Prima che la storia della musica elettronica per colpa del Covid-19 diventi definitivamente materia di storia, l’annuncio dell’apertura dello spazio Our House cambia le aspettative sulla città che dovrebbe ospitare il primo museo dedicato al suono digitale.
E adesso Amsterdam rischia di superare a sorpresa Francoforte, accreditata come prima città europea destinata ad avere un museo unico nel suo genere; qui dovrebbe aprire, infatti, nel corso del prossimo anno Our House, il primo museo al mondo sulla dance culture.
Dall’estate 2021, in una location individuata ma non ancora resa nota il già ricco panorama museale di Amsterdam potrà fregiarsi anche di uno spazio espositivo “hi tech”, inedito nel concept e nella progettazione che ospiterà un’esperienza immersiva (“an immersive electronic experience“), raccontando la nascita e l’evoluzione della musica da ballo, attraverso le sue diverse ramificazioni, influenze e contaminazioni che si sono avvicendate dalla scena di Chicago e Detroit degli anni ottanta sino ad oggi attraverso le culture suburbane di Londra e Berlino passando per l’edonismo dei club di Ibiza e per la storia dei club più iconici di Amsterdam, come il Roxy.
Stando agli annunci sinora trapelati, l’esperienza unica, con un viaggio interattivo e multisensoriale dovrebbe, quindi, essere assicurata.
Jeroen Jansen, uno degli ideatori del progetto, coltivava l’idea da tempo ma quando, ormai due anni fa, apprese che il primo museo hip-hop avrebbe aperto a New York nel 2023 decise di realizzare il suo sogno. “il rock e il pop esistono da così tanto tempo e sono davvero istituzionalizzati. Il rock esiste da almeno settant’anni, ma l’hip-hop e la dance sono ancora relativamente giovani. Eppure sono diventate le culture dominanti in ambito musicale“, ha dichiarato in una recente intervista ai media locali.
Jansen – ex Chief Creative Officer di ID&T (la company olandese di enterteinment che produce, tra gli altri eventi, Tomorrowland) – non intende ancora svelare in quale zona di Amsterdam sarà collocato il nuovo spazio espositivo
I progetti sono ancora in fase di definizione: “Alcune idee potrebbero essere troppo grandi per la location” ha detto “ma sarà un museo futuristico con molta tecnologia, un viaggio nel tempo con uno sguardo al futuro, verso le direzioni che prenderà la dance. Ci sono così tante storie da raccontare e così tante sottoculture “, ha proseguito Jansen.
“I visitatori potranno provare l’esperienza di cimentarsi con campionatori, sequencer e drum machines e ascoltare la storia della musica house raccontata da alcuni tra i DJ e Producer più iconici e rappresentativi della storia recente”; inoltre “i visitatori potranno sperimentare l’esperienza di partecipare ad un grande evento quale un festival di musica elettronica”.
Per dare vita al progetto Jansen e la sua società Fourmation Enterteinment stanno lavorando a stretto contatto con il Dutch Experience Group, alcuni degli architetti artefici dell’Heineken Experience (spazio che in precedenza era stata progettato come una music hall) e dell’avveniristico FloriWorld ad Aalsmeer.
Tra i soci cofondatori di Our House ci sono anche Arne van Terphoven, giornalista e copywriter, autore di “Mary Go Wild – 25 anni di dance music nei Paesi Bassi” e Jan Maarten Hartong, fondatore della piattaforma di formazione olandese dedicata alla Dance Culture The School Of House: quest’ultimo sarà responsabile dell’Academy del museo e curerà l’organizzazione di masterclass per gli studenti che hanno completato il ciclo di scuola secondaria e ambiscono a diventare professionisti del settore oltre a corsi di perfezionamento professionali che vedranno nel corpo docenti anche una superstar DJ come Joris Voorn, alfiere riconosciuto della techno arancione.
Se le dichiarazioni di intenti saranno rispettate l’apertura di Our House potrebbe bruciare sul tempo quella del MoMEM, il Museum of Modern Electronic Music di Francoforte, il cui progetto è stato annunciato dal 2015 ma che tra lungaggini burocratiche ed una campagna di fundraising lanciata tra anni fa che non ha raggiunto le aspettative attese, deve ancora vedere la luce e aprirà presumibilmente anch’esso nel corso del prossimo anno.