Danze ritmiche tribali, set elettro-acustici, panorami mozzafiato, ma anche cibi, colori e profumi buonissimi. La seconda edizione del Limbo Festival è stata un tripudio in tutti, e per tutti, i sensi.
Siamo andati in Garfagnana, precisamente a Barga (Lucca), uno dei borghi più belli d’Italia immerso nelle Alpi Apuane, per seguire un giovane festival di musica elettronica alla sua seconda edizione, il Limbo Festival.
Non nascondiamo le nostre iniziali perplessità, in quanto a 100 km di distanza negli stessi giorni (10-11 settembre) c’era il Decibel Open Air, uno dei maggiori festival di musica elettronica del centro Italia che con 50.000 spettatori ha fatto rimbombare letteralmente l’intera città di Firenze.
Ma come siamo arrivati nella tenuta Il Ciocco, resort che ospitava l’evento, abbiamo capito che non erano assolutamente la stessa cosa.
Ispirato alla metafora della tribù, il festival offre un’esperienza molteplice e completa, di cui la musica è sì la grande protagonista dell’evento, che ci ha accompagnato nei diversi momenti della giornata, ma non è l’unica.
Infatti, tra conifere, faggi, castagni, vigneti, pascoli, l’esplorazione della location è stata un’ascesa mozzafiato lungo una collina che sale fino a superare i 1000 m d’altezza.
Inoltre a integrazione del programma musicale sono state pensate anche una serie di attività orientate su cibo, sport, salute e benessere di anima e corpo come talk, degustazioni e passeggiate nei boschi mirate a creare quel senso di comunità.
La Musica
Tuttavia in un festival musicale che si rispetti la cosa più importante è la musica. C’è da dire che anche su questo lato non siamo stati delusi. I set seguivano le ore del giorno, iniziando dall’ambient più pura al tramonto, passando per la dance e l’house, fino ad arrivare, per esempio con Pional, anche a picchi rave, proseguendo verso l’alba.
Tutto si è susseguito in modo armonico e lo si leggeva sul volto delle persone che stavano bene. Immersi nella natura, lontani dalla civiltà, le buone vibrazioni hanno creato quel senso di comunità e condivisione che ritroviamo nei migliori festival, non per forza elettronici.
Tanto che non è apparso strano vedere gente barattare una birra per qualche sigaretta o altre necessità (anche perché, crediamo, che il tabaccaio più vicino fosse a 10 km di distanza, a valle).
La line up, come il pubblico, del Limbo Festival è stata internazionale, non sono mancati i DJ nostrani però, su tutti uno degli ideatori dell’evento nonché direttore artistico, Luca Bacchetti, una garanzia, a breve protagonista anche di un documentario sulla musica elettronica in programmazione su Netflix.
Prins Thomas, il già citato Pional, Desiree, il messicano Iñigo Vontier, Benjamin Fröhlich, Jimi Jules e Cinthie sono solo alcuni dei nomi che si sono avvicendati alla console dal pomeriggio fino alle sette del mattino.
Dopo tutto non c’è da meravigliarsi più di tanto, dietro le quinte c’era Stefano Astore (Magazzini Generali) come consulente generale.
leggi anche la nostra intervista a: Philipp & Cole: “Sunflower è un party fatto dalla gente, per la gente”, ospiti e protagonisti della domenica (11 settembre).
La Natura
Ma come abbiamo già detto: la musica non è stata la sola protagonista del festival, perché la location è una perla incastonata in 600 ettari di parco.
La mattina dopo aver dormito negli chalet in legno, che ti facevano respirare la tipica atmosfera di montagna, messi a disposizione per gli ospiti che pernottavano nella struttura, e fatto una bella colazione presso la ‘Locanda alla Posta’, l’offerta comprendeva numerose attività.
Dal sostenere lezioni di yoga all’aperto o fare delle escursioni, al seguire dei panel e delle free masterclass sulla filosofia, l’approccio biodinamico culinario e la connessione con il territorio e la sua gente.
Tra le opportunità è stato reso possibile anche cimentarti in percorsi da trekking o noleggiare e-bike per esplorare alcuni dei 42 km di sentieri che entravano ed uscivano dal bosco.
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Questo per tutto il pomeriggio. Poi, piano piano entravi nel mood da festival. Il posto è molto suggestivo perché dislocato su una radura a 1100 m.s.l.m., quasi nascosta dalla vegetazione ma che poi si apre come un balcone sul panorama da cui osservare uno splendido tramonto, accompagnato da una musica molto soft, e spettacoli di luci e acrobati.
Cena servita, su dei teli stile pic-nic, con cuscini e lampade colorate, e cibi della cucina biologica e ‘selvaggia’ dello chef Francesco Piacentini, meglio noto come Wild.Cook.Lab, che ha rivisitato piatti della tradizione toscana annaffiati dal vino premiato dell’altro partner culinario del festival, Gabriele Da Prato con la sua cantina Podere Còncori.
Dopodiché il set è cambiato e tutto è diventato molto più scuro, più groove. Mentre, la luna piena e due grandi bracieri ti tenevano compagnia e ti riscaldavano.
Plaid in Pista
Indispensabile infatti è stato il servizio coperta. A mille metri d’altezza, al calar del sole, le temperature scendono e se si era anche poco vestiti potevi non gradire il freddo che faceva (forse unico neo). Quindi, oltre al ballo e all’amato drink, lo stand dove dispensavano coperte gratuitamente è stato essenziale. Un’ atmosfera wild in cui tanti si aggiravano per i chioschi attrezzati o andavano sotto cassa muniti di plaid.
Parlando, però, con gli organizzatori ci hanno già detto che probabilmente il Limbo Festival sarà anticipato di qualche settimana per le prossime edizioni, così da godere ancor di più del momento delle notte e della natura.
Resta il fatto che l’evento non è risultato affollatissimo. Ma possiamo dire che ci sono state le persone giuste. Un grande traguardo per un evento alla sua seconda edizione. Sicuramente è un festival che merita molto più pubblico di quello che c’era anche perché l’offerta va ben oltre la musica, è un’esperienza completa e rigenerativa di cui la musica ne è semplicemente il tramite, il filo conduttore.
Ce ne fossero di più di festival così…
Per maggiori info:
www.limbofestival.com
www.barganews.com