Nei suoi nove anni di vita, 180gr ha saputo portare la musica elettronica (ed house) nel cuore del tessuto urbano: i mercati rionali. N-Zino ci racconta passato, presente e futuro di questo suo progetto.
Nei tempi moderni, ormai è più facile vedere un DJ che suona piuttosto che un semplice stereo con un CD. Praticamente ogni locale, che sia un ristorante, un bar o un’enoteca organizza dei DJ set per accompagnare la propria attività o per convincere i clienti a rimanere anche dopo aver consumato. Lasciando perdere le implicazioni che ne seguono, molto preoccupanti, vogliamo farvi una domanda: avete mai visto un DJ in un mercato? Se la risposta è no, allora vuol dire che non avete mai incontrato il format 180gr. Ve ne parlammo qui nel nostro spazio, già qualche anno fa (era il 2016).
Da allora, N-Zino, al secolo Enzo Iannece, ne ha fatta di strada. All’epoca vi abbiamo dato una flash news per invitarvi ad aguzzare gli occhi (e le orecchie) e provare quest’originale esperimento. Infatti, N-Zino ed il suo format hanno fatto un sacco di strada, promuovendo anche collaborazioni con artisti di rilievo, tra cui il compianto istrione Claudio Coccoluto. Per questo motivo, noi di Parkett abbiamo deciso di scendere più in profondità e invitare Iannece a raccontarci di sé e dei suoi inizi, così come della nascita di 180gr.
Enzo, infatti, è una colonna portante del clubbing salernitano, in pista da più di trent’anni. Data la magnitudo della sua musica e delle sue idee, lo abbiamo invitato a fare due chiacchiere qui con noi, dopo quasi dieci anni dalla prima volta.
Ciao Enzo, benvenuto su Parkett! Come stai?
Ciao ragazzi, bene grazie… del resto se ci ritroviamo nuovamente dopo quasi un decennio dalla mia prima intervista per Parkett significa che tutto fila liscio per entrambi!
Partiamo dalle tue origini. Raccontaci quando sono avvenuti i tuoi primi passi con la musica house e l’avvicinamento al vinile. Quali sono i tuoi primi ricordi?
I miei primi passi coincidono con l’approccio al vinile. Negli anni ‘80 non poteva essere diversamente. Avevo 10 anni e sotto casa mia c’era un negozio di dischi… appena racimolavo un po’ di spiccioli correvo a comprare un 45 giri al prezzo di 2.500 Lire. Di solito erano brani che ascoltavo da programmi televisivi come Discoring. Ho dovuto aspettare la fine degli anni ‘80 per capire che fosse la House il genere musicale della mia vita, precisamente quando ho ascoltato per la prima volta “French Kiss” di Lil Louis.
Tu sei una delle colonne portanti del clubbing salernitano. Com’era la scena a Salerno prima che iniziassi a suonare e cosa noti sia cambiato maggiormente da quando hai iniziato ad oggi? Ci sono figure del tempo che ti hanno ispirato?
La scena salernitana era bellissima, molto attiva. In pochissimi km trovavi decine di discoteche. Il sabato notte c’erano oltre 15 mila ragazzi in giro in meno di 2 km di litorale. Poi è cambiato improvvisamente tutto, a Salerno forse più velocemente che nel resto d’Italia, in quanto l’amministrazione cittadina si è accanita particolarmente sui club facendoli scomparire tutti prima che altrove.
Oggi esistono quasi solo festival, dove il DJ è considerato alla stregua di una popstar. Lo vedi suonare su palchi giganteschi mentre le persone ballano nel migliore dei casi a 10/15 metri di distanza, rigorosamente oltre le transenne. Io invece sono cresciuto in club molto intimi dove il dancefloor e la console erano una sola cosa. Potevi ballare a pochi centimetri da artisti del calibro di Claudio Coccoluto, mia fonte di ispirazione giovanile, toccarlo e parlargli mentre suonava. Tutta un’altra energia per i clubbers ma ancora di più per i DJ.
Da quel momento in poi hai iniziato ad arricchire il tuo archivio musicale… e qual è stato il momento della svolta, ovvero quello che ti ha fatto avvicinare alla console?
Non parlerei di una vera e propria svolta, ma di un lento percorso, cominciato dalla radio del quartiere che frequentavo quando ho cambiato casa a 16 anni. La notte ci andavo con il tecnico che mi ero fatto amico per provare i mixaggi senza essere scoperto dal direttore. Li ho messo le mani per la prima volta su una coppia di giradischi Technics 1200; è stato amore a prima vista, il mio primo grande amore. Poi fu tutto un divenire, ma non vorrei annoiarvi con la solita pippa della gavetta, che negli anni ‘80 fidatevi era tostissima, molto più di oggi.
