Uno degli storici negozi di dischi della Capitale, Discoteca Laziale, firma un appello affinché chi di dovere non dimentichi i negozi di dischi, facendosi promotore di un messaggio che sembrerebbe condiviso dall’intero settore e anche di una petizione online.
Il settore della compravendita dei dischi è indubbiamente tra i comparti più danneggiati dalla situazione attuale, specialmente se si fa riferimento ai negozi di dischi fisici. Questi, come ogni altra attività commerciale non essenziale, son chiusi dall’inizio del lockdown, quindi da ormai due mesi, con un’ovvia e conseguente perdita di indotto di un certo peso.
A tal proposito Discoteca Laziale, storico negozio romano, ha emesso una nota in cui evidenzia i problemi che sta vivendo il mondo della musica e chiede risposte a tutti i soggetti, economici e non, coinvolti. Il comunicato, il cui testo è autoesplicativo ed è presente per intero più in basso, verte su punti fondamentali come l’adeguamento dell’aliquota IVA dei prodotti discografici al 4%, al pari dell’editoria.
Si chiede la mobilitazione e il supporto delle case discografiche, di tutte le etichette, degli artisti e di tutti gli attori coinvolti. Discoteca Laziale ha lanciato persino una petizione online su Change.org, La Musica è Cultura, che ha raggiunto circa 3500 firme in meno di una settimana. Con questa raccolta firme si rivolge al Presidente del Consiglio, al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini e alla Comunità Europea.
“Discoteca Laziale si fa portavoce di tutti i negozianti di dischi d’Italia, al fianco dei quali sta lottando in questi giorni bui.
Tanti sono stati i momenti di difficoltà che la nostra categoria ha affrontato nel corso degli ultimi anni, a denti stretti e sempre in silenzio; nonostante ciò, siamo sempre andati avanti spinti da una grande passione e dall’amore per il nostro lavoro.
Oggi, di fronte ad una sfida che da soli non riusciamo ad affrontare, chiediamo a gran voce il vostro supporto: l’aiuto delle case discografiche, l’aiuto delle etichette indipendenti, l’aiuto di tutti gli artisti del settore, l’aiuto di tutti gli attori che gravitano intorno al nostro mondo.
Abbiamo bisogno di voi tutti in primis per richiedere al Governo di adeguare l’aliquota Iva al 4% per i prodotti discografici, al pari dei prodotti editoriali. Il trattamento ingiusto che sinora abbiamo patito, alla luce dei nuovi eventi mondiali, non ha più ragion d’esistere.
Abbiamo bisogno di voi tutti, anche per mettere in piedi un piano di rilancio della nostra industria, tramite incentivi e fondi dedicati che garantiscano la ripresa economica di tutte le parti coinvolte.
Noi rappresentiamo quelle piccole “comparse” che hanno distribuito e diffuso il vostro catalogo artistico, siamo quei piccoli attori della filiera distributiva che propongono, raccomandano e consigliano il cliente finale, tramutando in vendita, la vostra opera, la vostra voce. La musica, che in questi giorni ha unito tutta l’Italia, da balcone a balcone, da piazza a piazza, da cortile a cortile, non merita di uscire sconfitta da questa guerra in corso.
Molti di noi, quando il Governo autorizzerà la ripresa commerciale, rischiano di non poter più aprire il proprio negozio, la propria bottega, la propria azienda.
Aiutateci, non lasciate che queste parole rimangano inascoltate, non lasciate che il silenzio prevalga sulla musica.”