea confusione e i rides “over-time” aiutano ad accentuare questa caratteristica.

L’andamento complessivo del pezzo crea un feeling unico, sicuramente un pezzo suonabilissimo in determinate situazioni. La nostra valutazione, sempre su una scala da 0 a 5, è di 3

4.  Avadon

A parer nostro la migliore produzione di tutto l’album. Si presenta da subito come una traccia nuda e cruda, pochi fronzoli. Dark techno, stile berlinese, ritmo “andante’’ che fa ballare e basta.

D’impatto è il kick imponente e molto cupo che detta legge sui 130 bpm, il tutto accompagnato da un bassone semplice ma incisivo; in generale le altre percussioni molto ben dosate, stanno nel posto giusto nel momento giusto.

La struttura e la stesura sono sublimi. Per dirla in breve questa produzione ti fa ballare, l’attimo dopo ti fa pensare e infine ti calpesta come se nulla fosse. Troviamo vari synth utilizzati a mo di chords e pad, questa volta abbastanza elaborati.

Sicuramente non un genere di lavoro che ritroverete in circolazione molto frequentemente. Il nostro voto per Avadon è 4; se migliorata in alcuni aspetti sarebbe potuta davvero essere un prodotto unico.

7.  Shift

Produzione molto tranquilla. Si distacca molto dal resto dell’album, troviamo sonorità di gran lunga più lavorate e ricercate rispetto agli altri pezzi.

Ci sono bei giochi di melodie che si intrecciano tra loro in maniera ottimale, il tutto crea una sorta di “trip’’ molto piacevole. Il beating è molto semplice, cassa molto blanda  e orecchiabile accompagnata da un closed hat in levare che ricorda il ticchettio di un orologio.

Mentre tu se lì a ballarla e tutto intorno a te scorre, nella tua mente il tempo si blocca per degli attimi e puoi goderti, libero dai pensieri mondani, la poesia che è questa produzione.

Consigliamo quantomeno di ascoltarla, queste rarissime sonorità è difficile farsele scappare quando capitano. Shift per noi è da 4, al pari di Avadon. Tra di loro sono molto differenti, e appunto, in maniera differente esprimono la bravura del produttore spagnolo.

Consigliamo vivamente l’acquisto dell’album completo. Sono pochi gli artisti che rilasciano album del genere di questi tempi. Esso racchiude parecchie sonorità, nuove e vecchie, che procedono di pari passo con interessantissime sperimentazioni stilistiche. Non vi anticipiamo altro e non ci resta che augurarvi buon ascolto!

Etichetta: Mote Evolver
Artists: Psyk
Title: Time Foundation
Formato: Vinyl,Digital & CD
Date Uscita: 19 Maggio 2014

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