Oggi compie gli anni Selected Ambient Works 85–92, la raccolta forse più rappresentativa del grande Aphex Twin.
Sono passati già 32 anni da quando Richard D. James o meglio conosciuto come Aphex Twin, ha pubblicato Selected Ambient Works 85–92. Nel dettaglio, si tratta della raccolta più apprezzata dai fan e racchiude in sé tracce storiche ma anche tracce che il produttore ha realizzato a soli 15 anni di età.
Più che un disco, questo è un vero e proprio progetto autobiografico che traccia dopo traccia racconta la storia d’amore che c’è tra James e l’elettronica. Ma cosa ha reso così speciale Selected Ambient Works 85–92?
Nonostante all’epoca la critica sosteneva che di base la qualità dei suoni presentati era molto bassa, la raccolta è diventata un vero e proprio manifesto generazionale che ha mostrato al mondo un’alternativa alla musica ambient a cui eravamo tutti abituati.
Una rivoluzione che forse parte prima del 1992
In uscita il 1992 sull’etichetta belga R&S Records, questo disco ha sicuramente mostrato al pubblico un lato di Aphex Twin che non tutti conoscevano, ma che sicuro immaginavano. Un’infanzia trascorsa rincorrendo i principi dell’elettronica e un’adolescenza che lo ha iniziato alla cultura rave con le sue prime esperienze da dj.
James era giovanissimo ma già sapeva in cuor suo che la sua passione lo avrebbe portato a diventare un’icona dell’elettronica e soprattutto un produttore unico e inimitabile.
La musica di Aphex Twin non è per tutti, ma forse la cosa non è casuale. Il fatto che la raccolta racchiuda al suo interno brani perlopiù frutto di padronanza tecnica e strumentale, fanno già capire che l’autore ha preferito inviare un messaggio attraverso le note a pochi prescelti.
Non a caso i brani di Richard non hanno ritornelli che ti si mettono nel cervello senza mai più uscire e non hanno parole che possono fare leva sui sentimenti degli ascoltatori. Tuttavia, grazie al lavoro dei sintetizzatori analogici, campionamenti vocali e modulatori sonori, Aphex Twin è riuscito ugualmente a scrivere una pagina di storia.
Tracklist
- Xtal
- Tha
- Pulsewidth
- Ageispolis
- i
- Green Calx
- Heliosphan
- We Are the Music Makers
- Schottkey 7th Path
- Ptolemy
- Hedphelym
- Delphinium
- Actium
Traccia dopo traccia, Selected Ambient Works 85–92 mostra di essere il regalo perfetto per una generazione come la nostra, che negli ultimi tempi sembra essere abbastanza confusa al fronte dei cambiamenti che la scena e la musica hanno avuto, soprattutto post pandemia.
Richard non ha mai seguito un genere ben preciso e soprattutto non si è mai piegato dinnanzi alle pretese discografiche che nel corso del tempo lo avranno sicuramente sollecitato ad omologarsi al mercato.
Piuttosto che cambiare la propria concezione di musica elettronica, Aphex Twin ha preferito continuare il suo percorso di scoperta e sperimentazione. Forse è proprio questo che lo ha reso una leggenda immortale. Le sue performance sono tra le più ricercate del pianeta e ogni sua esibizione in programma esaurisce tutti i posti in platea con sold out annunciati già alla prima release dei biglietti d’ingresso.
Tornando al disco in oggetto, è anche giusto fare un piccolo approfondimento su alcune delle tracce in scaletta. Forse quelle più apprezzate o meglio, quelle semplicemente più conosciute perché difficilmente Aphex Twin non si apprezza. Al massimo non lo si comprende fino e in fondo ma c’è una bella differenza tra il non comprendere e il non apprezzare.
“Xtal“
Che a lui piacesse giocare con i campionamenti vocali lo abbiamo capito subito. Non a caso la prima traccia che apre l’album intitolata “Xtal” che si apre con un suono di chitarra distorta, che viene gradualmente sovrapposto da un paesaggio sonoro etereo e ipnotico.
