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Nicolás Jaar, Suzanne Ciani e KMRU sono tra i numerosi artisti che hanno partecipato ad “ENOUGH!”. La nuova compilation raccoglie fondi per i bambini palestinesi colpiti dall’assalto militare israeliano in corso a Gaza.

Questa compilation digitale, intitolata “ENOUGH!“, comprende 63 tracce ed è stata organizzata dalla DJ e curatrice di Amman, Mayss, nota anche per il podcast Dreaming Live.

Tra gli artisti che hanno contribuito con la loro musica a “ENOUGH!” figurano anche Simo Cell, Legowelt, Juliana Huxtable & Via App, ZULI, DJ Marcelle, Matrixxman, Sarah Davachi, Bok Bok, Suzanne Ciani, Martin Rev, Sarah Davachi, Drew McDowall, KMRU, Alex Zhang Hungtai, Khyam Allami.

Tutti i proventi derivanti dalla vendita della compilation saranno destinati al Children’s Fund del Dr. Ghassan Abu Sittah.

Il Dr. Ghassan ha svolto un ampio lavoro di volontariato a Gaza e ha recentemente prestato servizio negli ospedali Al-Ahli e Shifa della regione.

Il suo Children’s Fund ha l’obiettivo di curare i bambini feriti, ricostruire le infrastrutture mediche distrutte e avviare un programma di sponsorizzazione per oltre 20.000 bambini orfani.

In un messaggio che accompagna la pubblicazione della compilation, il Dr. Ghassan Abu Sittah ha espresso la sua gratitudine:

«Voglio inviare la mia più profonda gratitudine per il vostro lavoro nel sostenere il nostro popolo nel momento di maggiore bisogno. Dobbiamo continuare a parlare di Gaza, cantare di Gaza e gridare nelle strade per Gaza. Il vostro supporto ci aiuterà a fornire cure necessarie ai bambini feriti e a formare medici e infermieri per sostituire i 450 che sono stati uccisi».

Il Coinvolgimento di Nicolás Jaar

Nicolás Jaar è uno degli artisti che ha contribuito a “ENOUGH!”, rafforzando il suo già consolidato impegno per la causa palestinese.

Jaar ha un legame profondo con la Palestina, risalente alle sue radici familiari e alle sue esperienze personali. Nel 2017 ha suonato a Ramallah, un’esperienza che ha descritto come uno dei momenti culminanti della sua vita.

L’evento, nonostante le difficoltà del contesto, è stato una celebrazione e un modo per alleviare temporaneamente le tensioni quotidiane già presenti allora.

L’album “Sirens” in un certo senso parla direttamente di ciò che accade lì. Il disco è radicato nel conflitto palestinese e nella rinascita della destra, affrontando le problematiche politiche globali.

Questo impegno per la giustizia e la solidarietà si riflette anche nella sua partecipazione ad altre iniziative benefiche. Infatti, questa non è la prima volta che Nicolás Jaar si impegna per la causa palestinese. Nel 2021, sotto lo pseudonimo Against All Logic, aveva partecipato a un’altra compilation di beneficenza intitolata “It’s Not Complicated“, in collaborazione con Ma3azef e l’ingegnere del suono Heba Kadry.

La compilation presentava le versioni di vari artisti di una “protesta sonora” e mirava a raccontare l’occupazione, la violenza coloniale e la resistenza.

Anche in quel caso, i proventi delle vendite dell’album furono destinati a Medical Aid for Palestine e Grassroots Al-Quds.

Oltre a Nicolás Jaar e Brian Eno, anche Fatima Al Qadiri e Deena Abdelwahed parteciparono a questa iniziativa.

Nel 2024, “ENOUGH!” rappresenta una potente risposta artistica ed umanitaria alla crisi in Gaza, unendo musicisti di tutto il mondo per sostenere una causa urgente.

L’iniziativa non solo raccoglie fondi vitali per i bambini palestinesi, ma mantiene viva l’attenzione internazionale sulla loro situazione.

