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Paul Ritch firma il ritorno sulla sua label Quartz Records con il nuovo “Olympe Ep”, di cui svela i dettagli qui su Parkett, regalandoci un’anteprima della traccia “Sultan”.

Paul Ritch è un artista che negli anni ha saputo senz’altro interpretare il cambiamento. Il dj parigino è riuscito a non cadere nella trappola delle tendenze, ma a saper declinare il suo sound verso nuove forme e progetti. Una capacità che gli ha consentito di rimanere sempre ai vertici della scena.

Oggi Paul è tornato con un nuovo Ep su Quartz Records, la sua label , concepita come una piattaforma artistica dove il protagonista assoluto è rimasto negli anni il talento. “Olympe Ep” è un lavoro, che come si evince dal titolo, punta ad essere monumentale e rimanere impresso nel tempo.

Un saggio sulla concezione di techno di Paul, in cui sound più oscuri incontrano groove ipnotici, in cui non c’è staticità ma consapevolezza e maturità artistica. Abbiamo voluto parlarne con Paul, che ci ha raccontato un po’ di lui e dei suoi prossimi progetti futuri.

Ciao Paul. Benvenuto su Parkett, è un vero piacere averti come nostro ospite. Innanzitutto vorrei iniziare questa intervista chiedendoti in ​​che parte del mondo sei adesso e come stai vivendo questo periodo post-pandemia.

Ciao e grazie per avermi ospitato. Attualmente sono a Parigi, sono davvero felice di vedere riaprire con successo club e festival. È stato piuttosto pesante per artisti e promoter in questi ultimi 2 anni, quindi sono felice di vedere gli artisti suonare in giro e le persone che si divertono a uscire di nuovo senza restrizioni.

Parigi è la città in cui inizia la tua storia. Cosa porti con te dai tuoi esordi nella scena elettronica e c’è qualche aspetto di quei primi anni verso cui senti nostalgia?

Cerco di portare la stessa passione, rispetto e dedizione e rimanere fedele a me stesso. Non sono tanto una persona nostalgica; mi piacciono i cambiamenti e l’evoluzione e mi piace andare avanti. Immagino che ogni periodo abbia il proprio processo. Come produttore ho pubblicato il mio primo EP nel 2006 perché stavo postando la mia musica su Myspace, quindi erano i primi tempi degli strumenti dei social media, direi che rispetto ad oggi il fatto che le piattaforme social impediscano ai tuoi fan di vedere cosa fai se non pubblichi regolarmente qualcosa è il più fastidioso.

Il tuo concetto di techno ha sempre avuto come parola d’ordine il concetto di avanguardia. Ma cosa significa per te questa parola e come si è evoluto il significato di avanguardia musicale nel corso degli anni?

Non direi che la mia techno è davvero “avant gardiste”, la cosa principale quando produco è cercare di mantenere la mia identità e spingere i confini mentre produco. C’è un fascino sempre acceso che non si ottiene al primo punto solo perché è fuori dalla tua zona di comfort e ho sempre cercato questo tipo di approccio.

Come ho detto, mi piacciono i cambiamenti e l’evoluzione nella musica elettronica. Rimango sempre stupito quando sento le tracce di qualcuno e mi sento come se non avessi mai sentito questo tipo di trama o il modo in cui la batteria è mixata, amo i produttori musicali che si prendono dei rischi e infrangono le regole. Dà sempre nuove prospettive, ormai da molti anni viviamo sempre di più nel mondo digitale, ha aperto tante porte al processo di creazione.

“Olympe Ep” è il tuo ultimo album che esce il 27 maggio su Quartz Rec ords, la tua etichetta. Come è stato concepito questo nuovo disco?

L’idea alla base di “Olympe” era quella di prendere la stessa base che è il basso principale e creare una serie di tracce con lo stesso elemento con una prospettiva diversa. Tranne che per “Kalimba”, che è una traccia che ho fatto l’anno scorso e l’ho adorato, non volevo che questa traccia rimanesse nel mio disco rigido per sempre come molte altre.Mi sentivo bene ad averla nell’EP.

