Se un tedesco ci dice che i party li fanno meglio loro non possiamo dargli torto. Berlino è il cuore pulsante della filosofia del fare musica per passione. Un universo lontano dal glamour e dalle mode delle grandi capitali europee e americane, che hanno spesso ceduto alle logiche delle label discografiche.
Prima di Berlino, la città per eccellenza dell’avanguardia musicale tedesca è Francoforte. Qui la musica elettronica ha una storia iniziata negli anni ’80 e oggi raccontata al meglio nel nuovo spazio museale inaugurato nel 2018, il Momem.
Sì, perché probabilmente senza Francoforte non ci sarebbe la musica techno. Se figure come Sven Vaeth e club come il Cocoon prima e il Robert Johnson oggi sono stati fondamentali per la techno europea così come la intendiamo, la musica si è evoluta. Sono nate nuove realtà discografiche e oggi Francoforte ha una scena musicale che comprende label ormai solide da vent’anni. Nuove generazioni di artisti si stanno affacciando alla realtà elettronica tedesca.
Label come Oslo, Playhouse, Raum…musik, Pressure Traxx , Cecille o Running Back hanno portato avanti la tradizione techno di Francoforte. Anzi, hanno creato un movimento contrario che si concentrasse non più soltanto su suoni cupi e grigi , ma che esplorasse i confini della minimal house.
Questo è il caso di Raum…musik. La label nata dal genio di Dorian Paic ha compiuto vent’anni lo scorso anno, e oggi come non mai rappresenta appieno l’idea della musica made in Francoforte. Dorian Paic è riuscito a conservare all’interno di Raum l’idea di secessione di Francoforte rispetto al resto del mondo, creando un sound che, pur evolvendosi dalla techno dub alla minimal degli ultimi anni, mantiene personalità e carattere.
Nell’EP “20 Years Raum…musik”, uscito il 23 aprile del 2018, è raccontata la storia dell’etichetta con 8 tracce con alcuni nomi storici di Raum, tra cui Federico Molinari, Franco Cinelli, Phil Evans e John Dimas. Sono compresi nel progetto anche nuovi DJ che nella città di Francoforte hanno trovato casa. Tra questi l’argentino Jorge Savoretti e l’italiano Enrico Mantini.
Dorian è resident da 14 anni del party Cocoon ad Ibiza ed è amico intimo di Sven Vaeth. E, come se non bastasse, uno dei primi a credere in Raum…musik è stato Ricardo Villalobos. Quest’ultimo ha senz’altro dato una visibilità notevole al lavoro della label, una delle più longeve in Germania insieme a Perlon. E l’obiettivo della label di Francoforte per Dorian sta all’interno del suo nome stesso.
“Raum” in tedesco significa “spazio“. E spazio è inteso quello per la musica, spazio a nuovi talenti e non ai soliti nomi o a coloro che sono partiti da questa etichetta prima di diventare più popolari. Spazio al djing lontano da serate con troppi effetti speciali o una cura maniacale in aspetti di packaging dei dischi o di semplici campagne pubblicitarie. Raum arriva nuda e cruda. Come il suo suono, come il suo concept, riflettendo il pensiero musicale di Dorian in tutti gli aspetti.
Un’altra realtà che esiste da più o meno 18 anni, e che intorno a sé ha un circuito musicale vario quanto non mai e pieno di spunti interessanti di sperimentazione a Francoforte è la label Running Back di Gerd Janson.
Gerd Janson minimizza il successo e il grande fiuto che in questi anni ha avuto in fatto di tendenze musicali. La label tra le sue release vede affiancarsi la trance alla techno più cupa, a deep house e garage americano, riuscendo in tutti i casi a interpretare i gusti del suo pubblico.
Tony Humphries ha remixato la compilation che ha celebrato i quindici anni di Running Back , scegliendo 16 tracce iconiche della label. Da Todd Terje a Tiger & Woods, sono tanti i nomi che hanno contribuito a rendere il catalogo musicale dell’etichetta di Francoforte così potente e amato. Gerd ha curato ogni aspetto di Running, soprattutto ha garantito che la varietà di musica prodotta non creasse confusione, mantenendo un attenzione all’aspetto pubblicitario, grafico, e al mastering dei dischi, che andasse di pari passo alla qualità.
Midland ha dichiarato a proposito della label:
“Per me rappresenta qualità e varietà. È un’etichetta che tiene sempre un occhio fermo sulla pista da ballo, sebbene rifratta attraverso un prisma. L’ho scoperto circa 7 anni fa. Mi ha fatto venire fame. Per me il fascino dell’etichetta è che esiste un record di Running Back per ogni occasione e questo è il segno di una grande etichetta”.