Recentemente, anche artisti come Sepehr e JakoJako hanno contribuito a una compilation per raccogliere fondi per evacuare una famiglia da Gaza.

Negli ultimi anni molti artisti, sia palestinesi che internazionali, hanno mostrato il loro supporto per la causa palestinese, utilizzando il loro impatto sul palco per scopi politici.

Sega Bodega, durante il suo concerto al Primavera Sound 2024, ha mostrato la bandiera palestinese, manifestando la sua solidarietà. Questo gesto si aggiunge a una crescente tendenza di artisti che usano i loro concerti come piattaforme per esprimere sostegno politico e sociale.

Artisti come Brian Eno, Four Tet e Massive Attack hanno tutti espresso il loro sostegno per la Palestina attraverso la musica e le loro azioni durante gli anni, che hanno contribuito a mantenere alta l’attenzione sulla situazione in Palestina e a promuovere la solidarietà globale.

Macklemore, con “Hind’s Hall“, affronta palesemente la situazione palestinese contemporanea, infrangendo il silenzio con un forte messaggio per cessare il fuoco in Palestina.

Piattaforme come Boiler Room hanno svolto un ruolo importante nel dare voce agli artisti palestinesi e portare l’attenzione sulla scena musicale locale.

Sama’ Abdulhadi è un esempio di artista palestinese che ha utilizzato la sua musica per portare l’attenzione sulla realtà vissuta all’interno della Striscia. La DJ contribuisce a creare un ponte tra il pubblico internazionale e le esperienze locali.

Questi gesti dimostrano come la musica e le esibizioni dal vivo possano essere potenti strumenti di protesta e sensibilizzazione.

Gli artisti che scelgono di esporsi e mostrare il loro supporto alla Palestina sul palco sfruttano la loro visibilità per attirare l’attenzione su questioni politiche e sociali cruciali.

Questo è sicuramente un segno positivo del potere della musica nel promuovere la solidarietà globale e far sentire la propria voce contro le ingiustizie. Utilizzare il palcoscenico per scopi politici non solo amplia la consapevolezza su temi importanti, ma ispira anche il pubblico a riflettere e ad agire.

Ciò dimostra che l’arte e l’impegno civico possono andare di pari passo per un cambiamento positivo.

Acquistando “ENOUGH!” su Bandcamp, si può contribuire direttamente a fornire assistenza medica, ricostruire infrastrutture e supportare i bambini orfani, dimostrando così solidarietà e impegno per una giustizia duratura.

Dichiarazione degli artisti:

Di fronte alle atrocità commesse contro i palestinesi sia a Gaza che in tutti i territori occupati, facciamo eco alle parole di questa madre, i cui figli sono stati brutalmente assassinati:

ENOUGH!
Basta, mondo!
Basta ingiustizia!

Basta all’invasione e alla decimazione di Gaza.
Basta all’uccisione di massa dei palestinesi.
Basta alla deliberata fame.
Basta alla restrizione dei medicinali che costringe i medici ad amputare per infezioni minori.
Basta all’omicidio di giornalisti, operatori umanitari e operatori sanitari.
Basta al furto di terre e case in tutti i territori occupati.
Basta al sistema di detenzione amministrativa che tiene i palestinesi in prigione senza processo.
Basta ai tribunali militari ingiusti con tassi di incarcerazione del 99,7%.
Basta alla tortura dei prigionieri.
Basta al sistema di apartheid e alla restrizione della mobilità.
Basta agli insediamenti e alla violenza dei coloni.
Basta al rifiuto dello stato palestinese.
Basta alla disumanizzazione.
Basta al gaslighting.
Basta al genocidio.

Palestina libera.

In nome di una scena elettronica che non si è mai tirata indietro dal prendere posizione, qui puoi leggere di: DJs Against Apartheid: DJs, ravers e club uniti contro il genocidio in Palestina.