Da più di un mese il locale in uno dei luoghi più magici e caratteristici di Genova è chiuso per il ritiro della licenza di pubblico spettacolo. Lanciata una petizione dal proprietario Alessandro Cacioppo, che ci ha raccontato la situazione e la storia del club che si erge dal mare.
La Passeggiata Anita Garibaldi, comunemente Passeggiata di Nervi, è uno dei luoghi più affascinanti di Genova “Superba”. Quasi 2 km di mattoni rossi e ringhiere blu tiffany che accompagnano il mare nel suo infrangersi alle scogliere sottostanti. A circa metà di questo percorso scolpito tra mare e terra, vi è uno dei club più caratteristici, eclettici e intimi della Liguria: il Bonfim.
Un luogo di incontro fra culture, arti differenti, diversità di genere, e partecipanti da tutto il mondo. Uno spazio che però più di un mese fa è stato costretto a chiudere a causa del ritiro della licenza di pubblico spettacolo abbinata alla somministrazione di alimenti e bevande.
Abbiamo incontrato il proprietario del club Alessandro Cacioppo – il quale ha lanciato una petizione su change.org – e ci ha raccontato la situazione attuale, le dinamiche, e l’evoluzione di quello che sembra un torto prima di tutto a un imprenditore che ha a cuore il territorio e la sua valorizzazione.
Un club, il Bonfim, che è stato rilevato cinque anni fa. Una scelta dettata dalla passione per la musica e la volontà di creare un club come intersezione culturale.
“È nato tutto da un’esigenza, come spesso accade. Ho sempre lavorato nel mondo della musica, organizzavo eventi, facevo il service, noleggiavo attrezzatura. Volevo fare il salto: mi apro un posto mio, con la musica che avevo in mente io. Avevo vissuto situazioni anche estere, e volevo creare il concetto di club come punto di incontro e di ritrovo come succede all’estero.
Tutto questo cinque anni fa, ma già iniziano i problemi.
Nel 2018 ho avuto la mareggiata, durante l’acquisto dell’azienda. Poi ci sono stati problemi vari: altre mareggiate, furti all’interno dell’attività nel 2019. Hanno chiuso la passeggiata di Nervi per lavori di manutenzione, e sei mesi a far entrare il pubblico da un’altra parte, un mese in cui non ho potuto far entrare nessuno perché avevo entrambe le entrate chiuse. Ma alla fine problemi tutti risolti.
2020: dici: “dai, ripartiamo” invece no, Covid. In quel momento però è successo l’inevitabile. Ho pensato che da solo night club per andare avanti mi sarei potuto dedicare anche alla ristorazione, essendo anche in un punto facilitato. Dunque portiamo avanti questo nuovo aspetto in parallelo con la night life. Ovviamente tutto ridotto durante il covid, quando chiudevamo alle 18:00, e l’unico spettacolo, se così possiamo chiamarlo, era un pranzo musicale.
Sempre nel 2020, unendo l’arte e la musica, essendo io un appassionato di arte, e avendo molti amici che producono opere, sculture ecc., decido di rendere il locale anche galleria d’arte. Collaborando con diversi artisti, garantiamo loro una maggiore visibilità, essendo il Bonfim un club/ristorante/lounge bar.
Devo dire che questo aspetto si sta espandendo anche in altre realtà di Genova che hanno iniziato a dare spazio all’arte, al di là dell’attività primaria.
Ritornando al clubbing, dopo il Covid c’è stata l’esplosione. Non potevi fermare la gente. Dal lunedì alla domenica. Con la pandemia si è sviluppata questa fase dell’ambient e downtempo che ci portiamo ancora adesso. E tutta la musica ambient che noi riproduciamo nel locale è realizzata da nostri DJ e amici. Sulle serate come club invece abbiamo miscelato diversi generi: afro house, electro, house, EBM, synth pop. Portiamo avanti diversi progetti.”
Anni dunque che tra le problematiche più disparate sono stati difficili, ma che hanno portato enorme soddisfazione e grandi numeri. Dopo il periodo pandemico c’era il desidero di riassaporare la convivialità e la musica dal vivo, specialmente in un luogo così affascinante ad ogni ora del giorno e della notte.
Ma le rogne diventano sempre più insistenti, fino alla chiusura forzata.
