Quattro DJ hanno annullato la loro partecipazione alla prossima edizione festival giapponese a seguito di alcuni commenti del co-fondatore Russ Moench sul movimento trans.
Surgeon, Carsten Jost, Immaginary Softwoods e Timnah Sommerfeldt, hanno annunciato che non suoneranno più al Labyrinth Festival 2023, in risposta a diversi commenti fatti sui social dal co-fondatore e booker del festival, Russel Moench.
Qualche mese fa, Moench aveva condiviso su Twitter (oggi X) alcuni commenti, poi cancellati, sui pronomi di genere e sul movimento per i diritti delle persone trans. Oltre a chiamare letteralmente “dumb” (stupido) chi utilizza un diverso pronome per identificare il proprio genere, aveva definito l’acronimo TERF (trans-exclusionary radical feminist – termine usato dalla comunità trans per identificare il femminismo più radicale e transfobico), un “misogeno incitamento all’odio”. Come se opporsi a chi non riconosce i diritti dei trans, anche nel movimento femminista, fosse di conseguenza un comportamento d’odio maschilista.
I tweet ovviamente non sono passati inosservati e sono circolati tra alcuni degli artisti in programma. Il 30 Agosto, nove di essi hanno ricevuto una email dallo stesso Moench che, invece di dare spiegazioni, rincarava la dose affermando come “il movimento attivista della diritti trans sia profondamente illiberale e di natura totalitaria […] in opposizione alla libertà di pensiero e di parola” e “profondamente misogino e omofobico”. Aggiungendo poi che “stanno prendendo bambini vulnerabili che da grandi sarebbero diventati uomini gay e donne lesbiche felici e li stanno trasformando in pazienti farmaceutici per tutta la vita”.
Premettendo il fatto che diversi studi hanno dimostrato come il rischio di suicidi delle persone trans (già molto più elevato rispetto alla media) sia sensibilmente ridotto con l’inizio delle terapie di cambio genere e come meno dell’1% rimpianga di aver cambiato genere (detransizione), la posizione di Moench è apparsa inaccettabile e le risposte non si sono fatte attendere. Carsten Jost, co-fondatore di Dial Records, ha risposto direttamente alla suddetta email definendo questi commenti “spazzatura” e chiedendo di chiarire se tale posizione fosse strettamente personale o coinvolgesse l’intero festival. Pur definendo Labyrinth Festival “non anti-trans”, Moench ha ritirato l’invito all’artista, escludendolo quindi dalla line-up.
A seguito di questo scambio e a distanza di qualche giorno l’uno dall’altro, anche Timnah Sommerfeldt, Imaginary Softwoods (aka John Elliott) e Surgeon hanno annunciato di aver cancellato la loro partecipazione a Labyrinth 2023.
Moench ha risposto alla questione tramite un comunicato pubblicato nei canali ufficiali del festival che vi riportiamo per intero qui:
“Innanzitutto, gli organizzatori e lo staff di The Labyrinth sostengono e lavorano inequivocabilmente per proteggere transgender, non binari, LGBTQIA+ e qualsiasi altra persona emarginata e condannano qualsiasi danno o violenza contro queste comunità. Purtroppo la performance di Carsten Jost non ha potuto essere realizzata a causa di un malinteso sui valori fondamentali dell’evento. Abbiamo cercato di raggiungere un’intesa e ci siamo persino offerti di pagare l’intero compenso, ma è stato rifiutato e non è stato possibile confermare il booking. La nostra speranza è di riconciliare questa disputa e andare avanti con una chiara comprensione di ciò che rappresentiamo. Alla luce di ciò, i responsabili del Labyrinth hanno lanciato un messaggio sui nostri valori fondamentali. In passato ho utilizzato i social media per esplorare questioni sociali, condividendo o commentando contenuti che a volte erano legati alle comunità transgender. Alcuni dei miei commenti erano considerati insensibili, transfobici e altrimenti dannosi. Molte comunità si sono fatte avanti per aiutarmi a capire che la mia attività era dannosa e fuorviante, e alcuni artisti che erano stati prenotati non si sentivano più a proprio agio nell’essere coinvolti in questa controversia. Tuttavia, questo non rappresenta gli oltre 100 straordinari responsabili, organizzatori e staff che compongono Labyrinth. Vorrei ribadire che rifiuto completamente qualsiasi tipo di violenza nei confronti di qualsiasi comunità emarginata e che sono impegnato al 100% nel diventare un alleato migliore per gli emarginati.“
Purtroppo, Moench non è nuovo a questo tipo di polemiche. Già nel 2022 era stato attaccato per non aver inserito nessuna donna o artista non-binario nella line-up di Balance (festival minore organizzato sempre da Mindgames in Giappone). In quell’occasione aveva risposto dichiarando che “Il genere, la razza, la religione, la nazionalità e l’orientamento sessuale non hanno significato e distraggono nella programmazione musicale. Il mio evento non è né una dichiarazione politica né un gioco politico.”
L’idea di chi scrive è che invece la musica, soprattutto quella legata a movimenti di contro-cultura come la musica techno, è e deve essere politica. Oggi più che mai c’è bisogno di ritrovare e rafforzare quei valori che da sempre hanno contraddistinto la club culture e che l’hanno resa sinonimo di integrazione e diversità. E’ anche per questo che ci auguriamo che polemiche di questo tipo siano sempre meno frequenti e, idealmente, neanche più necessarie.