Ma non solo le label che oggi ancora resistono hanno segnato l’importanza delle release made in Francoforte. Molte di queste oggi non esistono più,ma la loro impronta musicale è rimasta intatta.
Ad esempio è il caso di Ongaku Musik, che con le sue sotto-etichette Playhouse e Klang Elektronik è riuscita a dare un’impronta fortissima alla successiva evoluzione della musica techno. Nel settembre del 1993 Heiko Schäfer aka M/S/O e Atanasios Christos Macias aka Ata fondano l’etichetta Playhouse. Tra i suoi dischi manifesto senza dubbio va citato “Rest” di Isolèe uscito nel 2000 e “Open Door” di LoSoul, dove il tema della ricerca musicale è il confine sottile tra techno, house, ritmi funk ed influenze jazz.
Altra figura di riferimento è stata Roman Fluegel. Il suo lavoro è il simbolo del sound della label, che va dalla techno acid alla deep house ed electro al jazz, krautrock e ambient, arrivando persino a raggiungere il pop. Il progetto discografico è stato arricchito dalle importanti collaborazioni di Ricardo Villalobos e Habel. L’impronta Ongaku ha contaminato l’intera scena della musica elettronica degli anni ’90 e primi anni 2000.
Un’altra realtà discografica particolarmente influente nella scena di Francoforte è quella della label Cecille, fondata da Nick Curly e Marc Scholl nel 2008. La produzione dell’etichetta rappresenta quello definito come “Mannheim Sound”. Il ruolo di Cecille è stato sin dall’inizio quello di scoprire e incentivare i nuovi talenti. L’obiettivo è dettare uno stile che riscoprisse il calore e la profondità del suono techno minimal.
E l’intento è riuscito perfettamente, visto che Cecille, nel suo primo anno, è stata premiata come nona migliore etichetta da Resident Advisor. Artisti del calibro di Ilario Alicante, Robert Dietz e Marcus Fix hanno scelto questa label. Il successo di Cecille, però, ha avuto una battuta d’arresto nel 2014, nonostante le sue tracce siano state riproposte nei DJ set più recenti numerose volte. Un esempio viene dalla release del 2008 “Nesrib”, che è stata remixata da Archie Hamilton, rinnovando il sound originario più dritto tipico di Francoforte e trasportandolo in una dimensione contemporanea.
Un altro simbolo di Francoforte, che oggi purtroppo non esiste più ma che non smette di caratterizzare e risultare rilevante nella storia dell’evoluzione musicale della città sul Meno, è il famoso negozio di vinili Freebase.
Fondato nel 1994 dai DJ Carsten Schuchmann AKA Meat e Christopher Holz AKA Chris Wood. Ovviamente per anni è stato il perno per la nascita delle label e negli ultimi anni il suo fallimento è da ricercare in due fattori. Uno è lo spostamento di tutti quei DJ che hanno contribuito a dare fama alla scena tedesca, e che oggi sono sparsi nei club di tutto il mondo. Il secondo è, come per tutti i negozi di dischi, l’avvento del digitale.
Al suo posto, oggi possiamo apprezzare il lavoro svolto dalla crew di Gosu, negozio di dischi ed etichetta molto interessante. Grazie al lavoro di Manuel Schatz e soci, sta contribuendo a riportare le sonorità electro-house al centro della scena underground internazionale.
Ma se molte realtà che sono state fondamentali per la scena di oggi non esistono più, il futuro è la label Pressure Traax. Viene fondata nel 2012 da Frost e Einzelkind, quest’ultimo uno dei DJ che per anni è stato al centro della scena techno minimale e uno dei resident del Robert Johnson. Ha consacrato il suo successo con il remix EP di Villalobos. Il sound di Pressure Traax è sottolineato da forti linee di basso, battiti. Più pressione, più traxx, meno effetti di distorsione. Il suono del futuro di Francoforte.
Concludiamo segnalando Hardworksoftdrinks, un gruppo di DJ e label manager tra cui spiccano Max Vahhas, Cedric Dekowski & Felix Reifenberg. Da qualche tempo questi artisti si stanno facendo notare sul piano nazionale e internazionale con i loro party dalle lineup molto ricercate al Robert Johnson e gli EP dal sound electro-acid house.
“Di notte penso alla Germania / e poi perdo il sonno / non riesco più a chiudere gli occhi / ne sgorgano calde lacrime”: la citazione di Heinrich Heine è l’incipit del documentario “Denk ich an Deutschland in der Nacht” di Romuald Karmakar che racconta nel migliore dei modi la filosofia musicale elettronica tedesca. Una storia di dedizione, passione, sangue. E la città sul Meno ne è una conferma.
Francoforte ha dato molto al mondo dell’elettronica, e probabilmente ha ancora molto da dire nei prossimi anni.