La famosissima Kentucky Fried Chicken, catena statunitense di fast food specializzata nel pollo fritto meglio conosciuta come KFC, si è ricavata uno spazio sul palco principale dell’Ultra Music Festival di Miami. Abbiamo toccato un nuovo fondo?
Per quanto possa suonare banale, la frase “la realtà supera la fantasia” a volte è semplicemente il modo più azzeccato per descrivere situazioni a dir poco particolari. È precisamente il caso di ciò che è successo lo scorso 29 marzo, nella giornata di apertura dell’Ultra Music Festival di Miami, quando alla consolle di uno degli eventi più mainstream del Pianeta si è esibito Colonel Sanders, mascotte della catena di fast food KFC.
Sul palco dello storico Virginia Key Beach Park, in un’isola nel sud-est della città della Florida, nello stupore generale è salito proprio un dj con l’enorme maschera che rappresenta il colonnello Harland Sanders, scomparso fondatore e celeberrimo volto della multinazionale. Il disastroso “set” è durato circa quattro minuti e, a giudicare da ciò che si vede nel video sottostante, letteralmente nessuno è rimasto entusiasmato o anche solo divertito dalla cosa. Fortunatamente, ci sentiamo di dire.
Non che dall’Ultra Music Festival ci aspettassimo una grande dose di qualità e ricercatezza, dato che da anni e anni è uno dei simboli della musica elettronica più commerciale e che si adatta ai gusti delle enormi masse (nonostante le presenza di moltissimi artisti della scena tech-house sui palchi organizzati da Resistance). Certo che le centinaia di alette di pollo che scorrono sugli schermi del palco e i versi di gallina che intervallano la penosa esibizione sembrano troppo persino per un simile contesto.
Numerosissime le critiche da parte di moltissimi artisti nei confronti di questa palese e sfacciata mossa di marketing. Non solo da parte di leggende che con l’Ultra Music Festival non hanno nulla a che fare, ma anche da dj che si sono esibiti su quello stesso palco solo poche ore dopo, come Marshmello. A tal proposito Derrick May ha dichiarato:
“Sembra non esserci limite alla mancanza di buonsenso o etica, il business è business ma questo è davvero troppo! Le aziende e questi promoter senza cervello fin troppo zelanti stanno distruggendo la musica dance alle spese di gente creativa! L’avidità ucciderà la musica dance.”
Se non l’ha già uccisa, se possiamo permetterci di aggiungere la nostra a questo pensiero del leggendario pioniere della musica techno.