fbpx

Storico dj resident del Tenax di Firenze e fondatore dei party Fragola e Sunflower. Italian Affair presenta Cole.

Colori, musica, tecnica altissima e tanta esperienza descrivono facilmente Cole. Parte da giovanissimo per un percorso incerto, quello della musica, ma che per lui era chiarissimo. Oggi dj con 20 anni di esperienza, organizzatore e mente creativa di molti progetti, ha avuto il privilegio di cominciare affianco a personaggi che in Italia hanno scritto pezzi di storia. Questo gli ha donato fin da subito una visione molto umile e sincera del settore musicale, in tutte le sue forme. Cole ha molto da raccontare e noi di Parkett ci siamo lasciati guidare.

Lo scorso 21 Maggio, ospitati da Minù al Circolo degli Illuminati di Roma, abbiamo fatto una chiacchierata con Cole che successivamente ci ha deliziato con un dj set house, colorato da molte influenze elettroniche e intervallato da pezzi di altissimo livello. Un set divertente e ben calibrato, preceduto da una selezione attenta e ricercata di Germano Ventura, resident del Circolo.

Cole at Tenax Club – Fragola’s Night.

Ciao Cole! È un piacere averti qui su Parkett e benvenuto su Italian Affair. Iniziamo con una domanda di rito: quando avevi 16 anni circa era il 2000, la techno spingeva forte e l’house anche. Ti andrebbe di raccontarci gusti, preferenze, scelte musicali personali e albori della tua carriera da dj?

Bene. Sì ormai più di 20 anni fa, cominciai ad avvicinarmi al mondo del clubbing dalla musica techno, all’epoca in Toscana per mia fortuna, la scena era molto forte, avevamo locali come l’Insomnia, l’Imperiale e il Jaiss e fu proprio quest’ultimo a far scattare in me la scintilla. All’epoca i Dj resident Gabry Fasano & Athos (pionieri senza tempo a cui più mi sono ispirato nei miei primi passi) dominavano la scena, ma allo stesso modo lì, già si guardava all’Europa e al resto del mondo, stringendo collaborazioni e invitando Dj internazionali per il vero gusto di fare proposta senza esserne schiavi.

Poi nell’arco di 2 anni intorno al 2003 per vari motivi, chiusero un po’ tutti e il corso delle cose, cominciò ad orientarmi verso l’altra scena Toscana molto forte già da fine degli anni 80, quella house, inizialmente con una stagione 2003/2004 al Kama Kama già da Dj e subito dopo verso il Tenax, che per un giovane come me era quasi inarrivabile.

Vi racconto un aneddoto un po’ particolare, la prima volte che sono andato al Tenax non mi hanno fatto entrare :). Nonostante arrivassi come un semi professionista che lavorava nei club, non fu abbastanza. Samu che all’epoca era il nostro door selector, oggi invece Creative Director senza eguali di Tenax & Sunflower, mi ha lasciato fuori quella sera, nulla di personale, ma probabilmente non ero semplicemente vestito come i trend dell’epoca. Di lì, quella cosa non mi ha abbattuto, anzi è stato abbastanza tragicomico vedere i miei amici entrare e io fuori, adesso oramai da tempo sono io che li faccio venire a ballare al Tenax! Un’altra parte molto importante del mio percorso è stata con Metempsicosi.

Hai collaborato con Metempsicosi?

Certo, dai 16 ai 20 anni, ho imparato il mestiere grazie a loro, che mi hanno dato la possibilità fin da molto giovane di esibirmi su palchi grandi in giro per l’Italia, cosa che mi ha tolto la puzza sotto il naso e dalla quale ho imparato ad avere un po’ più di “manico”, solo successivamente ho avuto il piacere di suonare in situazioni più’ underground, che hanno raffinato il mio stile.

Questo aspetto è stata una fortuna pazzesca per me, poiché non mi ha fossilizzato solo alla ricerca del disco più strano e figo del mondo (bada bene anch’io la penso così), ma allo stesso tempo ricordo anche che la gente è venuta per ballare e per star bene.

Successivamente alla Metempsicosi?