Il ritmo del brano continua lento e pulsante, con una melodia delicata e atmosferica che si sovrappone a strati di suoni che nell’insieme riescono a creare un senso di profondità e spazialità.
La struttura armonica è sottile ma ricca, con accordi che si espandono e si contraggono, dando al brano una sensazione di movimento e trasformazione costante.
“Tha“
Mentre il secondo brano “Tha” prosegue sempre sulla scia delle melodie delicate ma riesce a distinguersi per la sua complessità ritmica e la sua struttura sonora intrigante.
Nel dettaglio, le armonie sono spesso dissonanti e sperimentali, creando un’atmosfera futuristica e surreale. Nel corso della traccia vi è la presenza di momenti di tensione e allo stesso tempo anche di rilassamento. Queste variazioni dinamiche sono importanti in quanto tengono l’ascoltatore impegnato e interessato.
La produzione è ricca di dettagli sonori, con una vasta gamma di suoni e timbri che si mescolano e si sovrappongono in modi unici e innovativi. Siamo sicuri che ad oggi, nonostante l’impegno, sono davvero pochi gli artisti capaci di creare qualcosa del genere.
“Pulsewidth“
Il terzo brano in copertina è “Pulsewidth“, pezzo emblematico del genere ambient, dove Richard è riuscito a dimostrare a pieno la sua capacità di creare paesaggi sonori avvolgenti e ipnotici.
Uno dei tratti distintivi di questo brano è l’uso del suono pulsante ed è proprio questo dettaglio a dare il nome al brano. Questo pulsare ritmico è delicato ma costante, fornendo una sorta di battito cardiaco alla traccia che crea una sensazione di flusso e movimento.
“Ageispolis“
Il prossimo brano che andiamo a presentare è “Ageispolis”, il cui titolo stesso preannuncia un’esperienza sonora unica dall’atmosfera mitologica e fantastica. La traccia evoca certamente un senso di mistero e meraviglia. I suoni sono elaborati e ricchi di dettagli, con una gamma di timbri e texture che si mescolano in modo sorprendente e affascinante.
Nel complesso, “Ageispolis” è un brano che incarna la vera essenza della musica ambient, trasportando l’ascoltatore in un viaggio sonoro immersivo e coinvolgente. La sua combinazione di ritmo pulsante, melodia evocativa e atmosfere sognanti renderà per sempre questo brano un pezzo iconico dell’intero panorama della musica elettronica.
“I”
“I” invece è una traccia molto particolare e ed è proprio grazie alla sua singolarità che è diventata una creazione senza tempo. È un brano ambientale estremamente sottile e minimalista, con una sensazione di spazio e profondità che lo rende coinvolgente per l’ascoltatore.
Nonostante la mancanza di una melodia tradizionale o di un ritmo definito, “I” riesce comunque a catturare l’attenzione dell’ascoltatore attraverso la sua struttura sonora unica e la sua capacità di creare un’atmosfera suggestiva e ipnotica.
“Green Calx”
“Green Calx” è un brano dalle atmosfere un po’ diverse rispetto ad altre tracce dell’album. Questa traccia è stata catalogata come una vera e propria prova di valore in cui l’artista ha dimostrato tutta la sua competenza e la sua versatilità nel creare una vasta gamma di suoni e atmosfere.
Nel complesso, “Green Calx” è un brano che cattura perfettamente lo spirito dell’album Selected Ambient Works 85-92, combinando elementi ritmici energici con atmosfere sognanti e suggestive.
“Heliosphan”
La prossima traccia è davvero speciale, una delle più belle forse mai ascoltate. Parliamo di “Heliosphan”, brano che viene considerato come uno dei più emblematici a cura dell’artista e che nonostante il tempo trascorso continua a far sognare gli amanti della musica ambient di tutto il mondo.
Al primo ascolto sembra quasi un inno sacro, una sorta di dedica alla vita e alle cose belle, proprio perché la sua musica rievoca nella mente, solo belle cose.
