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Abbiamo riascoltato e rivisitato “Nighttime World vol 1”, un grande classico di Robert Hood che proprio oggi compie 26 anni!

Il 1 luglio 1995 venne pubblicato da Cheap Records uno dei primissimi lavori del maestro Robert Hood: Nighttime World Volume 1. Un progetto che si colloca a distanza di un anno dal masterpiece Internal Empire, dal quale vuole distinguersi sia per toni che per sonorità.

Ebbene, il primo volume della saga Nighttime World è un viaggio intimo e personalissimo che descrive le tantissime sfumature di un artista eclettico – vi avevamo già parlato di lui in relazione ad un altro disco.

Sebbene piuttusto “semplice”, poiché composto da sole otto tracce, l’album riesce perfettamente nell’intento di immergere l’ascoltatore nella psyché dell’artista. Senza girar troppo attorno, entriamo nel vivo della discussione e valichiamo i limiti del comune tesserato dimensionale grazie alla musica di Robert Hood e a Nighttime World volume 1.. Non prima di averlo riascoltato!

Concept

Per apprezzare Robert Hood, bisogna lasciarsi affascinare da Robert Hood: la varietà delle sue produzioni e, soprattutto, l’eleganza del suo estro non può che stupire l’ascoltatore! Se Internal Empire (1994) è la grande cattedrale che dimostra la forza artistica del DJ, con Nighttime World volume 1 abbiamo un viaggio personalissimo e sfaccettato che dimostra i tanti colori del suo fare artistico.

Questo progetto, snello ed elegante, si articola in otto brani: Nighttime World volume 1 altri non è che un viaggio; un viaggio ambiguo, controverso e, a tratti, onirico. Ad un primo ascolto la grande fluidità del progetto è tale quasi da non far brillare i tecnicismi. Questo però non è un malus! Significa che l’ascoltatore è completamente travolto nel viaggio musicale proposto dall’artista ed è, anzi, quanto di più valido ci possa essere.

Il brano di apertura “Behind The Door” è il prologo narrativo di una storia di meraviglie. Ad ogni battuta il ritmo si fa più incalzante e trasmette davvero la sensazione di passaggio da una dimensione (il reale) ad un’altra (il sogno/lo spazio musicale) – come se ci fosse la transizione extradimensionale attraverso il reticolato.

Ulteriore menzione è riservata al brano “Episode No. 19“; un ambient in piena regola che merita di essere citato proprio per il ruolo che svolge all’interno della tracklist. Non ci sarebbero potute essere sonorità migliori per armonizzare i suoni più intensi della title track e le tinte blues di “The Color Of Skin” – che nelle atmosfere ricorda la musica di Miles Davis.

A distanza di anni questo concept album rimane ancora profondamente identitario poiché autentico: non vuole essere un vezzo stilistico o un concentrato di tecnicismi, piuttosto l’emozionante percorso musicale di chi ha fatto della propria passione ragion d’essere.

La cosa più pericolosa della tecnica è che essa distoglie da ciò che costituisce realmente l’uomo.

(Elias Canetti – La provincia dell’uomo)

Sonorità

I suoni proposti in Nighttime World volume 1 sono classici e, per questo, affascinanti. Il tutto risulta perfettamente in linea con l’idea di fondo che abbraccia il disco – il viaggio nella psyché dell’artista; vengono quasi del tutto abbandonati i toni minimal di Internal Empire, per abbracciare ancor più agilmente i groove house e downtempo del progetto.

Molto interessante l’uso delle drums. Prendendo molto dal downtempo, questo disco non ha una conformazione omogenea a livello ritmico, basti anche solo pensare alla graduale variazione in termini di BPM che intercorre durante tutto l’album.Nighttime World

È facilmente intuibile che il tutto si struttura come una “continua contrazione”, che alterna stasi (pars destruens) e armonia (pars costruens): a momenti di assoluta frenesia con una cassa stringente in quarti, vengono alternati momenti di calma in cui è il solo synth (o quasi) a dettar legge. Questo è il cosmo onirico a cui Robert Hood ha dato movimento.

All’interno della tracklist spiccano anche altri due brani: ci riferiamo a “Nighttime” e ad “Electric Nigger Pt.1“. Le due canzoni riassumono perfettamente le due anime (contrastanti) alle fondamenta di questo disco. Da un lato, “Nighttime“, che guarda alla classic house e alla techno di Detroit; dall’altro abbiamo “Electric Nigger Pt.1” che ha una filosofia a sé stante: un suono di rottura, teso alla sperimentazione e a creare qualcosa di unico.

Stile

Lo stile del disco è quasi sempre cangiante: per niente scontato e mai banale, forse il punto di maggiore peculiarità (e complessità) dell’intero lavoro. Diciamo questo perché Nighttime World volume 1 per sua stessa struttura – come abbiamo già sottolineato – non è un lavoro teso ad esaltare gli elementi tecnici, quanto piuttosto quelli emotivi, tanto dell’artista quanto dell’ascoltatore.

Il disco risulta essere coinvolgente: si viene completamente proiettati in una nuova dimensione che è si musicale, ma che è anche simpatetica. Chiunque ascolti è avvolto in un mix di suoni che trasmettono passione e concettualità, idea e lungimiranza; un mondo ben congeniale all’indole di un artista che si fa conoscere brano dopo brano.

Ad un primo ascolto, però, non è detto che si capisca dove Robert Hood voglia andare a parare con questo disco. Il Nighttime World volume 1 si chiude con il brano “Stark Reality“, letteralmente “la cruda realtà”. Qual è dunque questa “cruda realtà” ? Simboleggia semplicemente la fine del viaggio o una sorta di “demagificazione del mondo” creato dall’artista? Queste le domande che bisogna porsi e che si pongono come condizione di extrema ratio di Nighttime World volume 1.

Sicuramente l’interpretazione univoca, mai come in questo, non può sussistere: parliamo di soluzione finale e di interpretazione, proprio perché connubio di sensazioni che solo chi ascolta è in grado di percepire. L’ascoltatore, dunque, è anche vero autore: colui che, in ultima istanza, definisce come la storia si conclude.

Robert Hood Nighttime WorldConclusione

A distanza di ben 26 anni, Nighttime World volume 1 si conferma non come un lavoro imponente, piuttosto come una gemma preziosa che, oggi come all’ora, sa distinguersi in un contesto musicale che vede continuamente l’uscita di prodotti sempre “nuovi” e sempre più “tecnicamente perfetti”. La bellezza di lavori come questo sta nel loro essere fruibili e, al contempo, complessi: in una parola? Non banali!

Nighttime World mette in campo tutta la personalità di un uomo che ha un’identità forte e la riversa tanto nelle melodie quanto nei ritmi e, alle volte, anche nei minuti di silenzio.

Nighttime World vol.1 - Robert Hood
Concept personale ed irriverenteSonorità sempre attuali
Impegnativo nella comprensioneStile non adatto a tutti
4.2Overall Score
Concept
Sonorità
Stile