Ci tengo a precisare che i nostri rapporti con Metempsicosi sono solo mutati, non franati, da sempre quando possibile e compatibili, Leonardo ci rende partecipi dei progetti, come a Livigno, o quest’estate al Maki Maki facendoci sentire a casa come 20 anni fa.

Successivamente invece nel 2005 ho festeggiato il mio primo compleanno al Tenax, il mio 20esimo per la precisione, dando il via ad una grande tradizione ancora oggi in essere su quella data, ormai diventato weekend rosso sul calendario per tanti di noi, pensa che all’epoca ho dovuto mandare un mixato dall’Inghilterra (dove in quel momento abitavo) alla fine dei giochi per suonare un paio di ore e sul presto, ma era molto più giusto così , che oggi dove spesso c’è chi mette il talento il secondo piano, ed è tutto guidato da altri equilibri, il resto è storia, ci troviamo da sempre bene con il Tenax e il nostro futuro è già scritto.

Quindi vivendo in Inghilterra tu acquisivi tutta la musica che girava da quelle parti in quell’epoca.

Nel 2005 ho girato quasi un anno tra Inghilterra, Berlino e Ibiza, tornando anche logicamente… ho fatto questo giro per cercare di riportare il meglio che potevo, non per cercare fortuna, non sono mai stato esterofilo, non dicevo mai “è meglio quello degli altri”, no. Mi sono sempre incuriosito, ma non ho mai lasciato indietro la scena Italiana, e questo mi ha portato anche un po’ fortuna…

Philipp & Cole, Tenax at Piazza della Signoria, Firenze. 30 Aprile 2014

Quando si parla di Cole (e ovviamente di Philipp) si parla di grande conoscenza musicale e dell’intrattenimento. All’epoca era difficile sia dire di essere un “dj” sia dire “lavoro nelle discoteche”. Tu sei andato dritto per la tua strada o ci sono stati momenti di dubbio su quel che volevi fare da grande?

Sai nella vita ci sono sempre momenti in cui ci si sente smarriti, momenti di alti e bassi, a 15 o 16 anni per mia fortuna ho capito che volevo fare questa vita qui, che volevo stare in questo settore, ma invece di puntare solo sul successo, a produrre il super disco o a diventare un star, da subito ho capito che era bene imparare più cose possibili sul clubbing a 360 gradi, e avendo vissuto le mie prime esperienze con Metempsicosi  ho avuto fin da subito la possibilità di vedere anche l’altra parte, quella degli uffici, che non mi portò a sognare, ma mi mostrò concretamente come veniva gestito un evento professionale, questo in seguito mi ha permesso di formarmi e di avere il sogno di essere parte integrante di chi realmente portava avanti la scena, quella  come un tempo, quella sincera della coda degli anni ‘90, cercando di portarla avanti, invece di seguire il nuovo, che pian piano stava spopolando, sempre comunque sempre attenti all’adattarsi all’era in cui via via eravamo, che non è meglio o peggio di quel che si propone oggi per la maggiore, chi fa grandi nomi non è meglio di chi fa qualcosa più di nicchia e viceversa, non ho mai discriminato niente dell’intrattenimento, solo che tutt’ora mi sta’ meglio addosso la tradizione, più sincera, più intima, ricca di amici.

Magari un tipo di festa più intima e più ristretta in qualche club piccolino.

No, non è detto che per ricerca e tendenza si debba per forza essere in pochi, se fai una festa con 100 persone, molto probabilmente, hai semplicemente “bucato”, molte realtà fanno eventi super underground ma con migliaia di persone, ne conosco tanti che dicono “no sai noi facciamo underground, facciamo molta selezione” e poi non si invitano nemmeno tra di loro. Non bisogna vergognarsi della promozione, anche i grandi Dj fanno i promoter, magari in maniera e con strumenti diversi ma lo fanno.

Quando hai sentito in cuor tuo di “avercela fatta”?

Per fortuna “soddisfatto “riesco a sentirmici gradualmente, giorno dopo giorno, a piccoli passi. Se dovessi mettermi degli obiettivi troppo a lungo termine, impostando percorsi troppo già determinati (che non vi nego hanno tentato in molti di farmi percorrere), non riuscirei e non sarei riuscito a godere a pieno del presente.

