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Una personalità forte, intraprendente e che ha saputo guardare oltre le dinamiche di mercato. Tutto questo è Luca Agnelli.

Abbiamo voluto raccontare (e discutere con) Luca Agnelli perché, come pochi altri artisti, è riuscito ad incarnare l’essenza del nostro tempo, cangiante, sfaccettato e mai fermo in un punto preciso dello spazio musicale. Agnelli si è reinventato costantemente, senza mai cedere alla voglia di adagiarsi sui risultati ottenuti. Questo gli ha permesso di diventare nel tempo un simbolo della techno – made in Italy e non solo.

Eppure, avrebbe potuto imperare dal trono del successo. “È la solitudine dei numeri primi”, diceva Paolo Giordano. Amato, criticato e poi ancora osannato: insomma, tante le fasi (e le sfumature) della sua carriera. E di recente un nuovo “fulmine a ciel sereno”.

Il suo ultimo remix, “Brujeria“, la canzone di Salmo e Noyz Narcos rielaborata in chiave hard techno. La voglia di sperimentare è la prova che se un artista ha visione non si ferma. Mai. La chiacchierata con Luca è stata lunga, intensa, a tratti estenuante per profondità. Ne esce fuori però un quadro brillante: la persona, con un’identità artistica forte.

La sua ultima evoluzione è l’hard techno. Per molti una mossa azzardata; per lui una scelta (quasi) necessaria. Abbiamo ascoltato le parole di Luca con attenzione, più e più volte. Conclusione: le forme artistiche nel tempo possono mutare, ma la sostanza di Artisti come lui permane, nonostante il tempo, nonostante tutto.

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Onestamente detesto le etichette. Penso siano la morte dell’arte. Con questo nuovo remix di “Brujeria” sei riuscito a portare il rap in una dimensione tutta nuova. Come mai hai scelto di campionare le strofe di questo brano piuttosto che un altro?

Luca Agnelli: Anche a me non piace classificare la musica per generi. Amo le contaminazioni. Sia nei miei DJ set che nelle mie produzioni ho sempre fatto più cose e più generi, rischiando, testando, sperimentando.

Per quanto riguarda la scelta di “Brujeria” e di queste strofe precise, è stato tutto molto naturale: quando ho sentito la parte che diceva “arriva, arriva, lo senti che arriva” mi sono subito immaginato di crearci un loop continuo e di fare varie pause e ripartenze che spaccassero tutto.

Volevo trasporre in musica la sensazione di quel “arriva-arriva” con il puro suono. È quello che ho fatto nel brano e rappresenta l’essenza della mia musica in questo momento. È una continua esplosione, un continuo flusso di energia.

È davvero bello vedere che ci sono artisti di alto profilo come te che continuano a mettersi in gioco.

Luca Agnelli: Nella mia carriera l’ho sempre fatto e continuo a farlo perché è quello che mi da energia. Ho sempre la necessità di avere nuovi stimoli, di fare nuove esperienze e scoprire nuovi orizzonti musicali. Ho sempre portato avanti solo quello che mi piaceva e quando mi stancava prendevo un’altra direzione, con tutti i rischi annessi dell’andare controcorrente.

Questo modo di fare mi ha portato anche a suonare l’hard techno. Era quello che sentivo ed è quello che mi piace fare. È il cuore che comanda per me: questo è la base di tutto.

In questa versione di “Brujeria” hai sposato pienamente lo stile hard techno. Cosa non facile, soprattutto considerando che il mainstream italiano solo ora sta iniziando a scoprire la techno. Come mai questa scelta così coraggiosa?

Luca Agnelli: Partiamo dal presupposto che faccio solo quello che realmente sento. I miei DJ set e le mie produzioni sono fatte per soddisfare prima me e il mio gusto, poi le persone che mi seguono. Se piace agli altri bene, sennò pazienza. Questa è sempre stata la mia filosofia nelle scelte che ho fatto. E vale anche per quelle “virate” musicali, che non sempre sono state apprezzate.

Per me tutto questo è pura e semplice evoluzione musicale. Sono sempre il primo che si diverte quando suona, e non voglio mai perdere questo spirito.

Si vede che hai un rapporto molto intenso con il pubblico: dici che loro hanno compreso fino in fondo le tue decisioni artistiche?

Luca Agnelli: Certo. La mia scelta di virare sull’hard techno è stata fortemente criticata inizialmente: da tutti, dalla mia agenzia, da alcuni colleghi DJ, da diversi promoter che dicevano fossi un pazzo e che la gente non avrebbe apprezzato. Ma ho sempre preferito fare quello che mi piaceva.

Anche a costo di fare meno date e seguire meno progetti. Il tempo mi ha dato ragione. Il mercato è cambiato e tutti sono andati in un’altra direzione. Ma a me sinceramente nemmeno interessa: non voglio essere quello che ci ha visto lungo; voglio essere quello che fa le robe che gli piacciono.

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Luca Agnelli