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Quando si fa un lavoro così dinamico come quello del dj, certo qualche imprevisto può accadere, ma la storia che è capitata ad Angy Kore ha veramente dell’assurdo calcolando che siamo nel 3mila.

Ecco il suo racconto postato poco fa sulla sua fanpage di Facebook.

Vi voglio raccontare una delle esperienze più traumatiche che ho vissuto nel corso della mia carriera di dj. 
Tutto inizia 2 giorni fa,ovvero lo scorso venerdì notte… Ho suonato a Stoccarda fino alle 7 di mattina, un’ottima serata e un pubblico super eccellente considerato anche l’orario.
Il giorno dopo sarei dovuto partire per Voronezh, in Russia, dove avrei suonato la notte stessa.
Da Stoccarda avrei dovuto fare 2 cambi prima della destinazione finale,a Düsseldorf e poi a Mosca. 
Arrivo in aeroporto e a causa di mancanza di sonno mi addormento su una poltrona all’entrata dell’imbarco del mio aereo, svegliandomi mezz’ora dopo la sua partenza. 
Disperato,per non perdere la serata e non dare segno di scarsa professionalità non resta che comprarmi un volo a mie spese. Riassumendo, dopo aver passato 2 ore alla ricerca di una soluzione che mi avrebbe portato a Voronezh in tempo per la serata, compro un volo da Monaco Di Baviera diretto per Voronezh e lo pago 550 euro. 
Il problema e’che avevo solo 3 ore per la partenza di questo volo, e l’unico modo per arrivare da Stoccarda a Monaco in tempo era in taxi. Così ne prendo uno e con “soli” 350 euro sono a Monaco  (e quando dico “soli”potete ben capire che parlo ironicamente). Da Monaco prendo il volo e arrivo finalemnte a Voronezh.  Se ne sono partite già 900 euro ma almeno sono contento perché credo di non aver perso la serata, con la conseguente restituzione di altro denaro agli organizzatori che mi avevano già pagato in anticipo. 
A Voronezh trovo un aeroporto desolato, luci soffuse, silenzio tombale, sembra quasi di essere tornato indietro di decenni.
Alla dogana aeroportuale esibisco i documenti e l’invito per ricevere il visto,e già vedo le loro facce stranite, ovviamente mi parlano in russo ma cerco di fargli capire che parlo solo inglese. 
Con tono autoritario e severo per non dire dittatoriale, mi chiedono come mai il volo che ho preso non coincide con la mappa del mio visto, ed io cerco di spiegargli la mia disavventura. 
Mi mettono in isolamento in una stanza e dopo diverse ore e un’accurata e invadente perquisizione mi accompagnano con un’auto del dopoguerra in una specie di edificio abbandonato, circondato da mura di cemento e filo spinato, praticamente situato in mezzo al nulla e senz’alcuna illuminazione esterna.
Qui potevo già ben capire che la serata non l’avrei più fatta.
Non sapevo che pensare durante il tragitto, un tragitto silenzioso su una strada sterrata e in uno scenario desolante fatto di sterpaglia, macerie e carcasse di vecchie automobili. 
Alle mie domande non ricevevo nessuna risposta, in più li vedevo sghignazzare tra loro e tutto questo non mi piaceva affatto. 
Non nascondo che iniziavo ad avere paura. 
Uno solo di loro parlava un inglese scadente e a un certo punto mi spiega che il mio visto era rimasto a Mosca, ed io, non essendo passato di li non avevo potuto convalidarlo, quindi ci sarebbero voluti giorni per essere rimpatriato in Italia, tantomeno avrei potuto mettere piede fuori senza di esso. 
Trattato quasi come un criminale vengo chiuso a chiave in una stanza fatiscente,
dove c’è un odore di urina nauseante, polvere ovunque, escrementi probabilmente di topo, muffa e ogni specie di insetto.
Un bagno al quale era praticamente impossibile entrarvi senza vomitare,
e tutto quello che avevo a disposizione era una bottiglia d’acqua, per di più calda.
Nessuna via di scampo per me, addirittura i balconi erano protetti da inferriate! 

Ma la sensazione più brutta non era tanto il disagio dovuto alle condizioni igieniche, continuavo a farmi 1000 domande come: quando sarei tornato a casa? Per quanti giorni ancora sarei rimasto chiuso in quella topaia? E se si fossero dimenticati che ero lì dentro?
Aver avuto una precisa scadenza e più informazioni mi avrebbe reso sicuramente più sereno!
Passo la mia notte ad ammazzare ragni e zanzare e a fissare un soffitto ammuffito con la testa su un cuscino praticamente nero che ho avvolto con una mia maglietta per evitare il contatto. 
Non oso immaginare quanta e che tipo di gente abbia dormito lì sopra prima di me, ma ho dubbi riguardo al fatto che sia mai stato lavato.
L’indomani verso le 12 mi bussano alla porta, mi portano del riso scotto e della carne di pessimo aspetto, l’odore è terribile e malgrado la fame davvero non riesco a ingoiare nulla di tutto ciò. 
Fortunatamente stavolta le guardie sembrano più rassicuranti e comincio già a sentirmi fuori pericolo. 
Mi dicono che sarei dovuto restare li fino a giovedì e poi mi avrebbero mandato via a spese loro.
Mi cade il mondo addosso, le lacrime mi scendono giù da sole.
Altri 4 giorni li dentro? Sarei diventato pazzo!
Mi propongono allora due alternative per tornare in Italia: 
1) Prendere un volo cargo (ovvero merci) fino a Nizza, dopo di che mi sarei dovuto arrangiare da solo. (Vi rendete conto?!?come si può proporre di viaggiare in una sorta di stiva?!?!?) 
2) Pagarmi un volo di tasca mia con scalo a Rodi (Grecia) per un valore complessivo di 270 euro. 
Ovviamente compro il volo per rodi immediatamente! 
Mi sparo le ultime 6 ore di attesa nella centrale di polizia dell’aeroporto (sono sincero, a questo punto avrei preferito aspettare le ultime 6 ore nella topaia almeno potevo fumare), e finalmente scortato da 2 guardie come un detenuto, vengo accompagnato fin dentro l’aereo. 
Solo allora mi viene restituito il passaporto! 
Dopo 3 ore e 30 sono sull’isola di Rodi, scendo dall’aereo e sono avvolto come da un vortice di gioia, una sensazione indescrivibile si legge dal mio sorriso folle che non riesco a nascondere! 
Finalmente di nuovo intorno a me regna la vita!
Gente che partiva spensierata, gente che arrivava eccitata, un sole acceso e di nuovo il profumo dell’estate!
Mi piombo nel primo bar e mangio l’impossibile! Alle 12.45 di notte, dopo quasi 2 interminabili giorni, prendo il volo per Roma,dove vi arrivo alle 2 di notte, e ad attendermi all’aeroporto due miei cari amici, che gioia immensa che ho provato!
Arrivo sporco e puzzolente, con qualche decina di morsi di zanzara
e sfoghi cutanei dovuti allo sporco, 1170 euro in meno,
ma tutto intero! 

La libertà è la cosa più bella che ci sia.”