fbpx

Dj Red, musicista eclettica e appassionata, tra le produttrici più apprezzate della scena elettronica europea, si racconta a Parkett

Dj Red (Simona Calvani), nata a Roma e residente dell’iconico Goa Clubrappresenta una figura fondamentale per la crescita dell’elettronica, soprattutto nella scena romana. In continuo viaggio tra Roma e Berlino, il suo progetto musicale si apre ad una sonorità scenica originale, seducente e avanguardistica.

Dj Red, chiuderà Terraforma 2022, e a tal proposito l’abbiamo invitata su Parkett per raccontare come è nata la sua passione per la musica, divenuta espressione di un percorso artistico molto personale, sempre sotto l’egida di uno stile in evoluzione attentamente ricercato.

Ciao Dj Red benvenuta su Parkett.

Ciao ragazzi, grazie per avermi invitata.

Nata a Roma ma musicalmente tanto legata a Berlino. Quanto nella tua musica queste due realtà, apparentemente diverse, si incontrano?

Queste due realtà si intrecciano spesso, in quanto sono molto legata a Berlino. Ho tanti amici cari che vivono lì, è una città che mi ha sempre fatto sentire a mio agio nel potermi esprimere musicalmente. Da sempre punto di riferimento e fonte d’ispirazione. Amo suonare nei club berlinesi, la gente è veramente interessata alla musica…non c’è cosa più gratificante per chi sta suonando.

La tua musica è molto seducente, ipnotizza, perfettamente avanguardista: quando è nata questa passione? Avevi un’idea chiara sin dall’inizio sulle ispirazioni del tuo progetto?

Questa passione nasce dall’amore che ho da sempre per la musica, inizialmente facevo altro studiavo all’accademia di moda e costume a Roma e lavoravo come stilista. Mi piaceva andare nei club, nei centri sociali e nei primi rave party che cominciavano a spuntare in quegli anni, ma onestamente non pensavo che avrei fatto questo nella vita!

A 20 anni vivevo in una casa fuori Roma con alcuni amici appassionati di musica elettronica, li passavamo giornate intere ad ascoltare artisti come: Squarepusher, Aphex Twin, Metamatics, Future Sound of London, Kraftwerk, LFO, Muziq, Pansonic, Autechre, Monolake, Bords of Canada, PLAID e tanti altri.

Spesso facevamo delle feste private a casa ed è lì che iniziai a mettere i primi vinili. Sono passati molti anni e sembra quasi impensabile, ma queste feste sono diventate così speciali che continuiamo a farle ancora oggi. Proprio con i miei compagni cominciai a capire che la musica era un progetto importante all’interno delle nostre vite. successivamente vennero le prime serate e un susseguirsi di cose che mi hanno portata a scegliere tra il mio lavoro iniziale e la musica, ed ho scelto la musica.

Non c’era un progetto iniziale, si è creato nel tempo.

La tua espressione musicale non si riduce al suono ma si esprime attraverso concezioni visive, inserendosi tra le proposte più originali degli ultimi tempi. Tutto questo trova luogo in un’idea di base che cambia con il tempo oppure si rigenera al passo di un gusto in costante evoluzione?

​Si rigenera costantemente attraverso la ricerca, lo studio e il tempo che investi in quello che fai, il tutto è un processo in costante evoluzione che non smette mai di fermarsi.

Nei diversi lavori di questi anni c’è una consequenzialità, un filo comune che unisce un album all’altro. Possiamo parlare di una crescita interiore sempre più sofisticata?

Ho sempre cercato di mantenere una consequenzialità’ nelle mie produzioni. La crescita c’è ogni giorno ed è fondamentale in un percorso personale e artistico.

Dopo gli anni complicatissimi per tutto il mondo artistico, musicale e creativo, sembra che questa estate possa davvero segnare una chiara ripresa e un ritorno alla normalità. Quanto è importante per un artista il contatto con il pubblico? Quali sono le difficoltà di un ritorno in scena dopo un po’ di tempo?

Ora si intravede una ripresa e questo è elettrizzante dopo tutto questo tempo ferma. Il contatto con il pubblico è tutto!  Senza il pubblico non avrebbe senso suonare. Il flusso che si crea con le persone che ballano davanti a te è qualcosa di magico, il suono che attraversa tutti noi è un’esperienza che ci unisce. Le difficoltà in questo momento sono ripartire, per il resto sono fiduciosa, non vedo difficoltà anzi è un’opportunità per rimettersi in gioco.

Tra gli impegni che caratterizzeranno la tua di estate, c’è Terraforma 2022. Terraforma è il festival che da anni propone una scena clubbing ben inserita tra sperimentazioni artistiche, innovazione ed eco-sostenibilità. Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua performance che chiuderà questa edizione tra tantissimi nomi internazionali del mondo dell’elettronica?

Sono davvero entusiasta di partecipare a quest’edizione di Terraforma, sento che sarà’ qualcosa di speciale, quello che suonerò ancora non lo so, mi piacerebbe fare un set che abbracci tutti per concludere le danze.

Sul tuo profilo Instagram, quotidianamente, scrivi messaggi di positività verso la vita, affermando quanto sia importante nutrirsi di amore e libertà per l’amore. Quanto la musica può avere la forza di abbattere le diversità, di sospendere le incomprensioni trovando un luogo che appartenga a tutti?

La musica è così potente che non ha bandiere, non ha colori, non ha tutti quei pregiudizi che ci allontanano gli uni agli altri, la musica è di tutti, la musica ci ha sempre unito andando oltre ogni barriera, la musica è di chi l’ascolta.

Dj Red, ultima domanda. Stai lavorando a progetti futuri che puoi già anticiparci?

In questo lungo periodo ferma mi sono dedicata alla produzione, al momento sto lavorando su alcune release che vorrei far uscire ma non so ancora su quale label usciranno.

Giulia Massara