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Prendersi un caffè, che sia a casa o al bar, meglio se in compagnia, è una di quelle abitudini alle quali gli italiani non sanno rinunciare. Stando alle ultime ricerche, in Italia ogni giorno si consumano circa 9,3 milioni di caffè e la metà degli italiani beve regolarmente almeno una tazzina al giorno, come é stato raccontato sull’articolo del blog di Betway Casino Online o simili che possono conciliarsi con il sorseggio. Il giro d’affari che ruota intorno a questa bevanda è di circa 20 miliardi di euro l’anno, facendo anche riferimento al fatto che il nostro Paese lo esporta all’estero.

Uno dei rituali più diffusi tra gli abitanti del bel Paese è quello di bere il caffè al bar e nei quasi 150.000 bar sparsi per tutto il territorio si servono ogni giorno all’incirca 175 caffè. Stando anche alle ultime ricerche, negli ultimi tempi il prezzo del caffè consumato al bar è aumentato in media dell’11,5% in più, ma d’altronde nell’ultimo anno sono tanti i beni di consumo e non che hanno subito un rialzo dei prezzi: ad esempio il caffè espresso nel 2021 costava all’incirca 1 euro, adesso è arrivato a quasi 1,20 euro. In realtà ci sono dei bar che hanno mantenuto il prezzo di 1 euro a tazzina e sono a Catanzaro, Reggio Calabria e Messina.

La città in cui il caffè costa di più è Bolzano, con una media di 1,34 euro a tazzina; subito dopo ci sono Trento, Belluno, Padova, Udine con un prezzo medio a tazzina che oscilla tra 1,25 e 1,40 euro. Dunque, come abbiamo detto, consumare il caffè è un rituale a cui gli italiani non sanno rinunciare: la canonica frase “Ci prendiamo un caffè?” vale più di mille parole perché si tratta di un modo che hanno 2 o più persone per parlare, per conoscersi oppure per rivedersi. E poi non c’è un’ora esatta per bere il caffè, perché c’è chi lo consuma a colazione o metà mattinata, ma anche durante la giornata e, perché no, c’è anche chi lo beve prima di andare a dormire.

Ovviamente questi dati riguardano l’Italia, ma se diamo un’occhiata alle altre città europee capitali del caffè giá citate, vediamo che nei paesi del nord Europa il prezzo di una tazzina è molto alto: a Oslo costa circa 4,50 euro, mentre a Ginevra può arrivare anche a 3,50 euro. Non sorprendiamoci di questi dati perché comunque parliamo di nazioni in cui il costo della vita è generalmente più alta.

Musica e caffè: un binomio perfetto

Proprio perché si tratta di una bevanda così diffusa e importante, è facile ritrovare la parola caffè quasi ovunque, anche nei titoli e nei testi delle canzoni. Sono tanti infatti i cantanti che si sono ispirati alla parola caffè per intitolare una propria canzone oppure scrivere strofe e raccontare storie.

Pino Daniele nella sua canzone “Na’ tazzulella e’ cafè”, rimprovera ai potenti di sfamare il popolo con il caffè: “Na’ tazzulella e’ cafè, e mai niente cè fanno sapè nui cè puzzammo e famme, o sanno tutte quante e invece e c’aiutà c’abboffano e’ cafè”.

Fabrizio De André invece ha reso famoso il caffè che il secondino Pasquale Cafiero prepara a Don Rafaè, nella sua canzone “Don Rafaè”: “Ah, che bellu ccafe`, sulo `n carcere `o sanno fa’, co’ `a recetta ch’a Cicirinella compagno di cella ci ha dato mamma”, mentre Lucio Battisti nel 1969 nella sua “29 settembre” iniziava la canzone così: “Seduto in quel caffè io non pensavo a te”.

Arrivando ai giorni d’oggi, come non citare Max Pezzali che in “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” ipotizza che il personaggio dei cartoni animati sia stato ucciso per uno sgarro fatto “a qualche industria di caffè”; c’è anche Tiziano Ferro che nella famosissima “Sere nere” del 2003 comincia la sua canzone così: “Ripenserai agli angeli, al caffè caldo svegliandoti”.

È bello dunque sapere che una semplice tazzina di caffè possa aver ispirato diversi ambiti nel mondo quotidiano, richiamando quel gusto unico nel suo genere.