La traccia che presentiamo in anteprima su Parkett descrive perfettamente la tua capacità di far evolvere il tuo suono in una maniera senza precedenti, rimanendo fedele a te stesso. Come fai a rimanere sempre così fortemente riconoscibile mentre sperimenti costantemente?

Non lo so, immagino perché faccio musica con i sentimenti, non prevedo nulla, seguo solo il flusso e la mia emozione musicale.

 

“Kalimba” è la traccia più oscura dell’EP, forse quella più legata alle tue produzioni passate. Allo stesso tempo, all’interno del suo suono cupo, riesce a toccare emotivamente l’ascoltatore. In un certo senso, penso, questa magia emotiva che crei con la tua musica ha ampliato il concetto stesso di techno, non relegandolo al concept ristretto del brano, ma portando questa musica anche in una dimensione di ascolto. Cosa ne pensi?

Sì, Kalimba è un buon esempio in cui non si segue la costruzione di base di una traccia techno con molte interruzioni e un certo codice techno, ma la si vive più come un viaggio mistico.

La tua etichetta nasce come piattaforma artistica, dove il talento è il vero protagonista. Oggi il successo di molti dj avviene tramite il web, che ha sicuramente cambiato le logiche e i protagonisti. Come vedi questo cambiamento e pensi che la qualità della musica, in generale, è stata influenzata?

Come hai detto Quartzrec è una piattaforma artistica dove il talento musicale è il vero protagonista quindi la logica non è cambiata per me e il mio modo di pubblicare la musica degli artisti. Fortunatamente il produttore che si interessa mandandomi demo è quello che costruisce il suo mestiere come produttore e vogliono convogliarlo nella musica elettronica.

Compro molta musica, specialmente su Bandcamp dove praticamente tutti possono postare la propria musica e venderla, è davvero una miniera d’oro per la nuova musica!

Una delle ultime volte che ti ho sentito suonare penso sia stato a Thuishaven, un posto dove mi sentivo molto a tuo agio. Ci sono luoghi in cui senti di poterti esprimere al meglio?

Oh sì, ricordo che Thuishaven era davvero carino. Amo questo posto! Amsterdam è sempre stata davvero uno spazio aperto per esprimerti come DJ. Il pubblico olandese ha avuto questa cultura del club per così tanto tempo. Il luogo perfetto è quello in cui suoni, luci e folla sono collegati tra loro.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi e le nuove sfide che vuoi superare a livello musicale, visto che sei una persona a cui piace andare oltre la propria zona di comfort e ama cercare sempre nuovi modi di interpretare e creare?

Di recente ho fatto molta musica e ho pensato che sarebbe stato fantastico pubblicarla questa volta come un nuovo live set e vedere come va.

Grazie per essere nostro ospite!

ENGLISH VERSION

Paul Ritch signs the return on his Quartz Records label with the new “Olympe Ep”, of which he reveals the details here on Parkett, giving us a preview of the track “Sultan”.

Paul Ritch is an artist who has certainly been able to interpret change over the years. The Parisian DJ managed not to fall into the trap of trends, but to know how to decline his sound towards new forms and projects. An ability that has allowed him to always remain at the top of the scene.

Today Paul is back with a new Ep on Quartz Records, his label, conceived as an artistic platform where talent has remained the absolute protagonist over the years. “Olympe Ep” is a work, which as the title suggests, aims to be monumental and to remain impressed.

An essay on Paul’s conception of techno, in which darker sounds meet hypnotic grooves, in which there is no static but awareness and artistic maturity. We wanted to talk about it with Paul, who told us a little about him and his upcoming future projects.

