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Il Community Sunday di Mania torna il 13 ottobre alla Tenuta Tor dei Sordi, ai confini di Roma. Scopriamo insieme i retroscena dell’evento.

Mania è una delle prime realtà nell’ambito degli eventi di musica elettronica a Roma e dai suoi esordi ha fatto molta strada. Il Community Sunday rappresenta solo una delle tappe nel percorso di crescita di questo collettivo. L’ispirazione, la dedizione e la volontà di superare le sfide sono i fattori che hanno portato questi ragazzi al successo, permettendo loro di portare artisti di fama internazionale nei club di Roma, in Italia e all’estero.

Il punto di forza di Mania risiede nella sua community, un aspetto evidente nell’approccio genuino e inclusivo con cui si impegnano a creare un’esperienza coinvolgente per tutti i partecipanti, cercando l’interazione e la connessione con il pubblico sul dancefloor.

Inoltre Mania si distingue per la continuità musicale che caratterizza le sue serate. Tra i membri del collettivo ci sono anche i DJ resident Andrea Saba, Francesco Maria e Alessandro Addi fortemente legati al brand, che contribuiscono a definire l’identità sonora di Mania.

La line-up del Community Sunday del 13 ottobre riflette l’impegno e la volontà di portare artisti dal profilo internazionale. L’evento vedrà la partecipazione di Luuk Van Dijk, noto per il suo sound groovy e le potenti bassline. Considerato un “artist to watch” da Hot Since 82, Van Dijk vanta diverse pubblicazioni su etichette discografiche di fama mondiale.

Liam Palmer ed Elliot Schooling, artisti inglesi famosi per il loro progetto Appetite Party. Da un piccolo evento con 100 persone in un seminterrato a un festival di 7000. Solo un mese fa, il duo si è esibito nel leggendario DC-10 di Ibiza.

A completare la line-up ci sarà Jaden Thompson, che a soli 20 anni si è già affermato come resident nel leggendario club fabric di Londra. Devoto alla house music, ha già lanciato la sua etichetta discografica, Midnight Parade.

Ma il Community Sunday non è solo musica. L’evento offrirà anche cibo e bevande di qualità provenienti da raffinati locali della capitale, oltre a presentazioni artistiche e di design. Sarà un’occasione per immergersi completamente nell’universo di Mania e vivere un’esperienza a 360 gradi.

Ma la realtà continua ad espandersi, abbracciando nuovi orizzonti e integrando diversi aspetti nel suo progetto. Grazie alla partnership con l’Università LUISS e il Master in Music Entertainment, sono state tenute due lezioni per presentare il brand Mania, avviando una collaborazione.

Due ex studenti del corso hanno dimostrato come, grazie alla loro formazione, siano riusciti a dar vita a un progetto ambizioso come Mania. L’obiettivo di questa collaborazione è istituzionalizzare il mondo del clubbing e dell’organizzazione di eventi, mostrando nuove strade professionali per le prossime generazioni. Il successo di Mania nasce dalla passione di un gruppo di ragazzi capaci di trasformare il loro sogno in una realtà consolidata nella scena della musica elettronica.

Parkett ha voluto approfondire, ed ecco cosa ci hanno raccontato i ragazzi di Mania.

Mania ha origini profonde a Roma. Quando è nata l’idea del progetto? C’è stato un evento particolare che ha ispirato la sua creazione?

Il progetto Mania ha preso forma nelle nostre teste nel 2019, spinto da una passione crescente per la musica elettronica e il mondo delle feste. Già dal 2016, avevamo iniziato a frequentare numerosi club e festival, non solo a Roma, ma in tutta Italia e in diverse parti d’Europa. È stato proprio in quei contesti, tra grandi sound system e allestimenti mozzafiato, che ci siamo innamorati di questa scena.

Un punto cruciale del nostro percorso è stato il lavoro di pubbliche relazioni svolto da alcuni membri del team al leggendario Goa Club in via Libetta a Roma, un locale storico che purtroppo ha chiuso qualche anno fa. Lì abbiamo appreso i valori del mondo del clubbing e il dietro le quinte, comprendendo il punto di vista non solo del clubber, ma anche del promoter e degli operatori del settore.

Dopo circa due anni di esperienza al Goa e numerosi party in giro per l’Europa, ci siamo chiesti: “Perché non creiamo anche noi il nostro party?”. È stato quello il momento in cui tutto è iniziato.

Come avete costruito la vostra identità sia musicalmente che come brand? È stato un percorso graduale o un’idea ben definita fin dall’inizio?

Avevamo delle idee iniziali, ma crediamo che, sia come brand che musicalmente, tutto sia in continua evoluzione. Alla base del progetto c’è una profonda amicizia e una stima reciproca tra un gruppo di amici con background diversi, che si completano a vicenda. Questa diversità ha sempre portato a decisioni più lente, ma ponderate, garantendo una maggiore qualità. L’attenzione alla qualità e ai valori sani che abbiamo sempre voluto trasmettere sono sicuramente elementi che ci hanno contraddistinto fin dall’inizio.

È difficile sapere fin dall’inizio dove vuoi arrivare, o immaginare quale sarà il tuo sound tra cinque o dieci anni. Dal 2019 ad oggi molte cose sono cambiate, e con tutte le esperienze vissute, sia positive che negative, il team è sicuramente maturato. Anche musicalmente abbiamo attraversato diverse fasi. La nostra identità sonora però è strettamente legata ai nostri DJ resident e alle guest che invitiamo di volta in volta. Anche la scelta degli ospiti è evoluta. I nostri gusti musicali si sono affinati ascoltando sempre più musica, e così si è sviluppato anche il nostro sound.