Quando ho capito tutto questo è stato pazzesco, quando mi sono reso conto ho iniziato addirittura a godere retroattivamente dei successi del passato, di cui non avevo fatto in tempo, preso da 1000 obiettivi. Arrivato a 20 anni di pieno servizio ho preso piena consapevolezza del mio percorso, e devo dire che la mattina mi alzo fiero.

Legato al concetto della grande conoscenza musicale non posso non chiederti che evoluzione senti di aver fatto nel corso degli anni (più o meno da quando hai preso in mano per la prima volta una consolle fino ad oggi) musicalmente parlando.

Guarda ti rispondo molto volentieri. Sono sicuramente partito dalla techno come dicevo prima, e per molti anni sono stato attento ai trend, mutando la mia borsa dei dischi di stagione in stagione, strizzando l’occhio alla pratica molto diffusa di riportare il vecchio al nuovo, il disco sconosciuto del passato suonato dopo tanto tempo, poi ad un certo punto mi sono illuminato e ho capito che i generi “non esistono”, o quanto meno è bene lasciarli ai negozi specializzati nella vendita. 

Da lì in poi ho suddiviso la mia musica solo in “adatta “o “non adatta” ed è cambiato tutto, da quel momento mi sento libero nel solito set di mixare da Blue Monday dei New Order fino al pezzo più underground del momento, mantenendo lo stesso stimolo e passione per entrambe. Questa attitudine purtroppo è sempre più rara in giro, mentre è sempre più facile sentirsi dire “sai noi siamo di questo genere qui”, in realtà noi Dj per quanto mi riguarda dovremmo esercitare in funzione di far ballare e staccare dalla quotidianità le persone, con la musica come quasi unico vettore e il risultato può essere solo uno, divertire.

Poi nella maniera meno scontata lo fai, più “figo” sei, questo è indubbio. Per quanto mi riguarda la nostra è una missione molta seria, le persone vivono costantemente tra brutte notizie e catastrofi, soprattutto in questo momento, noi invece diamo quattro o cinque ore di sollievo, e tutto questo è importantissimo secondo me.

Con Alex Neri qualche tempo fa parlavamo di djing. Lui sostiene che essere un buon dj non vuol dire essere un buon produttore e viceversa. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensi al riguardo? Oggi è più semplice o più difficile di prima?

Il buon Alex con i suoi quasi 40 anni di background sbaglia poco, in questa affermazione mi ci rispecchio a pieno, quello che sempre più spesso accade è che sui grandi palchi, si mette chi ha fatto il gran disco, e molto spesso è associato al fatto di aver venduto molto, ma questo quasi mai è strettamente proporzionato alla qualità del prodotto, cosa che poi purtroppo si riflette a pieno sul livello medio delle performance in giro.

Pensare che fatto un gran disco si è un gran Dj è veramente un paradosso, a livello di quelli del nostro governo retrogrado e proibizionista, troppo spesso capita che un artista passi dalla sua cameretta al Tomorrowland, quindi quel che dice Alex centra in pieno il discorso!

Personalmente mi diletto da sempre nel produrre, spesso reputano buone le mie cose, mi chiedono di stamparle e i Dj che stimo le suonano come “unrealeased” in giro, ma in realtà non mi sento davvero un produttore, mi piace assemblare idee che in quel momento sento che possano avere il giusto vibe, ma ad ognuno il suo.

Poi sono iniziati i party “Fragola” e “Sunflower”, il duo Philipp & Cole ha dato vita ad un prodotto che prima non c’era. Il clubbing antecedente era abituato a colori scuri e underground marcata, perché avete deciso di stravolgere tutto?

Nel periodo in cui chiusero i club techno in Toscana, si formò come un “vuoto” nel settore, una sorta di falla.

Quello che potevamo fare noi era o scegliere di salvare il salvabile, trascinando qualcosa che non aveva più la stessa magia, o ripartire da zero reinterpretando il modo di vedere il clubbing, aggiungendo del colore e permettendo alle persone che partecipavano di sentirsi parte di qualcosa, e orientati per la seconda strada nacque Fragola, all’epoca uno shock, perché’ tutto nel nostro giro era più scuro e serioso, ma già all’ora credevamo fortemente che ci fosse più bisogno di colore e sorrisi, questo stravolgimento all’inizio logicamente ci allontanò una larga fetta di mercato, ma allo stesso tempo, quelli che piano piano si avvicinavano a noi erano davvero belli, positivi e colorati.

