Omar S, DJ e produttore americano, ha pubblicato due nuove tracce dal suo album “Fuck Resident Advisor”, che quest’estate rilascerà integralmente.
Omar S (all’anagrafe Alexander Omar Smith) non è certo uno di quegli artisti che le manda a dire o che segue rigidi canoni legati alla persona o alla sua immagine pubblica. Non si preoccupa di mantenere rapporti pacifici con gli altri produttori (“Non ho un bel rapporto con molti distributori di dischi, quindi perché buttare soldi?“) e soprattutto è pronto a far valere le proprie idee, anche a costo di risultare antipatico.
Il 26 maggio di quest’anno, dopo appena quattro mesi dalla pubblicazione di “You Want“, Omar S ha annunciato un nuovo mini album composto da sei tracce e dal titolo quanto mai scabroso e poco diplomatico.
Il produttore di Detroit, come spiega anche questo articolo, pare essersi risentito particolarmente per la recensione di Matt McDermott. L’editorialista di Resident Advisor, infatti, ha scritto che l’album è un buon prodotto “ma non all’altezza del produttore di Detroit“.
Veder comparire una recensione che non palesa toni del tutto soddisfatti su un magazine accreditato come Resident Advisor non deve essere una bella sensazione. Ognuno, poi, reagisce a modo suo: Omar S lo ha fatto nel suo stile.
Aspettative alte, voglia di maggior riconoscimento o semplice fiducia in se stesso potrebbero essere stati i motivi che hanno spinto Omar S a pubblicare un nuovo album con un titolo così inequivocabile e duro.
L’artista, comunque, non ha commentato la vicenda ufficialmente, ma è facile intuire che fosse proprio riferita alla recensione rilasciata dal giornale online.
“Fuck Resident Advisor“, inizialmente annunciato per il 19 giugno, è stato posticipato da Omar, ma il produttore di Detroit ha annunciato che sarà rilasciato su vinile ed ha pubblicato alcuni estratti per farci assaporare la nuova creazione in anticipo.
L’album contiene, in tutto, sei nuove tracce miste: alcune prodotte solo da Omar, altri con la collaborazione di come John F.M., Rick Wilhilte, Norm Talley e O B Ignitt. Infine, sarà pubblicato sull’etichetta dell’artista FXHE Records, tanto per rimarcare quanto detto ad inizio articolo.
Abbiamo ascoltato gli estratti dell’album (disponibili qui) e possiamo dire di trovarci dinanzi ad un prodotto di vera qualità. Si spazia dalla disco house all’elettronica più strumentale, riprendendo quelli che sono i tradizionali suoni delle origini.
Vi è la presenza di alcuni vocali, sebbene abbondantemente filtrati, spesso ridotti quasi a sussurri il cui significato è solo intuibile. Comunque sia, l’album presenta innegabile qualità. Domanda a voi lettori: se questa è la reazione, sarà giusto muovere più critiche (quando ammesse) agli artisti?