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Esce il primo album per 42 Records di Whitemary, un mix di energia pura e travolgente che segna positivamente l’esordio della giovane producer con Radio Whitemary.

Biancamaria Scoccia,in arte Whitemary, è una donna con dei gran bei occhiali da vista e la frangetta colorata. Ha un microfono al collo e lo sguardo deciso di chi ha consapevolezza e dimestichezza in ciò che fa. Esattamente come il suo album d’esordio Radio Whitemary, travolgente, adrenalinico, impossibile da ascoltare rimanendo fermi, Whitemary è una mina di energia pura che spacca il dancefloor.

Fa parte di Poche”, il collettivo tutto al femminile fondato da Elasi e Plastica, uno spazio aperto e libero per fare incontrare ed emergere le molte artiste e producer che popolano il panorama elettronico italiano. E’ spiccata sulla scena musicale elettronica con il suo primo EP Alter Boy”, con il remix di “Repito” di Ditonellapiaga e con il feat su “M E G A” di P L Z, adesso è uscito il suo primo album “Radio Whitemary” il 10 giugno 2022 per 42 Records.

Un concentrato di elettronica, uno spaccato di quelli che sono i moltissimi talenti di Whitemary. Aquilana trapiantata a Roma, diplomata in canto jazz e insegnante di music technology, ci trasporta in un universo fatto da un meltin pot di elettronica, beat pensati e ripensati, richiami agli anni ‘90 ben miscelati con la scena contemporanea. Noi di Parkett l’abbiamo intervistata in esclusiva.

 

Ciao Biancamaria, benvenuta su Parkett. E’ un piacere averti come nostra ospite. All’inizio di giugno è uscito il tuo primo attesissimo album Radio White Mary per 42 Records, come stai?

Grazie a voi per questa intervista. Sto molto bene, un po’ frastornata a dire il vero, dopo questi anni così intensi e travagliati, finalmente abbiamo fatto uscire il disco e devo dire che sta ricevendo un discreto successo.

Ma partiamo dall’inizio, mi piacerebbe che ci raccontassi un po’ chi è Biancamaria e come si sta trasformando in Whitemary.

E’ un po difficile perché è ancora un processo che sto facendo con il mio progetto come Whitemary attraverso il mio disco ed i miei pezzi, quindi è tutto un po’ in funzione di scoprirsi e di capire chi sei o quante molte personalità puoi essere. Una risposta ben definita non te la so dare però sicuramente sono un’ amante della musica che cerca di aprire il suo mondo e di esprimere il proprio universo attraverso la musica appunto. Sono un’artista che gravita attorno alla musica sotto vari aspetti: il mio è un cambiamento evolutivo sempre in movimento.

E quando mi si chiede quale sia il mio fine ultimo, non so so se ci sia c’è la completezza perché poi mi rendo conto che da quando ho iniziato sono cambiate tante cose, il modo di scrivere, i miei ascolti ,sono cambiata io anche nella sfera personale, non c’è una completezza vera e propria da raggiungere ma bisogna correre sempre dietro il cambiamento.

Nasci come cantante jazz per poi passare dall’indiepop alla techno con questo pad ripetuto, tipico del sound Techno Detroit, quanto il jazz appunto ha influenzato questo tuo percorso musicale così giovane ma già ricco di sfumature di generi diversi?

Ho iniziato con il jazz quasi per caso, insieme a mio fratello, appassionato batterista, ci siamo ritrovati a fare la stessa scuola di musica e abbiamo iniziato a suonare insieme tra pianoforte, solfeggi e canto. Lui ha preso la via del jazz e io mi ci sono ritrovata e appassionata da subito.

Il mio approccio con il jazz è stato all’inizio più da musicista che come cantante, mi ispiravo a Buddy Ritch e piano piano ha preso forma nella mia testa un interesse per le cantanti ed i cantanti del genere con questo story telling sempre molto sorprendente. Da lì mi ha preso tantissimo, è stato uno studio che mi ha cambiato l’approccio alla musica , all’ascolto, il rapporto con gli strumenti e musicisti, visto che c’è una grande componente con l’improvvisazione c’è bisogno di creare un forte legame con la band, empatia e capirsi al volo, soprattutto senza parlare.