Da questa base abbiamo ricostruito lo zoccolo duro che ci ha permesso poi di andare avanti e di continuare.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Cole (@__coleofficial)

Cole @Sunflower Carnival Indoor, La Limonaia di Villa Strozzi, 25 Febbraio 2022

Che musica veniva proposta all’inizio e come si è evoluta nel tempo?

Beh, se parliamo dei nostri party, come ci eravamo discostasti da molte abitudini tipiche di quegli anni, lo facemmo anche con la musica.

Era il lontano 2003, quasi vent’anni fa, nel nostro giro era diffusa una techno molto veloce 135/140 bpm, noi invece passammo all’elettronica più’ lenta, si può’ dire che c’erano due grandi fasce in quel periodo l’elettronica sempre “dura “e vicina al mondo techno capitanata da Sven (Väth, ndr) e tutto quello che c’era dietro, e l’elettronica in quel momento più’ fresca, pop e solare con tutte le sue varie declinazioni come l’Eletroclash, capitanata da artisti come Tiga. Questa seconda ci ha avvicinato il pubblico femminile che a sua volta ci avvicinò il resto. Nel complesso fu tutto fighissimo.

Posso dire con piacere, misto ad una nota di malinconia che è la prima volta che mi sento un po’ più “grande”, perché ora che sta tornando questo genere nel settore underground, cerco sempre più spesso tra i miei vecchi dischi, che su Discogs!

Come hai vissuto l’essere a capo di due party che in Italia hanno fatto e stanno facendo la storia?

Direi con onore, sento anche le responsabilità da capo, ma non mi sveglio la mattina con il grado di Capo, mi capisci? Mi sento solo in una sorta di “dovere” di riuscire a trasmettere tutto quello che posso, che ho appreso e che in qualche modo ho inventato e portato avanti insieme a Philipp. La cosa che mi dà più soddisfazione è che tutto quello che abbiamo fatto, oggi è tangibile con mano.

Le feste, il divertimento, si è creato posti di lavoro, amicizie straordinarie, trasmesso valori, ma sicuramente la cosa più pazzesca è che adesso si stanno formando tutte famiglie di persone che si sono incontrate ai nostri eventi. Già siamo alla seconda generazione, con i figli dei nostri amici e questa cosa ci viene super riconosciuta da tutti.

Io sono stato testimone di nozze di amici conosciuti durante i nostri eventi, ci sono state persone che hanno fatto proposte di matrimonio durante “Sunflower”, ritenendolo il momento più speciale che potessero trovare, siamo di un’importanza sociale tangibile e ampiamente riconosciuta. Questo per me è importantissimo ed è questo che mi fa alzare la mattina fiero di me.

Trasmetti davvero forti emozioni quando lo dici, è roba da pelle d’oca!

Davvero non scherzo, ho la pelle d’oca anche io! È bellissimo vedere la futura generazione che cresce anche grazie anche a quello che noi abbiamo fatto e trasmesso negli ultimi vent’anni, mi commuovo a pensarci…

Tenax Fragola’s Night 24 Marzo 2012

Fragola è sinonimo di punto d’incontro, spensieratezza e semplicità. Oggi il clubbing è eterogeneo ed esistono diverse realtà libere e spensierate, colorate e divertenti. Vero anche il contrario. C’è un piccolo ritorno all’underground e una piccola rinascita di realtà prettamente locali dove il colore è l’ultimo degli elementi. Che ne pensi del clubbing italiano attuale, dove pensi andremo a finire e cosa speri accada nei prossimi anni, sia per la tua realtà (il Tenax) sia per le realtà di tutta Italia.

Del clubbing nazionale attuale Io ne vado fiero. Come ti dicevo prima, benissimo l’estero e ogni giorno prendere influenze da chiunque, ma realmente ogni giorno sento che in Italia si sta andando forti sempre di più ed è così da tantissimo tempo.

