Maya Jane Coles tornerà il 29 ottobre 2021 con il nuovo progetto musicale: “Night Creature”. Lo abbiamo potuto ascoltare in anteprima e c’è davvero tanta personalità all’interno della tracklist. Un disco insolito che si delinea come un omaggio a tutti coloro che abitano il mondo della notte.
Maya Jane Coles è una delle Dj più importanti del panorama internazionale: di origini anglo-giapponesi, è da diversi anni un’icona del clubbing internazionale. Alle spalle grandi successi e grandi collaborazioni: inizia la sua carriera musicale nel lontano 2008 quando pubblica i suoi primi singoli per Dogmatik Records. Negli anni segue anche un progetto parallelo, She is Danger – che la vede protagonista insieme a Lena Cullen – dai tratti dubstep e IDM.
Il suo background musicale è estremamente variegato passando dal trip hop al drum ‘n’ bass, dalla techno alla deep house. Insomma, un vero e proprio meltin’ pot di stili! Tutto ciò fa di Maya Jane Coles un’autentica macchina da guerra (musicale) volta alla sperimentazione.
Il 29 ottobre 2021 sarà pubblicato il suo nuovo progetto Night Creature, un lavoro in cui tutte le influenze artistiche emergono prepotentemente. Abbiamo avuto il piacere di ascoltarlo in anteprima: di seguito troverete la nostra recensione ma, per adesso, riascoltiamo insieme questo nuovo entusiasmante disco.
Concept
Il nuovo progetto di Maya Jane Coles brilla fin dal primo ascolto perché parla di noi: parla del mondo della notte, parla di tutti coloro che vivono un certo tipo di emozioni. Quella che si presenta altri non è che una notte fatta di sfumature e, come tale, cambia costantemente in modo quasi randomico. Man mano che ci si fa avanti all’interno della tracklist il suono e i ritmi diventano più grevi: stridenti se presi singolarmente, perfetti nella loro unione.
La title track con cui si apre Night Creature è l’incipit perfetto, poiché in grado di trasmettere quella sensazione di genuina eccitazione; rimane però costante l’idea che ci sia qualcosa in più. Fin da subito, si è catapultati in un ritmo che muta – e che potrebbe risultare addirittura confusionale: eppure, ha un ordine e un gusto preciso. Trasmette un inizio incerto, tutto teso alla scoperta.
Passando attraverso brani come “True Love” o “Run to You” – con la collaborazione di Claudia Kane, più volte presente nell’album – si arriva agevolmente a “Die Hard” e “Devil’s Dance”. Il messaggio che traspare, tanto dalle liriche quanto dai titoli delle canzoni, è fortissimo. Abbiamo una visione edonista della notte, priva di scrupoli o limitazioni di sorta: ogni cosa è puro piacere.
Si scende sempre più nell’intimità della notte con “Hypnotised”, un brano in grado di trasportare l’ascoltatore in una dimensione meta-onirica: la voce di Lie Ning si sposa perfettamente con la strumentale proposta da Maya Jane Coles. Sembra quasi che l’artista berlinese, attraverso la voce, svolga il ruolo di “Virgilio”, indicando la via da seguire attraverso i suoni fumosi della canzone.
Nei brani successivi, seguirà l’abbandono di questa dimensione “piacevole” – teniamo sempre ben a mente l’elemento del rapporto tra notte e piacere. Un abbandono che si figura come violento: lo si può avvertire dai suoni che si fanno sempre più stridenti ed acuti; pensiamo al brano “Survial Mode” o, ancora, alla successiva “Need”. Il tutto si conclude nel modo più coerente possibile: tre brani che disegnano la fine di una nottata frenetica.
“Light” brano in collaborazione con Karin Park, “Slooow Jam” ed, infine, “Ending” costituiscono la chiosa finale della dimensione fantastica, la conclusione di tante emozioni che colorano la (nuova) variopinta omogeneità dell’oscura notte. La “Creatura Notturna” siamo noi, e le emozioni di cui Maya Jane Coles racconta sono proprio le nostre: noi amanti della notte.