Roma è la vostra città di origine. Qual è stata la vostra esperienza nel connettervi con la scena musicale locale? Il pubblico romano è stato subito ricettivo o ci sono stati momenti di sfida?

Uno dei motivi principali che ci ha spinto a fondare Mania è stato il crescente interesse verso la musica elettronica, soprattutto da parte delle nuove generazioni, inclusi diversi membri del nostro team e persone vicine a noi. Tuttavia, è stato un percorso impegnativo, poiché a Roma molte persone tendono a seguire le mode e frequentare locali più mainstream.

Nei primi anni di vita di un progetto come il nostro, è normale incontrare difficoltà. Per questo motivo è fondamentale partire da una cerchia di amici stretti e fidelizzati, utilizzando tutti gli strumenti di marketing e non solo, per attirare nuove persone, anche chi non è un fan del genere, ma su cui si può lavorare per convertirli in appassionati.

Conosciamo tantissime persone che si sono appassionate a questa scena grazie a noi, e hanno iniziato a frequentare locali e festival in giro per l’Europa, come facemmo noi prima di fondare Mania. Penso che questa sia una delle nostre più grandi soddisfazioni.

Ci vogliono anni per educare e far crescere una community coesa e fedele. Il Covid ha certamente rallentato questo processo, ma siamo stati bravi a mantenere costanza e credere sempre nel progetto, senza mai fermarci. I diversi tipi di eventi che abbiamo organizzato, oltre al clubbing, mirano proprio a far crescere e coltivare la nostra community, rendendola sempre più solida.

Community Sunday si distingue per la sua proposta. Quali pensate siano le caratteristiche che rendono questo evento unico rispetto ad altre esperienze nella scena della musica elettronica?

L’unicità di Community Sunday risiede innanzitutto nella location: la suggestiva Tenuta Tor De’ Sordi, un casale risalente al 1200, che dona un’atmosfera magica all’evento. Il nostro obiettivo è garantire un alto livello di qualità in ogni aspetto del festival, curando ogni minimo dettaglio affinché il pubblico possa vivere un’esperienza unica e coinvolgente.

Non si tratta solo di musica. Vogliamo dare voce a tutte le community creative più interessanti di Roma, dalla gastronomia all’arte, dalla moda al design, offrendo un’esperienza a 360 gradi. Tutto sempre con grande attenzione alla sostenibilità e all’ambiente.

Siamo anche orgogliosi di partire dalla nostra città, dando visibilità ai talenti romani, piuttosto che puntare esclusivamente su realtà internazionali. Il nostro obiettivo è celebrare l’arte in tutte le sue forme, mettendo in luce le eccellenze locali. Sebbene qualcosa di simile fosse già stato fatto, la nostra proposta innovativa ha subito conquistato il pubblico, segnando un momento importante per il brand e per il gruppo.

Quali sono i progetti a lungo termine per Mania? Avete in mente di espandervi verso nuovi mercati o esplorare format diversi?

Il nostro obiettivo è continuare a consolidarci a Roma, diventando un punto di riferimento stabile per la nightlife della città. Parallelamente, puntiamo a portare il nostro brand e i nostri format in altre città italiane, europee e, un giorno, anche mondiali. Vogliamo accrescere la community che abbiamo creato qui a Roma, collaborando con collettivi e club che condividono i nostri stessi valori, dove possiamo esprimerci al meglio, senza lasciare nulla al caso.

Siamo sempre aperti a esplorare nuovi format che vadano oltre il clubbing tradizionale o le big room. Il nostro approccio è quello di rimanere flessibili e attenti ai trend di mercato, seguendo l’evoluzione degli interessi sia dei nostri fan che degli addetti ai lavori del settore. In questo modo, possiamo continuare a innovare, mantenendo sempre viva l’attenzione del nostro pubblico e proponendo idee fresche e coinvolgenti.

Cosa significa per voi creare un evento di musica elettronica? Quali sono gli elementi imprescindibili per far vivere al pubblico un’esperienza indimenticabile?

Per noi, creare un evento di musica elettronica significa mettere in pratica tutto ciò che abbiamo appreso osservando i numerosi club e festival europei che abbiamo frequentato. Cerchiamo di portare ciò che ci ha colpito di più, ma il nostro punto di partenza è sempre immedesimarci nel pubblico. Pensiamo a cosa vorrebbe trovare un partecipante medio quando arriva a un nostro evento e a come garantire la qualità in ogni dettaglio.

A volte basta partire dalle cose più semplici senza inventarsi niente di assurdo: un sound system impeccabile, un servizio bar efficiente e un pubblico selezionato che ha voglia di divertirsi e si comporta in modo rispettoso. Riteniamo inoltre che la forte amicizia e l’amore per la musica che ci uniscono arrivino al pubblico, creando un grande clima in cui ognuno si sente libero di esprimersi.

Un altro elemento fondamentale è il sound dei nostri DJ resident – Francesco Maria, Andrea Saba e Alessandro Addi – che, insieme agli ospiti e agli artisti che invitiamo di volta in volta, contribuiscono a creare l’atmosfera unica dei nostri eventi.

Con Mania avete creato una vera e propria comunità. Quanto è importante per voi mantenere questo legame con il pubblico e come cercate di nutrirlo?

Direi che è fondamentale. Il nostro obiettivo principale è sempre stato quello di coltivare costantemente la community, perché senza il pubblico non saremmo nulla. Anche la serata perfetta, curata in ogni dettaglio, perde valore se manca il pubblico fedele. Questo legame lo manteniamo vivo attraverso la varietà di eventi che organizziamo.

Come dicevamo prima, non ci limitiamo a serate in club o big room, ma amiamo proporre brunch domenicali con musica, pre-party in negozi di abbigliamento o vinili. Creare momenti in cui la community possa rafforzarsi anche fuori dalla pista è essenziale.