Ritengo che anche 30 anni fa andassimo fortissimo nella scena, e questa cosa la riconoscono molto più gli stranieri che noi stessi, paradossalmente. Sicuramente altre realtà estere come l’Inghilterra hanno saputo meglio fare gruppo e massimizzare i talenti, noi magari siamo stati un po’ meno bravi in questo, ma in realtà continuiamo ad offrire crew sparse sul nostro territorio che nel globo stanno andando alla grande.

Per farvi qualche esempio, a Torino i ragazzi di Outcast sono un gruppo giovane e super eterogeneo che producono musica e feste serissime, con una label di livello internazionale, senza alcuna puzza sotto il naso, o tutto quello nato dal Goa di Roma, come i ragazzi di Nozoo, fanno tutti parte di un grande movimento underground che nel nostro paese e nel mondo ha il suo riconoscimento. Ti ripeto l’Italia continua ad avere nomi freschi e talenti che hanno valore nel mondo, su tutti i fronti, guarda Francesco Del Garda, Giammarco Orsini & Jacopo Latini che con il nuovo progetto “Data Memory Access” conquisteranno il mondo, fino ad arrivare a Marcolino & Brasi, a Laurine di Slow Life, veramente potremmo fare una lista che non basterebbe tutto il tempo che abbiamo a disposizione!

Questa è la generazione di oggi, se volessimo parlare della generazione prima lì non abbiamo eguali: abbiamo avuto e abbiamo maestri in tutte le sfaccettature come Francesco Farfa & Miki nella progressive dal Tirreno, o artisti nell’house come Ralf, Alex Neri, Coccoluto, Montanari, Flavio Vecchi, Gemolotto, Leo mas, che più’ che “semplici” artisti per quanto mi riguarda sono leggende e soprattutto la vera scintilla di tutto. Non a caso in questi due anni di stop sono stati prodotti 3 o 4 film, sulla scena italiana, con un’infinità di materiale pazzesco.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Cole (@__coleofficial)

Cole @Tenax Club, 12 Febbraio 2022

Pensi che la nuova generazione di dj si sia ben ispirata alle vecchie generazioni di artisti?

No, purtroppo no. Adesso stiamo vivendo un periodo di riscoperta, per fortuna, ma per un lungo tempo si è puntato ad altro, quando arrivò dall’Europa un po’ di massimizzazione, il giovane medio che si approcciava a questa professione, tranne qualche eccezione sognava e ambiva di entrare in collettivi come Cadenza, Desolat, Cocoon o di diventare proprio Loco Dice o Luciano, più’ che giovani che volevano essere i nuovi Daniele Baldelli, che volessero fare la loro di Crew, o con vocazioni come la nostra di voler dar più’ lunga vita possibile al  movimento, ma tutto questo ha comunque tenuto vivo il clubbing. Come dicevo prima del presente della scena sono molto fiero e guardo al futuro con ottimismo.

Parlando un po’ di clubbing, non posso non chiederti cosa vedi in futuro e nelle discoteche di domani?

Nel clubbing di domani vedo speranza e grandi successi, perché chi è ancora in piedi dopo tutto questo periodo di stop forzato ci crede veramente, e questo non può essere altro che un grosso punto a favore, oltre questo vedo via via sparire “ la fascia di mezzo“, quelli che costano tanto ma rendono poco, che non sono qui a dire se valgono o meno quei soldi, ma indubbiamente sono diventati  economicamente insostenibili, vedo sempre di più o invitare i soliti 10 nomi che possono dare la parvenza  di riportare un po’ su i bilanci, o Dj sia internazionali che nazionali ma che costano il giusto e magari sono anche molti più forti, con più mordente e contenti di venire.

Se posso fare una parentesi a noi questa rotta sta’ portando bene, quest’anno Sunflower ha già’ oltre 20 date confermate in calendario e il Tenax Summer Club precisamente a Calafuria (Livorno), con una programmazione 100% orientata su questa linea è partito con il botto…

Nel futuro penso anche che si ritornerà un po’ indietro ,almeno come attitudini, essendo tutto un po’ un ciclo e sperando di essere arrivati all’apice, immagino che il vento tiri dalla nostra e si arrivi ad un inversione di tendenza, oramai il 16enne che ha il suo primo approccio al clubbing tramite i social, pensa che un evento di base sia Tomorrowland e quello che facciamo noi un aperitivo, ma in realtà come ben sappiamo non è  così, purtroppo però l’informazione gli racconta questo e la nostra missione è dimostrare il contrario…