“I problemi più grandi sono iniziati a luglio 2023. C’erano già state in passato segnalazioni o problemi di questo tipo, ma mai così espliciti. Segnalazioni che ti impediscono di lavorare di contino e con questa incidenza non c’erano mai state. Io dal 27 di luglio non ho fatto più vita. Tutte le settimane controlli. Una volta la SIAE, una volta l’Agenzia delle Entrate, poi la Polizia di Stato.
Tutto apparentemente per motivi che ancora devono dimostrare. Devono fare dei controlli precisi, non possono accusarmi di sovraffollamento quando il piano di sicurezza mi permette di accogliere un tot di clienti tra l’interno, il giardino e la terrazza. Accusa che si basa su una legge della capienza che è degli anni ’90, assolutamente non aggiornata rispetto all’Europa. Ma ovviamente agiamo rispettando questa legge anche se obsoleta.
Queste segnalazioni arrivano da un residence vicino al club che lamentava dell’impossibilità degli ospiti a dormire. Hanno fatto sei esposti da questo residence che però è vicino alla stazione ferroviaria di Genova Nervi, e ti da fastidio un locale notturno? In ogni caso, mi sono adeguato al nuovo regolamento comunale del 2020 che impone la zonizzazione acustica di 20 decibel inferiore, e ora vediamo come va a finire.
Questa settimana dovrebbero venire i vigili per fare il contraddittorio con la fonte che ha chiamato per la segnalazione. Come tempistiche non ho certezze. Ora è un mese che siamo chiusi. È successo in un mese dell’anno che è gennaio, meno male non d’estate, se no sarebbe stata una disgrazia.
La cosa strana è che il Bonfim è un locale che esiste da cinquant’anni. In cinquant’anni nessuno è mai stato così puntiglioso. Inoltre siccome io voglio convivere con il vicinato, tutti hanno la loro attività, tutti dobbiamo convivere e dobbiamo farci forza a vicenda. Sono arrivate sei segnalazioni per il rumore, e adesso, che io sappia, a nessuno per sei segnalazioni per il rumore è stata revocata la licenza. Così dall’11 di gennaio ho deciso di prendere vie legali. Ho i miei dipendenti in aspettativa, che non percepiscono neanche la famosa cassa integrazione perché non siamo un settore coperto.”
Una programmazione di gennaio saltata, ma che per il futuro rimane, nella speranza di sviluppi positivi.
“Tutti gli eventi in programma che avevo per questo mese li ho dovuti annullare, e per fortuna è tutta gente che conosco e che è stata comprensiva. Fino ad aprile eravamo coperti, e la programmazione c’è ancora, per adesso non ho annullato nulla. Come di consueto facciamo in big al mese e per il resto artisti locals, tutti ragazzi italiani che stanno emergendo. Una scena, quella italiana, che si sta espandendo anche fuori, in Europa e oltre. Scene di qualità assurda, da nord a sud. Però sembra quasi che chi lavora nell’intrattenimento e nella musica sia un lavoratore di serie B, e l’abbiamo visto durante il Covid. Poi comunque c’è chi decide e ha il coraggio di investire in Italia. Io credo in Genova e nel suo potenziale turistico, se no non lo avrei fatto qua.”
Cacioppo decide così il 22 gennaio 2024 di lanciare una petizione su change.org.
Non chiede denaro, ma solo supporto per quello che è un locale storico. Chiede che venga riconosciuta l’importanza socio-culturale del Bonfim.
“Sono molto felice del risultato attuale della petizione, grazie alla quale siamo arrivati a 3.150 firme. A livello morale è importante. Significa che c’è l’interesse comune nel dire “salviamo questo posto”. Uno dei pochi luoghi dove c’è un incontra fra culture, arti, diversità di genere, partecipanti da tutto il mondo che dialogano tra loro. Sono cose che non avrei mai pensato sinceramente, e sono contento che dopo cinque anni ci sia questo tipo di clientela, e che porti così tanto turismo alla città. Molta gente ha a cuore la cosa, stiamo facendo il possibile, mi stanno aiutando tante persone, e spero di ripartire il prima possibile.”
La petizione è attualmente a circa 3.700 firme. Un grande risultato fino ad ora, che rappresenta quanto il Bonfim sia nel cuore degli appassionati. Un risultato che anche noi vogliamo migliorare, perché il Bonfim è una realtà che utilizza il valore dell’arte per la crescita economica e culturale di un territorio. Perché vogliamo continuare a godere della bellezza di questo luogo che alla fine della terra si erge sul mare, e lo fa grazie alla musica.
Firmiamo la petizione. Il Bonfim non deve morire.