Talento, passione e visione. Queste le caratteristiche di Diego Bocchi (a.k.a. SQU4RE), finalista dello Jäger Music Lab e fresco di collaborazione con Giorgia Angiuli.
Originario di Parma, Diego Bocchi (a.k.a. SQU4RE) coltiva la sua passione per la musica fin dall’età di 11 anni. Il suo sound è caratterizzato da un’energia travolgente e, sebbene giovanissimo, con il suo stile è riuscito a pubblicare per diverse etichette degne di nota – Simma Black, HoTL Records, Black Lizard Records e altri.
Recentemente ha anche partecipato anche all’edizione 2021 dello Jäger Music Lab, classificandosi fra i finalisti. Da poco ha pubblicato il nuovo brano Spark of Light con Giorgia Angiuli. Abbiamo deciso di rivolgergli alcune domande, così da scoprire retroscena legate alla vita di questo giovane talento.
SQU4RE, giovanissimo dj di Parma, sta facendo molto parlare di sé dopo la partecipazione allo JML. Leggi l’intervista e scopri tutte le novità
Ciao SQU4RE! Benvenuto su Parkett. Entriamo subito nel vivo. Come stai vivendo questo ritorno alla dimensione della notte post covid?
Ciao ragazzi! Piacere e grazie per l’opportunità! È un ritorno che definirei “carico”: carico di energie positive, voglia di fare, creare e, sopratutto, muoversi e ballare. Lo sento io, ma lo si percepisce anche nei club e nelle persone. L’essermi concentrato tanto sul mio progetto durante quel lungo periodo mi ha permesso di creare una base solida.
E avendo soprattutto prodotto molto durante i vari lockdown, mi sono ritrovato con tanto nuovo materiale da poter testare nei club. Il periodo del covid è stato per me una lunga ricerca personale a livello musicale, che sono felice di poter finalmente esternare.
Sebbene tu sia abbastanza giovane, ti sei già esibito in stage importanti, penso al Destino Club di Ibiza. Hai notato qualche differenza in termini di atteggiamento tra il pre e post-pandemia nel pubblico?
Sì, ho notato qualche differenza e, per collegarmi alla risposta precedente, noto molta voglia di sfogarsi e carica, parlando sempre di energia. Dopo questa lunga attesa penso il mondo sentisse il bisogno di muoversi, socializzare. Sono tutte cose fondamentali e di cui tutti abbiamo sempre avuto la necessità. Ora più che mai queste esigenze si fanno sentire, e credo il dancefloor sia il luogo perfetto per esprimere tutto!
Aggiungo, inoltre, che il mio cambiamento di stile (dal mondo Tech-House a quello Progressive Techno) mi ha anche permesso di vivermi meglio questo post-pandemia, anche sentendo il pubblico in maniera totalmente diversa, più vicina. Il ricominciare tutto con un “nuovo me” mi ha dato vibes uniche, con tanti stimoli che mi hanno anche permesso di lavorare a tanto materiale.
Sei un ragazzo piuttosto giovane e immagino tu abbia una certa confidenza con i social. È davvero così importante per un artista, nel 2022, essere costantemente presente su questo tipo di piattaforme?
Assolutamente; i social ci permettono di promuovere e comunicare la nostra arte in maniera diretta ed efficace al mondo circostante, motivo per cui li trovo tanto utili quanto credo sia importante equilibrarne l’utilizzo, senza farsi prendere troppo la mano, rischiando di perdere il focus e l’impegno artistico dal proprio progetto.
Nell’ultimo periodo sto concentrandomi molto su questo aspetto, studiando social come TikTok e capendo come un progetto artistico come il mio può usufruirne al meglio. Mi piace molto l’idea di poter condividere informazioni sul mio genere musicale e il mio mondo ai miei coetanei. Anche perché noto un riscontro positivo, in questi ultimi, nella ricerca di nuovi generi e stili musicali, soprattutto se escono dai canoni mainstream che sono abituati a sentire su questi tipi di social.
