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La piattaforma di music streaming francese ha annunciato una nuova tecnologia che permetterà di identificare ed eliminare le tracce create con l’AI.

Se c’è un argomento che negli ultimi mesi è stato capace di accendere e dividere l’opinione pubblica, è stato sicuramente il ruolo che l’intelligenza artificiale può ricoprire nella nostra società. La portata di questa tecnologia – e quindi gli effetti del suo impiego – è così trasversale che davvero tutti ne sono coinvolti. Anche l’industria creativa.

Quello che fino a poco fa si pensava il settore meno “attaccabile” dal progresso tecnologico, proprio per la sua componente “umana”, si è trovato improvvisamente minacciato dalla capacità delle macchine di analizzare moli inimmaginabili di dati, e sulla base di essi generare prodotti creativi.

La questione non riguarda solo i media visivi – si pensi alle immagini fake diventate virali sui social negli ultimi mesi – ma anche attività come il copywriting e la produzione musicale. Proprio per far fronte a questa minaccia (o opportunità?) ognuno cerca di prendere le proprie precauzioni. Sul fronte musicale, Deezer ha annunciato l’adozione di una nuova tecnologia che permetterà di identificare ed eliminare le tracce che attraverso l’AI mimano le voci degli artisti.

In un’intervista alla BBC, il CEO della piattaforma francese Jeronimo Folgueira ha dichiarato: “Dobbiamo prendere una posizione ora. Siamo in un momento cruciale per la musica”. Folgueira spiega poi che la tecnologia di Deezer sarà in grado di etichettare le canzoni generate con AI e segnalarle alle etichette, agli artisti e ad eventuali altri detentori dei diritti, i quali potranno decidere se eliminarle o meno.

Deezer

Alcuni casi recenti

La presa di posizione arriva dopo alcuni casi celebri in cui artisti come The Weeknd, Drake, Snoop Dog o gli Oasis, sono stati replicati tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il caso del fake featuring “Heart On My Sleeve” di The Weeknd e Drake è forse il più noto, anche perchè ha visto Universal Music presentare con successo una petizione per rimuovere la traccia dai servizi di streaming, creando di fatto il primo precedente in materia.

A differenza di quello che si potrebbe pensare, anche all’interno della stessa industria musicale non tutti sono sfavorevoli all’utilizzo di questa tecnologia. Grimes, ad esempio, ha reso la sua voce universalmente disponibile per essere replicata tramite AI, mentre altri artisti come Neil Tennant e i Pet Shop Boys hanno espresso interesse per le possibilità che l’intelligenza artificiale potrebbe creare (noi avevamo parlato di alcune di queste possibilità anche qui).

L’uso di questa tecnologia è sicuramente controverso e una posizione univoca – pro o contro che sia – non può essere presa a priori.

Paradossalmente, lo stesso servizio che Deezer adotterà per identificare le tracce cloni si basa sulla tecnologia di machine learning e sull’AI, a dimostrazione di come gli utilizzi della stessa possano essere molteplici.

A proposito di questo, Folgueira dice: “Questo è un buon utilizzo della tecnologia di AI. Noi come industria dobbiamo assicurarci che l’intelligenza artificiale sia utilizzata nel modo giusto, che sia conforme alla legge e ai diritti di proprietà intellettuale e che gli artisti ricevano un compenso equo“.

Essendo royalty-free, la musica creata dall’AI potrebbe essere ancora più profittevole per le piattaforme di streaming ma secondo Folgueira, “diluire” il catalogo di streaming con questi prodotti non sarebbe conveniente: “Spingere questo fenomeno per un vantaggio economico potrebbe portarci a distruggere la musica così come la conosciamo. Farlo per le ragioni economiche sbagliate sarebbe un errore“.

Il CEO di Deezer ha inoltre aggiunto che ad oggi sono ancora relativamente poche le tracce caricate con i cosiddetti vocali “deepfake“, ma la previsione è che ci sarà un’esplosione nei prossimi sei-nove mesi. Il dibattito – per fortuna – è apertissimo e l’attenzione è alta. A noi non resta che continuare a seguire l’evoluzione del fenomeno e augurarci che sarà gestito nel migliore dei modi, soprattutto nell’interesse della comunità artistica.