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Skee Mask torna con il suo quarto album di inediti del periodo 2016-2022. Dopo “A”, “B” e “C”, l’artista tedesco ci regala un altro inaspettato album dal titolo tanto minimale quanto criptico: “D”.

Skee Mask, celebre dj e producer di Monaco di Baviera, ha da poco pubblicato una serie di tracce inedite prodotte tra il 2016 e il 2022 racchiuse all’interno di un album dal titolo criptico: “D“. Si tratta in realtà del quarta raccolta di inediti di una serie di album, analogamente enigmatici, iniziata nel marzo 2022 con “A“, seguita da “B” nel dicembre 2022 e “C” nel gennaio 2024.

Il 2024 sembra essere un anno particolarmente prolifico e creativo per Skee Mask. Oltre ai due album di inediti, ha pubblicato nel corso dei mesi anche due album – “ISS010” e “Resort” – per Ilian Tape, l’etichetta di Monaco di cui è già da anni la punta di diamante.

Il nuovo album

“D” è un album emblematico dello stile di Skee Mask, il quale ha fatto dell’unione tra ambient etereo e beat oscuri il proprio tratto distintivo. L’album, infatti, è una costante alternanza di tracce ambient e poliritmiche che spaziano dal breakbeat all’IDM. Un’influenza figlia degli anni ’90 e di artisti quali Aphex Twin, µ-Ziq e Autechre.

L’album viene introdotto da “MDP1“, dalle sonorità rarefatte che ricorda le atmosfere nebulose e cupe di “Cerroverb” e “Calimance (Delay Mix)” dell’album “Compro” del 2018. La traccia successiva, “Driveway 301“, introduce l’ascoltatore al lato beat dell’anima di Skee Mask tramite suoni scomposti tenuti insieme da una melodia ricorrente. Lo stesso principio si ripete per le due tracce successive, “Scott” e “EZ Ryder“. Il ritmo invece torna a calare in “GGs Interlude“, senza cristallizzarsi nuovamente entro i confini dell’ambient. Il respiro rallenta mentre la mente si espande cullata dai bassi dub tanto di “GGs Interlude” quanto della successiva “Spacejamz” che si fondono, in entrambe, con melodie dal sound atavico e pregno di mistero.

L’energia riappare e il suono torna alla precedente frenesia con “Sonic” e “Sonic (Version)” che ci trasportano, attraverso una svolta footwork e jungle, in un’atmosfera industrial. Luci a neon soffuse illuminano fiocamente le oscurità di un club underground.

L’album si chiude con tre tracce che racchiudono l’essenza di Skee Mask. “Culpae“, della durata di 8 minuti circa, è un ritorno ad un ambient dai toni drone e cluster melodici in un crescendo di suoni che ci guidano in uno stato meditativo. Una tranquillità piacevolmente interrotta, tuttavia, da “State” che con il suo sound electro e i suoi bassi in sidechain ci riporta nelle atmosfere club. L’epilogo è rappresentato da “1414 Dub“. Come suggerisce il titolo, questa utilizza sonorità in levare tipiche della diaspora giamaicana in U.K., strizzando anche l’occhio alla early dubstep.

L’intero album si può già ascoltare su Bandcamp.