Ma non ho trovato un riscontro creativo per le mie produzioni, perché non riuscivo a trovare la mia giusta espressione, e così sono passata all’elettronica , tramite amici, il mio ragazzo soprattutto , mi ha preso totalmente e ho trovato finalmente il mio spazio creativo.

Come s’innesca il processo creativo nella creazione dei tuoi pezzi e quanto il Jedi Sound Studio ne fa parte?

All’inizio lo studio non era davvero uno studio a tutti gli effetti, ma era il primo posto dove ci siamo ritrovati dopo l’ home recording (registrazioni nella stanzetta per internderci). Alterboy l’ho scritto e registrato lì insieme al supporto e al sostegno di tutti gli amici come Alessandro Donadei (mix master e produzione) con cui siamo CONCERTO (duo indiepop in attività), Germanò ( mix engineer), Davide Matteucci (fonico e mix enginerr), Emanuele Triglia (producer e bassista), con cui abbiamo creato questo spazio dove si condivide, si scambiano feedback e nascono collaborazioni interessanti.

Frasi concise , dirette e incisive come se fossero dei mantra, cantare in italiano su delle basi così potenti senza cadere nel trash non è da tutti, come mai questa scelta così rischiosa ma decisamente azzeccata?

La lingua italiana essendo la mia lingua madre mi lascia ampio spazio per esprimermi, cosa che l’inglese non conoscendola molto bene, mi avrebbe precluso l’opportunità di esprimere al meglio i concetti e ciò che volevo dire attraverso i miei testi e la mia musica.

Se hai un lessico molto ristretto le cose che puoi esprimere sono poche, l’italiano mi ha permesso di usare anche parole strane, ritmicamente complesse che suonavano in modo diverso, concetti che richiedevano un tipo di linguaggio più profondo. Poi alla fine scegli parole semplici, però come ci arrivi a scegliere quelle è un giro importante.

Dentro i testi delle tue canzoni si sente un’energia pronta ad esplodere, com’è nato quest’album?

Radio White Mary l’ho iniziato subito dopo l’uscita di Alter Boy. Ai tempi alcuni produttori mi dissero che dovevo appoggiarmi ad un producer per curare l’album lasciando però che una terza persona facesse della mia creazione qualcosa che non mi appartenesse.

Ma il bello del mio primo EP sono proprio gli errori che lo caratterizzano e che lo rendono personale ed intimo . Se c’era qualcosa da correggere potevo farlo io, mi è sembrata una richiesta forzata. Credo nel concetto dell’autoproduzione perché deve essere al 100% il mio mondo. Finito il primo disco ho ricominciato a scrivere ed era febbraio 2020 quando ho deciso che volevo fare un altro piccolo EP per capire la direzione da prendere.

Il primo pezzo scritto, che poi è l’ultimo del disco, è stato Bello Bello (Hello 2020, all’inizio ero davvero entusiasta di questo nuovo anno), poi però è arrivato il COVID ed è iniziato un periodo molto lungo durante il lockdown dove non potevamo andare in studio a registrare, le restrizioni rendevano complicato uscire per andare in studio, questo ci ha fatto capire quanto noi  della categoria ARTISTI non esistiamo a livello burocratico.

Appena ritornata in studio però passavo ore a registrare, facendo venire fuori tutti i pezzi che covavo da tempo, così molto di getto. Ho aggiunto gli ultimi pezzi come Radio, E’ molto strano, Sembra che tutto in un periodo finale dove sembrava che già avessi chiuso il disco ed invece avevo ancora voglia di continuare creando le tracce più importanti e cacciando tematiche un po più inconsce, strane, nascoste.Il disco è una raccolta di sensazioni e sentimenti covati per mesi e che hanno preso forse di getto in quel periodo lì.