Congiuntamente con Pioneer, meta sta implementando un software per portare la club dimension all’interno del metaverso. I DJ potranno suonare e le persone (gli alterego) ballare in questo “cyberspazio”. Secondo te è un bene tutto questo per la professione del DJ?
Penso prima o poi saremmo arrivati a passi di questo tipo e ne vedo interessanti e innovative opportunità per il nostro settore: mi ha sempre affascinato la realtà virtuale e questo tipo di esperienze, motivo per il quale mi incuriosisce molto, non solo da dj ma anche da clubber.
Credo comunque sia nella natura dell’essere umano il bisogno di relazionarsi, socializzare e viversi il momento “dal vivo”. Su questo la pandemia ci ha messo a dura prova, e il post-pandemia è il perfetto esempio di come sentivamo il bisogno di tornare a tutto questo. Penso che per quanto interessante possa essere la realtà virtuale, nulla potrà mai sostituire l’esperienza live. Come ogni cosa, credo vada gestita con il giusto equilibrio.
Sei reduce anche di un percorso che ti ha visto finalista allo Jäger Music Lab. Qual è l’insegnamento che ti porterai dietro con maggiore affetto di questa importante esperienza?
Un insegnamento a cui ho già dato molto valore nella vita, ma che grazie allo JML ho compreso ancora più a fondo, è che il lavoro in team porta ottimi risultati. Non ho mai visto JML come una competizione quanto come un’esperienza (anche) collaborativa; il poter relazionarsi e confrontarsi con 9 altri produttori e produttrici per 9 giorni ha ampliato le mie conoscenze non solo tecniche, ma anche umane e artistiche.
L’esperienza mi ha inoltre aiutato a mettermi in gioco, rafforzando l’idea dietro il mio progetto artistico e trovando così io una linea stilistica più definita che voglio intraprendere per il mio percorso. Lo slogan di questa edizione era #BeOriginal, e direi che JML ha senz’altro aiutato a rafforzare nella mia musica questo concetto che credo sia la caratteristica fondamentale per qualsiasi artista, soprattutto se emergente.
Nessun giudizio mi ha infastidito, anzi: anche le critiche più spiacevoli le vedo come costruttive.
Da poco è stato pubblicato anche un tuo lavoro con la partecipazione della fantastica Giorgia Angiuli. Come è nata questa collaborazione? Ci sono state delle ispirazioni musicali per la realizzazione di questo brano?
Da quando ho iniziato a collaborare con Giorgia, questo è uno dei lavori più speciali che abbiamo creato. Ci siamo semplicemente fatti ispirare dal periodo che correva – per me non uno dei migliori: uno di quei periodi un po’ bui in cui cerchi una “luce”. Luce che ho poi ritrovato in questa idea che abbiamo voluto sviluppare insieme, Giorgia ed io.
In primo luogo ho avuto modo di lavorare sulla melodia principale e sui suoni che la compongo; in questa fase mi sono lasciato ispirare musicalmente molto dalle melodie trance dei primi anni 2000, unendo il tutto alle mie sensazioni di quel periodo.
Ne è poi seguito un botta e risposta con Giorgia per renderla al meglio: prima è venuta la creazione della linea vocale da parte sua, poi la stesura del brano da parte mia, e finendo poi con un ultimo passaggio di progetto da parte di entrambi per migliorare arrangiamento e mix. Dopo diversi mesi di lavoro è nata “Spark Of Light”; Tiësto n’è venuto a conoscenza e l’ha immediatamente voluta per la sua etichetta “AFTR:HRS”.
A parte questa canzone nello specifico, tu hai già pubblicato in passato per importanti etichette del mondo della dance. Qual è il prossimo obiettivo, musicalmente parlando?
Negli ultimi mesi ho lavorato parecchio su una mia identità sonora che avrò modo di mostrare con il prossimo anno. Sarà evidente non solo nelle produzioni, ma anche nei miei dj set; inoltre sto concentrandomi molto anche sull’aspetto visivo guardando il mio progetto da un punto di vista artistico più ampio, non solo musicale.
Ho tante idee in testa, alcune già in porto. Le novità saranno tante e l’obiettivo resta la crescita del mio progetto. State allerta!