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Cole (@__coleofficial)

Tenax Summer Club @Calafuria (Livorno), Cole & Francesco Del Garda. 25 Giugno 2022

In merito al duo Philipp & Cole ho letto in un’intervista che suonare insieme è stato utile, stimolante e formativo. Dividervi lo è stato anche di più. Avete espresso al meglio la vostra ricerca e il vostro suono, avete esplorato ancora di più. Dove ti senti di poter arrivare musicalmente? Quali sono i generi che ti stanno incuriosendo di più oggi?

Chiaramente io e Pippo non siamo divisi, solo non suoniamo spesso insieme, quello che ci dà magia è l’essere complementari. Siamo entrambi creatori e pensatori e mettere d’accordo due persone sotto questo aspetto è un qualcosa di ardito, ma quando succede è davvero la scintilla giusta. Questo è un po’ un segreto aziendale, se piace a noi due, deve piacere a tutti per forza!

Un altro segreto aziendale, avendo entrambi una formazione ventennale è ad un certo punto prendere per buono quello in cui l’altro è veramente convinto e pronto a prendersi la responsabilità, alcune cose che ci proponiamo a vicenda non si arriva a farle perché non ne siamo veramente convinti, quando siamo davvero convinti si arriva in fondo, si riesce a trasmettere la sicurezza che mettiamo nelle cose e questo ci ha sempre portato fortuna.

La musica cambia, si è evoluta negli anni e le nostre sfumature personali, soprattutto verso l’analogico e il digitale, ci portavano a scegliere dischi diversi. Sicuramente suonare separati ci ha permesso di aprirci di più al mercato, tutto ciò non esclude il fatto che con il ritorno recente di note e voci, rispetto all’underground psichedelica degli ultimi anni, i nostri due stili di suonare tornino più “compatibili”.

Questo percorso mi ha permesso di affinare di più il mio gusto, che diciamo si orienta verso il timeless, anche se non scarto nulla.

Parliamo un po’ di nuove leve. In tutta Itala ci sono diverse scuole, come per esempio la vostra Tenax Academy. Oggi essere dj è difficile, tutti pretendono di diventare grandi dj e produttori. I social hanno il loro ruolo sulle strategie comunicative nel mondo della musica e questo fenomeno sta crescendo. Non c’è il forte rischio che tra dieci anni saremo pieni di dj con set già mixati e produzioni musicali di bassa qualità? Quali sono i consigli principali che pensi di poter dare ai ragazzi che incontri?

Questo rischio non c’è perché è già successo! Ci siamo già arrivati, ed è stato estremizzato questo fenomeno. Finché era tutto in confusione, tutto un po’ mischiato non si capiva bene chi ce l’aveva fatta grazie ai social e altre “variabili moderne” e chi no.

Adesso invece si sono creati due mondi, due mercati e due universi musicali, mettendo sotto la lente d’ingrandimento quel poco di buono che c’è. Che in realtà non è poco, è tantissimo ma in proporzione a tutto quello che stiamo citando ora, nato con strumenti e motivi diversi, quasi sparisce. Questo è già successo e tutto sommato ci ha portato bene, perché si vede chiaramente l’artigianato qual è e l’industria qual è. La divisione è netta.

Gli ingredienti vincenti per un ragazzo che si affaccia al mondo della produzione e del djing sono sicuramente un bel bagno di umiltà come partenza e pazienza, ormai la realtà è che le visualizzazioni determinano o meno il successo, e questo dissesta dal fare le cose per il verso giusto. Intanto consiglio sempre di essere fieri e coscienti di quello che si fa, di avere rispetto per questo mestiere.

Consiglio sicuramente di fare gruppo, di fare squadra, perché un collettivo sarà sempre più forte di una carriera solista, sempre un gruppo ti porterà a fare scelte giusto, alla fine questo è un po’ l’esempio nostro! Ultimo ma non ultimo, se vuoi fare il dj, in tanto vai a ballare per cortesia!

Grazie mille Cole, è stato un piacere averti con noi!

Grazie a te e grazie a tutti voi di Parkett!