Poi quando Emiliano ( fondatore di 42 Records) mi ha proposto di fare uscire il disco con la sua etichetta, non ho mai esistito a dire di no proprio per l’approccio che hanno con l’artista, ovvero assecondare al 100% l’artista lasciando che si esprima al meglio, esponendo al massimo la sua personalità e creatività. C’è molto della mia personalità nelle mie produzioni, io scrivo, canto ,produco, ho fatto la copertina del disco e, con un’amica, ci siamo divertite a girare il video di Credo che tra un po’.

Credo che tra un po è stata remixata da Mattia Trani, dando alla traccia quel lato più cattivo da dancefloor techno, com’è nata questa collaborazione?

Mattia ed io ci siamo conosciuti perché abbiamo due amici in comune Dario Giacomelli e Zippo che erano a Roma per registrare. Mattia è venuto ad una jam session organizzata da noi e per noi musicisti, il suo entusiasmo nell’ascoltarci mi ha colpita. Lui è un producer, un dj ma ha l’approccio proprio da musicista, quella curiosità e passione di chi è musicista proprio nell’intento con questa curiosità e fame di guardare tutti gli aspetti possibili del mondo musicale. La sua parte da clubbing che a me manca mi è sempre molto piaciuta, volevo trasformare un mio pezzo e farlo entrare nel suo mondo. Ed eccoci qui.

Sei una giovane producer, fai parte del collettivo POCHE, cosa vuol dire essere una donna producer oggi in Italia e all’estero?

All’estero non so dare una risposta , vista da fuori sembra più facile, per i contenuti che vedo sembra infatti che ci sia sempre una componente femminile equilibrata. In Italia con Poche la cosa fondamentale che abbiamo fatto stato confrontarci, ci siamo fatte queste lunghe chiacchierate zoom dove ci siamo raccontate le nostre esperienze, per capire qual è il livello riscontrato.

Una delle problematiche ricorrenti è che danno per scontato che ci sia qualcuno dietro le mie produzioni, come se avessi bisogno di un uomo per produrre o comporre e che io faccia soltanto la cantante. Ma bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno, sembra proprio che il panorama femminile è ancora in fase di lavorazione e che stia crescendo sempre di più.

Da poco è partito il tuo tour, iniziando con il MI AMI, poi la tappa a Ferrara in occasione del Ferrara sotto le stelle dove hai aperto il concerto di Cosmo, come sta andando e cosa ti aspetti da questo tour?

Abbiamo cominciato a bomba con il MI AMI Festival il 28 maggio al Circolo Magnolia, diciamo che è stato quasi come un trampolino di lancio per farmi conoscere davvero in live. Da lì è stato tutto un susseguirsi di forti emozioni e grande risposta da parte del pubblico. L’elettronica suonata dal vivo arriva molto di più e le persone rispondono alla grande al richiamo della cassa dritta. Mai sottovalutare la sensibilità del pubblico anche se non è abituato ad un certo tipo di musica. Che dire, mi sto divertendo davvero tanto.

Grazie davvero Whitemary per questa interessante chiacchierata.

DATE TOUR

in aggiornamento

17 giugno Ferrara–Ferrara Sotto le Stelle w / Cosmo

18 giugno Montecassiano (MC)–Svicolando Festival0

2 luglio Stoccolma–Little Italy Festival

15 luglio Helsinki–Little Italy Festival

16 luglio Biella–Reload Festival

22 luglio Rapolano Terme (SI)-Tv Spenta Dal Vivo

23 luglio Marsiglia–Ciao Moka Festival

12 agosto Locorotondo (BA)–Locus Festival w / Cosmo

27 agosto Terni–Baravai Music/Dancity Festival w/ Cosmo

17 settembre Roma–Spring Attitude

TRACKLIST

1.Non lo sai

2.Sembra che tutto

3.Niente di regolare

4.Chi se ne frega

5.Radio

6.(Intervista)

7.È molto strano

8.Credo che tra un po’

9.Provo, dico

10.Numeri e basta

11.Mi sento

12.Presets

13.Disco Bisco

14.Hello Hello

Ascoltalo qui: https://SMI.lnk.to/radiowhitemary 

42 Records: www.42records.it