Diana Donzelli rappresenta uno dei personaggi storici della scena elettronica partenopea. Il suo party, il Nice to Be, viaggia a vele spiegate ed è diventato un vero e proprio punto di riferimento per moltissime persone. Abbiamo voluto incontrarla e conoscerla meglio, perchè Diana rappresenta una protagonista autentica della scena underground in Italia.
Ciao Diana, ci racconti un po’ come è iniziato il tuo percorso in questo mondo e quando hai capito che la passione per questo genere di musica poteva diventare la tua professione?
Gli anni ’90 a Napoli sono stati fantastici, potevi andare a ballare 6 volte a settimana: i club underground nel centro storico non si contavano, io ero troppo felice di passare da club a club fino all’alba, ascoltare buona musica e scatenarmi davanti alla console. Sono diventata pr e poi promoter nell’arco di un anno (intorno al ’94), facevo un party indimenticabile tutti i venerdì. Dal 1996 al 2010 ho anche insegnato alle elementari, per qualche napoletano ero la techno-teacher, Il sabato notte andava a lavoro all’Old River (o al Cube) fino a domenica mattina e il lunedì mattina lavoravo a scuola. Ma la mia passione era un’altra e non l’ho mai mollata un minuto. Ho capito subito che organizzare eventi di musica elettronica era il mio lavoro.
Ormai è noto che moltissimi club, nati come funghi negli anni passati, stanno risentendo dei vari aspetti della crisi, devastati dalla spese sempre maggiori, dai minori ricavi e, purtroppo, dai prezzi dei djs che lievitano come il pane. Secondo il tuo punto di vista, qual è il segreto per ‘resistere’ in questo periodo di forte crisi del settore dell’intrattenimento?
La competenza è la prima cosa, molte persone pensano che il nostro lavoro possa essere improvvisato, ma il tempo ha dato le risposte a tanti. Una buona programmazione frutto di studi, viaggi, ricerche, intuizioni. Lo staff perfetto, cioè quello che ho ora, ragazzi che amano la musica e il club, che credono fermamente in quello che si fa tutti assieme. Purtroppo anche i prezzi sono fondamentali per resistere. Per il successo di un evento, a meno che non si tratti di one night ben studiate, attualmente è fondamentale tenere i prezzi bassi, cosa difficile se si pensa a quanto costano i djs in Italia.
Sciogliamoci un po’, parliamo di emozioni. Raccontaci quella più forte che hai provato da quando organizzi party, l’aneddoto che ti ha sconvolto (in senso positivo) e, soprattutto, qual è la motivazione che ti spinge ogni giorno a raggiungere nuovi traguardi.
Sono cresciuta come promoter con Ricardo, Richie, Sven e Marco, vedendoli di anno in anno diventare più famosi. Con ognuno di loro ho ricordi meravigliosi, parlo dei party fatti prima che diventassero delle super star, ma ovviamente anche dopo.
Sappiamo che uno dei tuoi artisti preferiti è il mastodontico Ricardo Villalobos. Coma mai proprio lui e, soprattutto, cosa ti trasmette la sua musica? Quali altri artisti ti emozionano particolarmente?
Con Ricardo è stata subito magia, appena è uscito il suo album cult ‘Alcachofa’, insieme al mio resident di allora Roberto Biccari, lo abbiamo ospitato al Velvet. Lui è stato uno dei primi djs che ha rotto le barriere tra i generi musicali e le scene, in una sola notte con la sua grande cultura musicale non propone un solo genere, ma tutto quello che ama e ascolta rispettando un discorso di base di frequenze e bpm, per non parlare della tecnica. Può passare una salsa dopo una traccia techno senza stonare, a me fa venire il vuoto allo stomaco.
Sono tanti i djs che mi emozionano, in genere li propongo. Sono fortunata, non c’è nessun dj che mi faccia venire la pelle d’oca che non abbia ospitato ad un mio party. Quest’anno per esempio Kink, Margaret Dygas e i Tale of Us ci hanno lasciati senza fiato, ma anche Jeff Mills.
Qual’è stato il più grande complimento che hai ricevuto in questi anni e quale, invece, la più grande offesa?
Ho lavorato con dei grandissimi artisti e ho avuto grandi soddisfazioni, ma il complimento più bello me l’ha fatto Rino Cerrone, mi disse davanti a tante persone che quando c’ero io ad organizzare, quando mi prendevo io cura del club e del resto, era tutta un’altra cosa e si percepiva subito. Un’altra cosa che ricordo con tanto affetto e orgoglio è quando facevamo i party assieme a Marco Carola, all’inizio della sua carriera, e lui a fine serata mi chiedeva se mi era piaciuta la sua esibizione, mi faceva troppo felice. Le offese che ho ricevuto negli anni sono tutte relative al maschilismo vergognoso che c’è nel mio circuito, ma forse ancora un po’ dovunque, per ottenere risultati ho dovuto fare il doppio di quello che fanno gli uomini: produrre i miei eventi, idearli, scegliere i resident, la linea comunicativa e grafica e lo staff. Comunque qualcuno mi chiama ancora pr..
Napoli, una città splendida nella quale vivi e nella quale lavori. Pensi che, sotto il punto di vista della club culture, abbia qualcosa in più rispetto ad altre città italiane, come Roma e Milano per esempio?
Guarda qui a Napoli si facevano grandi numeri già nel ’91-’92, non so se è stato così anche a Roma e Milano, gli Angels con i loro party dovrebbero entrare nel Guinness dei Primati, era assurdo. Per quanto riguarda la scena techno, il vero lustro era che avevamo dei resident pazzeschi, i clubbers sono cresciuti a pane e Carola, pane e Cerrone, non so se mi spiego.
Facciamo finta che io sono un giovane produttore che vorrebbe tanto iniziare a suonare in qualche party: ho quasi 20 anni, vivo nel mio piccolo studio e produco musica elettronica dalla mattina alla sera. Qual è il consiglio che puoi darmi per avviare la mia carriere?
Ora va di moda dire di essere dj/producer, può dirlo chiunque, ma il talento e la tenacia trovano sempre un’occasione. Bisogna ascoltare veramente tanta buona musica, avere uno studio serio. Onestamente bisogna anche conoscere le persone giuste. Comunque crederci molto e questo vale per tutte le passioni. Insistere, studiare, perfezionarsi.
Il prossimo appuntamento del Nice to Be vedrà salire in console lo storico Kevin Saunderson: il party è fissato per Sabato 19 Luglio, qui tutte le info dell’evento.