Hello Paul. Welcome to Parkett, it’s a real pleasure to have you as our guest. First of all I would like to start this interview by asking you where in the world you are now and how you are experiencing this post-pandemic period.

Hello and thanks for having me. I am currently in Paris, I am really happy to see clubs and festivals reopen successfully. It has been pretty heavy for artists and promoters these last 2 years, so I am glad to see artists playing around and people enjoying going out again without restrictions.

Paris is the city where your story begins. What do you bring with you from your early beginnings in the electronic scene and is there any aspect of those early years that you feel nostalgic about?

I try to bring the same passion, respect, and dedication and stay true to myself. I am not so much a nostalgic person; I like changes and evolution and I like to go forward. I guess every period has his (her) own process. As a producer I released my first ep in 2006 because I was posting my music on Myspace so it was kinda the early days of social media tools, I would say compared to today the fact social platforms restrict your fan (from) seeing what you do if you are not regular posting something is the most annoying.

Your concept of techno has always had the concept of avant-garde as its watchword. But what does this concept mean to you and how has the concept of musical avant-garde evolved over the years?

I wouldn’t say my techno is really “avant gardiste” the main thing when I produce is trying to keep my own identity and pushing boundaries while I produce. there is a fascination always-on music that you don’t get at the first point just because it’s out of your comfort zone and I always have been searching for this kind.

As I said, I like changes and evolution in electronic music. I am always amazed when I hear tracks of someone and I feel like wtf I never heard this type of texture or the way drums are mixed, I love music producers that take risks and break rules. It always gives new perspectives, for many years now we live more and more in the digital world, it opened so many gates for the creation process.

“Olympe Ep” is your latest album which comes out on May 27th on Quartz Rec ords, your label. How was this new record conceived?

The idea behind “Olympe” was to take the same base which is the bass leads and make a series of track with the same element with a different perspective. Except, for “Kalimba” which is a track I did last year and I loved it, didn’t want this track to stay in my hard drive forever like many others 🙂 I felt was a good one to have on the ep.

The track we preview on Parkett perfectly describes your ability to evolve your sound in an unprecedented way, while remaining true to yourself. How do you manage to always remain so strongly recognizable while constantly experimenting?

I don’t know, I guess because I make music with feelings, I don’t predict anything I just go with the flow and my musical emotion.

 

“Kalimba” is the darkest track of the EP, perhaps the one most linked to your past productions. At the same time, within its dark sound, it manages to emotionally touch the listener. In a way, I think, this emotional magic you create with your music has expanded the very concept of techno, not relegating it to the narrow concept of the track, but bringing this music to a listening dimension as well. What do you think about it?

Yes, Kalimba is a good example of not following to the basic construction of a techno track with many breaks and a certain techno code but more taking it as a mystical journey.

Your label was born as an artistic platform, where talent is the real protagonist. Today, the success of many DJs takes place via the web, which has certainly changed the logic and the protagonists. How do you see this change and find that the quality of the music, in general, has been affected?

As you said Quartzrec is an artistic platform where musical talent is the real protagonist so the logic didn’t change for me and my way of releasing artists’ music, fortunately, the producer who gets interested by sending me demos are the ones who build their craft as producers and want to involve in electronic music.

I buy a lot of music, especially on Bandcamp where basically everyone can post their music and sell it, it is really a gold mine for new music!

One of the last times I heard you play I think it was in Thuishaven, a place where I felt you were very comfortable. Are there any locations where you feel you can express yourself at your best?

Oh yes, I remember Thuishaven was a really nice one. I love this place! Amsterdam has always been really an open-minded space to express yourself as a DJ. Dutch crowd has had this club culture for so long, the perfect location is the one where sounds, light, and crowd are connected to each other.

What are your next goals and new challenges that you want to overcome on a musical level, given that you are someone who likes to go beyond his comfort zone and always seek new ways to interpret and create?

I did recently many music and thought might be great to put it out as a new live set and see how it goes 🙂

Thank you to be our guest!