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Il DJ canadese ha deciso di proporre per la prima volta in formato fisico 3 dischi culto del suo repertorio: già disponibile il pre-order sia per il mercato d’oltreoceano che per quello europeo.

La figura di Deadmau5 è sempre stata un po’ il punto di incontro fra gli amanti della progressive house e un suono più ambient – più concettuale e legato ad un ascolto più attento. L’artista è all’interno della scena musicale elettronica da tantissimi anni e la sua discografia è segnata da grandi successi che, in un modo o nell’altro, hanno segnato il genere.For Lack Of A Batter Name, 4×4=12, >Album Title Goes Here<: 3 grandi classici firmati da Joel Thomas Zimmerman, e ora sono pronti per la distribuzione fisica in vinile.

Nel 2023 c’è una maggiore consapevolezza in ambito di producing: rispetto a vent’anni fa, tutti sanno quali sono i software, i synth o le DAW con cui produrre in modo professionale un brano. Proprio in virtù di questo il sound e lo stile di Deadmau5 stupiscono meno. Ma basta questo per renderle meno efficaci? Assolutamente no.

Il suo ultimo progetto “Kx5” pubblicato per Mau5trap Recordings/AWAL Recordings America pur essendo ben distante dagli albori (e menomale, altrimenti che noia ascoltare sempre lo stesso stile a distanza di 20 anni), mantiene una freschezza e una visione non indifferente se confrontato con il panorama elettronico attuake.

L’ultimo progetto nato dalla collaborazione di Deadmau5 e Kaskade segue le tendenze musicali internazionali: kick pieni, melodie semplici ma che entrano in testa e tanto ritmo. (Già li sento: “sì, ma è musica commerciale, non ha chissà che spessore“. No, non è “musica commerciale”, non è il classico copia-incolla. Comprendere le dinamiche che creano una tendenza per proporre il suono accattivante, ma secondo il proprio gusto è qualcosa che va oltre le dinamiche di mercato: è così che si mette sotto scacco il mercato e si diventa dei grossi player.

Eppure, non è poi così distante dal passato. D’altra parte ha sempre fatto quel che gli pare. E questa stampa che ripropone la musica del passato senza alcun tipo di variazione ne è la prova.

Musica vecchia in formato “nuovo”: (ennesima) grattata per speculare sui fan?

Giocare sull’effetto nostalgia non è mai una cosa banale. Da un lato è sicuramente qualcosa che assicura dei facili guadagni; dall’altro non è detto che le “nuove generazioni” riconoscano il valore di certi brani e certe sonorità. Quindi la domanda su questo tipo di operazioni commerciali è più che lecita. Ma è necessario sempre considerare i casi specifici.

Un conto, ad esempio, è l’ennesima ristampa dei Daft Punk (un nome a caso, eh!) dove si vanno a togliere le drum e si lasciano le melodie; un altro è stampare degli album cult per la prima volta su formato fisico. Entrambe sono “operazioni-nostalgia”, ma è facile intuire la differenza. Da un lato c’è la voglia di proporre qualcosa di nuovo ai fan, pur considerando il (sicuro) ritorno economico. Dall’altro c’è la volontà di offrire un pezzo di storia agli appassionati che per tanto tempo hanno aspettato di arricchire la propria collezione.

E dunque per rispondere alla domanda provocatoria che titola il paragrafo… no, queste stampe non sono l’ennesima grattata di un artista affermato che vuole speculare sulla propria fanbase. (Ps.: ci sarebbero modi molto più redditizi di una semplice ristampa in vinile).

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