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Pensi ad “Acid House” e subito senti il suono del TB-303 nella testa.

Il bass synth di Roland, nato dal genio di Tadao Kikumoto, fallì miseramente nel suo intento originario di replicare il suono di un vero basso, venendo stroncato dai puristi che cercavano un suono che non fosse così “elettronico” e vendendo poco più di 10.000 pezzi, finendo dismesso due anni dopo.

Trovò invece gran domanda nel second market, soprattutto tra la scena di dj e produttori di Chicago, i quali diedero nuova vita al TB-303 creando il suono unico, ipnotico e distorto che ha caratterizzato la acid house e la cultura club culture della Windy City negli ultimi 40 anni grazie a venue come il Music Box di Ron Hardy o il Power Plant di Frankie Knuckles.

Da gli USA al vecchio continente il passo è stato poi breve; presto il suono di chicagoans come Marshall Jefferson e i Phuture invase anche gli UK durante la “Second Summer of Love”, trovando terreno fertile nella controcultura inglese (e non solo) degli anni ’90. Si racconta che a Manchester, in quegli anni, i club acid house come il The Haçienda e il Thunderdome fossero gli unici posti in cui gli hooligans avversari potessero incontrarsi liberamente senza mettersi le mani addosso.

Viva Acid è un festival che dal 2021 porta in alto il suo messaggio omonimo e in occasione del quarantesimo anniversario ha voluto celebrare la legacy dell’acid house con un party di 4 giorni, lo scorso 3-6 Ottobre, proprio nella culla dove tutto ha avuto origine: Chicago, Illinois.

Con l’obiettivo di preservare ed espandere il valore culturale che ha avuto l’acid house per la scena rave degli ultimi 40 anni, Viva Acid ha creato un evento polifunzionale a tema: workshops dove affinare la tecnica del remixing e del “Create What You Hear”, panel con pionieri della scena come Gene Farris, DJ Hyperactive e Radio Slave, e la premiere del documentario indipendente “Children of Acid”, prodotto da Viva Acid in collaborazione con Baffe Productions, che racconta l’impatto dell’Acid nella cultura di massa dalla metà degli anni ’80 ad oggi.


Ovviamente non può mancare una line-up stellare a incorniciare l’evento, con Radio Slave, Flores Negras, Lauren Flax b2b DJ Slugo, Steve Noah, Microdot e Glenn Underground tra i mostri sacri che si alterneranno nella cabina del Podlasie Club di Belton Gardens.

Questa celebrazione dell’acid house è il coronamento della sua inosservata importanza per l’intero genere dance, influenzando gran parte dei sottogeneri della musica elettronica, ed è un bene vedere come essa sia ancora viva e vegeta, con solide basi underground e un futuro brillante grazie a numerosi talenti e a una costante fame da parte dei clubbers per essa.

Grazie a Viva Acid 2024 per averci ricordato che nonostante siano passati 40 anni, l’Acid non morirà mai.