fbpx

Proprio durante il party di chiusura dello scorso Lunedì, l’annuncio di una potenziale riapertura. Poi la conferma che l’iconica venue londinese potrebbe ritornare operativa nel 2026.

Solo qualche settimana fa vi avevamo parlato della chiusura del Printworks di Londra. Le 4 serate dello scorso weekend avrebbero dovuto sancire ufficialmente la fine della storia del club ed invece, proprio durante la serata conclusiva del Lunedì, l’annuncio improvviso della – potenziale – riapertura.

Dopo il set di Peggy Gou, ed in attesa del misterioso “very special guest” per il closing set definitivo (scopertosi poi il duo inglese Bicep), dei messaggi sono apparsi sull’iconico mega-schermo della Press Halls: “See you in 2026?” – “See you in 2026” – “Printworks 2.0 2026”.

All’indomani della chiusura sono arrivate subito le prime dichiarazioni a riguardo. In un’intervista al The Guardian, Simeon Aldred – co-founder e direttore della strategia di Broadwick Live, la società che gestisce Printworks – ha confermato il piano di far tornare la venue operativa nel 2026. Non c’è ancora nessun contratto, quindi nessuna ufficialità, ma sembra proprio che le basi per un accordo tra Broadwick e British Land – proprietaria del terreno – ci siano.

La notizia comunque non era totalmente inaspettata. Così come già si sapeva che Printworks sarebbe stato un progetto a termine (era stata la stessa British Land a coinvolgere Broadwick per l’utilizzo temporaneo della struttura, in attesa dell’attuazione del mega-progetto di ristrutturazione di Canada Water), si sapeva anche che le due organizzazioni stavano collaborando per cercare un accordo. Già a Settembre 2022, infatti, era uscito un comunicato che lasciava trapelare positività a proposito.

Lo sforzo congiunto tra i due attori è stato fin da subito l’arma vincente del progetto Printworks.

L’apertura del club nel 2017, infatti, arrivava a seguito di un decennio in cui il Regno Unito aveva perso la metà dei suoi locali notturni, molti dei quali per scelte di vendita o ristrutturazione dei proprietari degli immobili. In quel contesto, fu proprio la collaborazione tra proprietà (British Land) e operatore (Broadwick Live) nella formula di utilizzo temporaneo a permettere l’apertura e, di conseguenza, il successo di Printworks.

Un modello di business cooperativo tanto semplice quanto efficace nel creare vantaggio per entrambe le parti. Da un lato la possibilità di fare business e attività culturale in un luogo altrimenti inaccessibile, dall’altra quella di mettere delle basi “sociali” per la sua successiva riqualificazione.

Oggi quella stessa collaborazione, coadiuvata anche dal Night Czar Amy Lamé (ufficiale del municipio che si occupa della gestione della vita notturna della città), potrebbe dar vita a Printworks 2.0. Il progetto – come già preannunciato dallo stesso Aldred – promette di mantenere il design e l’essenza architettonica industriale che caratterizza il locale odierno (ex sede delle tipografie di Daily Mail e Evening Standard). Quello che rimane più incerto è come esso si inserirebbe nel contesto lussuoso che lo circonderà una volta realizzata la riqualificazione, ma a Broadwick Live sembrano avere già le idee chiare. Intanto, non ci resta che sperare nell’arrivo dell’ufficialità e poi – eventualmente – aspettare la riapertura.