Per tre mesi sarà Nicolàs Jaar il curatore artistico di HET Hem il nuovo spazio espositivo alle porte di Amsterdam.
È Nicolàs Jaar, il produttore, dj e compositore per metà cileno e per metà statunitense, il curatore del “secondo capitolo” di HET Hem, il nuovo spazio espositivo dedicato alla cultura contemporanea e alla commistione di più discipline recentemente aperto a Zandaam alle porte di Amsterdam.
Gli spazi di una vecchia fabbrica di 10 mila metri quadri nella cittadina olandese di Zandaam, costruita nel 1956, dove, durante la guerra fredda, si producevano e testavano e munizioni destinate ai contingenti NATO, sono stati riconvertiti in un modello di infrastruttura culturale per i giovani, uno spazio espositivo che vuole essere anche luogo di condivisione e dialogo grazie alla musica, al linguaggio visivo, all’arte e al design.
Una forma di riconversione che ha come presupposto il concetto dell’arte capace di manifestarsi in diverse forme e in molteplici e inaspettate dimensioni.
Dal 21 settembre al 21 dicembre, Nicolàs Jaar trasformerà l’intero spazio in un centro di ricerca sperimentale, rispondendo così all’invito della direttrice Kim Truin, già alla guida dell’etichetta di musica elettronica NAME e del club TrouwAmsterdam, di dare alle persone una comprensione più attiva e inclusiva del nostro mondo attraverso l’arte.Secondo il cartellone dell’Het HEM, ideato dalla curatrice Rieke Vos, i quattro programmi previsti per ogni anno avranno inizio il primo giorno di ogni stagione, saranno targati come “capitoli” perché funzioneranno come storie e saranno realizzati in collaborazione con curatori ospiti che non provengono necessariamente dal mondo dell’arte visiva pur essendo, ognuno a loro modo, dei visionari.
L’artista in residenza selezionato per il Chapter 2WO che coincide con l’avvio della stagione autunnale è proprio Nicolàs Jaar, creativo capace di misurarsi con la composizione, la sperimentazione, la dimensione dei festival e la club performance, di recente applaudito alla Mostra del Cinema di Venezia per la colonna sonora di“Ema” premiata opera ultima del talentuoso regista connazionale Pablo Larrain.
Senza timore di smentire le sue qualità di innovatore e pensatore critico, nonché figlio d’arte, Jaar proverà ad avvolgere gli spettatori in una riflessione sul potenziale della musica e del suono, e sulla propria capacità di manifestarsi come qualcosa di fisico e allo stesso tempo di intangibile ma con un forte significato di resilienza e di cambiamento, anche politico.Ad affiancarlo in questo ambizioso progetto sarà lo Shock Forest Group, un collettivo di ricerca composto da architetti, cartografi, linguisti, codificatori, urbanisti, sound maker, biologi, genetisti, grafici e ingegneri che nel corso delle dieci settimane di residenza, studieranno suoni e frequenze – tra le mura e nei luoghi più prossimi alla struttura di Het HEM – con l’obiettivo di sviluppare uno strumento di risonanza diffuso che, se suonato in un contesto specifico, sia in grado di analizzare e ordinare (o disgregare) il contesto in cui si propaga, attraverso il suono, la luce e il movimento.
Dal 19 settembre le installazioni firmate da Nicolàs Jaar saranno i frame di una sola composizione sonora diretta dal performer cileno statunitense il quale proverà a far letteralmente “suonare”, in modo anticonvenzionale, le architetture post industriali dell’Het HEM.
L’installazione dal titolo “Phase Transition” accoglierà i visitatori dell’Het HEM all’ingresso dell’edificio mentre l’opera site-specific chiamata “Incomprehensible Sun”, realizzata nell’ex poligono collocato in un tunnel sotterraneo lungo 200 metri, tenterà di rispondere alla domanda di come sia possibile camminare attraverso una traccia musicale, con il ritmo e la durata determinati dalla velocità e della direzione in cui ci si sposta.
Nello spazio espositivo denominato White Cube sarà proiettato “Angelus Exul” la riflessione cinematografica di Jaar insieme al regista Rolando Hernandez sul celebre dipinto Angelus Novus del pittore genio dell’astrattismo Paul Klee e sui suoi significati sul senso della storia e del progresso dell’uomo; un’opera, quella di Klee, particolarmente amata dal filosofo Walter Benjamin.Un’altra installazione sarà esposta a partire dal 17 ottobre, a distanza di un mese dall’inizio del lavoro dei ricercatori del think-thank di collaboratori scelto da Jaar: si tratta di un lavoro realizzato da Jaar insieme a Vincent de Belleval e intitolato “Retaining the Energy, but Losing the Image” e che ruota intorno alla relazione tra suono e luce in una società sempre più guidata da accelerazione tecnologica ed algoritmi.
Il risultato dell’inusuale esperimento sarà dato dall’interazione di 10 riflettori rotanti capaci di catturare ed emettere in tempo reale frequenze sonore e radiazioni luminose.L’installazione sarà inaugurata con due concerti esclusivi in occasione dell’Amsterdam Art Event in programma il 16 e il 19 ottobre (pochi giorni dopo la performance di improvvisazione insieme all’artista messicana Stéphanie Janaina il 5 ottobre per il Roma Europa Festival), in occasione dei quali Nicolàs Jaar duetterà con altri musicisti ancora da svelare.
Durante tutta la durata della residenza faranno parte del Public Programme numerose performance giornaliere, oltre a talk, reading, performance e concerti cui prenderanno parte gli artisti e ricercatori del collettivo Shock Forest Group insieme ad altri ospiti.Le info per visitare Chapter 2WO sono disponibili sulla pagina ufficiale dell’Het HEM.