Il Brancaleone festeggia: gli assegnatari tornano in possesso delle chiavi degli spazi di Via Levanna, a Roma.
Il Brancaleone potrebbe finalmente riaprire dopo il lungo stop imposto dalle autorità e dall’amministrazione locale che ne ha imposto la chiusura dal dicembre 2016, mettendo così a rischio l’esistenza di questo e di altri spazi culturali e di intrattenimento del terzo municipio romano.
Concepito inizialmente come centro sociale, poi riadattato a spazio multifunzionale aperto alle arti nelle sue diverse forme, in primo luogo alla musica, il Brancaleone per quasi 30 anni ha rappresentato un punto di riferimento per gli eventi e il clubbing a Roma e in Italia.
Il locale, la cui fama è riconosciuta a livello internazionale, dalla fine degli anni ’90 ha cambiato la geografia dei locali romani.
La Delibera 140 del 2015, all’origine della lunga chiusura del Brancaleone, è stata emanata con l’obiettivo dichiarato di riordinare il vasto patrimonio immobiliare capitolino in concessione e, dalla data della sua adozione, sono state diverse le realtà cittadine che dopo alcuni sopralluoghi disposti dalle autorità locali e controlli sulle morosità nei pagamenti dei canoni di affitto. sono state soggette a chiusure e sgomberi forzati.
La decisione è stata accompagnata dall’intenzione di adottare un nuovo regolamento sul cosiddetto “patrimonio disponibile” di Roma Capitale con la successiva messa a bando degli spazi secondo nuove regole.
Insieme ad altre realtà del territorio, anche il Brancaleone di Montesacro, è rientrato nel raggio di azione del provvedimento ed i suoi locali sono stati sottoposti a sequestro nel dicembre del 2016 a causa di morosità conseguente alla richiesta di pagamento del canone di locazione pieno e per i reati contestati di occupazione abusiva e furto di utenze.
Tre mesi dopo, a fine marzo dello scorso anno, il Tribunale del Riesame ha deciso il dissequestro dell’immobile, disponendone la restituzione agli assegnatari, ovvero all’Associazione Culturale “Spazio Autogestito” che lo ha animato fin dal 1990 e che ha sostenuto una complessa e onerosa battaglia legale.
La motivazione della decisione risiede nel fatto che non viene considerato reato la presenza dei soggetti assegnatari degli spazi sociali e culturali di Roma Capitale in assenza di rinnovo delle concessioni.
Tuttavia a causa dell’inerzia della macchina amministrativa e dell’inspiegabile inazione del Comune di Roma e, in particolare, del Terzo Municipio, il quale aveva ricevuto la spazio dall’Assessorato al Patrimonio grazie ad un provvedimento (contestato) della Procura, ormai da un anno lo stabile di Via Levanna 13 versava in uno stato di abbandono e progressivo degrado che ne stava compromettendo la sopravvivenza stessa.
Una scelta incomprensibile, questa, che non giovava né ai cittadini né all’amministrazione, la quale aveva peraltro già stanziato la somma di 250 mila Euro per la ristrutturazione dell’immobile che sarebbe dovuto essere riconvertito a centro culturale, senza tuttavia darvi seguito.
E’ notizia di questi giorni, anche dopo le pronunce favorevoli della Corte di Cassazione e del Tribunale di Roma, l’autorizzazione agli assegnatari originari a riprendere possesso degli spazi di Via Levanna, finora posti sotto sequestro per effetto della Delibera 140.
E speriamo che insieme alle chiavi torni presto al Brancaleone anche la musica.