La traccia inizia con un delicato arpeggio di sintetizzatore capace di creare una dimensione parallela e stupire qualsiasi ascoltatore. Questo arpeggio forma il nucleo della composizione, con variazioni leggere e sottili nel timbro e nella dinamica che si verificano lungo il brano.
“We Are The Music Makers”
Per la realizzazione invece di “We Are The Music Makers” Aphex Twin si è servito del campionamento di un dialogo del film “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato“. Provando così che il suo genio va oltre la semplice musica, cercando continuamente nuovi orizzonti artistici da varcare.
Il titolo stesso suggerisce un senso di comunità e di appartenenza per coloro che creano musica, e la traccia riflette questa idea di creazione e di esplorazione artistica. È un brano che celebra il potere e la magia della musica stessa.
“Schottkey 7th Path”
La prossima traccia è “Schottkey 7th Path”. Già il titolo di questo brano apre la mente dell’ascoltatore a scenari diversi, musicalmente più complessi che sembrano facciano riferimento ai concetti tecnici o matematici.
Tuttavia, nella musica di Aphex Twin spesso i titoli hanno un significato più evocativo che tecnico e questo lo sappiamo. Fatto sta che “Schottkey 7th Path” con la sua struttura così intrecciata e coinvolgente è un’ulteriore dimostrazione dell’impegno e dello studio stesso che il produttore ha investito nella sua grande passione.
“Ptolemy”
Anche nel caso di “Ptolemy” si evince che il produttore abbia dato un particolare significato alla traccia in questione. Con la sua realizzazione, “Ptolemy” mette un punto interrogativo in testa agli ascoltatori già dal titolo. Quest’ultimo forse potrebbe fare riferimento all’astronomo e matematico greco Tolomeo, noto per la sua concezione geocentrica dell’universo.
Tuttavia, il significato esatto del titolo potrebbe essere aperto all’interpretazione e all’immaginazione dell’ascoltatore. Ci piace pensare che per questo motivo Richard abbia impresso in questo brano tutto il suo universo musicale artistico.
“Hedphelym”
Mentre per quanto riguarda “Hedphelym” possiamo dire che si tratta di un messaggio proveniente dal futuro. La traccia si apre con un beat elettronico incalzante, che fornisce il fondamento ritmico della composizione.
Questo ritmo è accompagnato da una serie di suoni sintetici che si sovrappongono e si intrecciano, creando un paesaggio sonoro abbastanza complesso ma incredibilmente futuristico.
“Delphium”
“Delphium” invece è una traccia che piace a tutti. Farebbe ballare e divertire anche l’ascoltatore più esigente e reincarna alla perfezione la tecnica di produzione scelta dall’artista.
La continua contrapposizione tra sonorità sintetiche, varietà di effetti e manipolazioni, aggiungono ulteriore dimensione e complessità al brano.
“Actium”
L’ultima fatiche di Ercole che va a chiudere Selected Ambient Works 85-92 è “Actium” che conclude l’album in modo magistrale, offrendo un’esperienza sonora finale memorabile e coinvolgente.
La specialità di questa incredibile raccolta firmata da un pioniere come Aphex Twin è che traccia dopo traccia, ogni brano può essere collocato in qualsiasi contesto. Questo perchè Richard forse non ha mai pensato al suo operato solo ed esclusivamente in termini di clubbing.
È quello che dovrebbe fare ogni produttore, immaginare la propria musica come una sorta di opera d’arte che deve resistere al tempo senza mai stancare. Proprio come accade per tutte e 13 le tracce racchiuse in questo album che nonostante siano trascorsi ben 32 anni, continuano a rappresentare un modello di ispirazione per tutte le generazioni.
Ora però ti lasciamo all’ascolto di Selected Ambient Works 85–92 concludendo che se tu possa essere in ufficio a lavorare, alla tua scrivania di casa a studiare, o imbottigliato nel bel mezzo del traffico metropolitano, questa collezione riuscirà a portarti in un altro mondo, quello creato da Aphex Twin.