Sonorità
In termini di suoni proposti, Night Creature è perfetto: siamo sicuri che nessuno avrà dubbi a riguardo. Il motivo è semplice! Abbiamo costantemente variazioni di suono e ritmo: l’intero progetto non diventa mai ripetitivo e, anzi, spinge sempre ad un ulteriore ascolto per cogliere le varie sfumature.
Il brano di apertura – “Night Creature” – fa capire subito dove l’artista voglia andare a parere con questo disco. Sebbene si apra con una classicissima cassa in quarti, a circa metà abbiamo variazioni di ritmo in pieno stile breakbeat. Una lieve sfumatura, certo, non fa gridare al miracolo, ma concede quel quid in più al brano, in grado di trasportare l’ascoltatore nell’immaginario di Maya Jane Coles. I dettagli son quelli che fanno la differenza, e rendono lavori come Night Creature davvero unici.
All’interno di questo album di 16 tracce colpiscono alcune sequenze: è questo il caso di “Monday Mood” e “Survival Mode“. È interessante notare, tanto a livello concettuale quanto a livello sonoro, la successione delle due canzoni. Nel primo brano citato abbiamo un componete melodica predominante, su un tappeto ritmico in classico 4/4. Il synth utilizzato ha un suono piuttosto ovattato e trasmette perfettamente quella sensazione di stordimento – tipica di un lunedì mattina.
Nel secondo brano, invece, abbiamo le drums ad essere vere protagoniste: ai kick seguono percussioni tribal in rapida sequenza, che paiono quasi raddoppiare la lunghezza della battuta. Il filo conduttore sono le vocals: in entrambi, troviamo campioni vocali di simile fattura; a differenziarli è la velocity di esecuzione, nel primo molto rilassato, nella seconda molto più incalzante.
Stile
Night Creature è molto interessante stilisticamente. Le contaminazioni musicali costituiscono la chiave di lettura dell’intero progetto. È necessario però partire da un presupposto importante, quale la storia artistica di Maya Jane Coles. La Dj britannica infatti ha un trascorso estremamente variegato, e Night Creature ne è la più completa espressione.
Non è un caso che si passi dalle sonorità classiche del Glitch e dell’IDM, fino ad arrivare al trip hop. Se il progetto “Maya Jane Coles” vede la prevalente produzione in stile techno, è anche vero che, agli esordi, l’artista era parte di She is Danger – con la collega Lena Cullen: il duo sperimentava verso sonorità che oscillavano fra drum ‘n’ bass ed hip hop.
Night Creature è proprio l’unione di questi due mondi. È veramente entusiasmante notare come si riesca a passare rapidamente da sonorità più classiche legate al panorama techno a quelle di matrice urban: ne è un esempio il brano “Light”, in cui si respira quel fondo musicale tipico del grime, orginario proprio di Londra.
Un ulteriore merito di Night Creature è quello di aver saputo sfruttare sapientemente i featuring: Claudia Kane, Julia Stone, Lie Ning e Karin Park costituiscono veramente un valore aggiunto all’interno progetto. La loro voce è il perfetto collante all’interno di un disco che, pur essendo zeppo di tecnicismi, riesce a risultare estremamente godibile e scorrevole.
Conclusione
Concluderei parlando del workflow generale del disco: con Night Creature abbiamo un lavoro in cui tutta l’esperienza di Maya Jane Coles come Sound Engineer si sente. Tutti i brani sono perfettamente collegati tra loro: potreste pensare che tale collegamento sia di carattere puramente tecnico, dove l’outro di un brano viene “appicciato” in fase di mixing all’intro successiva. E invece no: non è così! È un lavoro molto più raffinato e con un’impronta stilistica eccezionale. L’artista londinese infatti sfrutta suoni, melodie e ritmi simili, al fine di creare una miscela in grado di non far mai sentire il passaggio da un punto all’altro del disco. Night Creature è un ottimo lavoro, e non c’è altro da aggiungere.