Più che altro parlerei dell’Iroko, nel centro storico di Salerno, uno dei club più belli della mia vita dove sono stato DJ-resident per diversi anni. Di lì sono passati tutti i DJ più importanti della scena underground europea, praticamente era una succursale del Panorama Bar di Berlino. Quello è stato il posto che ha segnato la mia svolta, soprattutto in termini di background e di determinazione, erano i primi anni 2000. Dopo ci sono stati 10 anni bellissimi all’Ambra Night di San Teodoro, dove ho ricoperto anche il ruolo di direttore artistico. Un’esperienza bellissima, molto importante, dove ho imparato ad analizzare un party non solo dalla console, cosa fondamentale per un DJ a mio parere.
Parliamo di 180gr, un format originale che ha avvicinato la musica da ballo in un contesto inedito: i mercati rionali. Da dov’è partita l’idea e soprattutto che ricordi hai della prima volta di 180gr? Qual è stata la reazione delle persone che ti è rimasta più impressa di quella prima volta?
Molto semplice: siete mai stati in un mercato rionale? Immagino di sì, come credo siate stati ancora più di frequente in un centro commerciale. Fateci caso, le differenze tra i due luoghi sono praticamente sovrapponibili a quelle tra la musica analogica e digitale. Vinili e mercati rionali trasmettono calore, profumi, sentimento, per entrambi l’unità di misura è il peso.
Per i centri commerciali e la musica digitale vale lo stesso, in entrambi i casi non conta la fisicità, tutto è omologato e asettico. Da questo pensiero di mezza estate 2015 è partita l’idea di unire il club ai mercati rionali, mondi apparentemente molto lontani ma uniti dallo stesso romanticismo. Devo dire che già durante le registrazioni della prima tappa ho avuto la sensazione che la cosa potesse lasciare un piccolo segno in rete.
Addirittura fui contattato dalla Redazione di Canale 5 per partecipare alla trasmissione di Barbara D’Urso, ovviamente declinai assolutamente l’invito. Durante quella prima session sono successe cose bellissime, diventate virali in pochi giorni. Vecchietti che ballavano e DJ che mangiavano banane tra un disco e l’altro. Una magia che solo respirandola dal vivo puoi afferrare.
180gr compie 9 anni (congratulazioni!) e ha visto protagonisti non solo mercati rionali e “humans” ma anche grandi artisti. Non possiamo dimenticare il compianto Claudio Coccoluto che nel 2017 ha suonato al mercato Esquilino di Roma oppure i Soul Clap al mercato di Fuorigrotta e molti altri. Cosa ha significato per te ospitare e proporre questo format a tali artisti? E quali sono state le loro reazioni e/o feedback?
Claudio Coccoluto e i Soul Clap sono artisti che porto nel cuore in modo particolare. Entrambi sono motivo di orgoglio per 180gr. Claudio è stato il DJ che più di tutti mi ha ispirato, per quello che produceva, ciò che suonava, per lo stile unico in console, e vederlo accettare l’invito al Mercato Esquilino ha significato moltissimo per me, oltre che per 180gr. Inoltre per il suo set al Mercato fu bersaglio di alcuni haters e critici musicali ai quali rispose in modo acceso, provando a spiegare che dietro 180gr c’era molto di più. Quelli erano mesi travolgenti per me e ho un fortissimo senso di rimpianto per non aver dato il giusto peso all’attaccamento disinteressato di Claudio per il mio progetto. Avrei voluto ringraziarlo come avrebbe meritato per quel senso di appartenenza, ma non l’ho mai fatto e questo rimpianto me lo porto sempre dentro.
Poi ci sono i Soul Clap che hanno voluto assolutamente partecipare a 180gr. Hanno dormito solo un paio d’ore dopo un party a Napoli per raggiungere il Mercato di Fuorigrotta, rischiando di perdere l’aereo per Chicago pur di essere nostri ospiti. Anche loro sono stati dei grandi sostenitori del progetto, dedicando a 180gr diversi articoli all’interno delle loro rubriche.
Tu e 180gr siete validi e solidi esponenti della musica suonata coi vinili. Qual è, se c’è, il tuo rapporto con la musica in digitale? E cosa ne pensi del contesto musicale digitale che viviamo quotidianamente?
Grazie mille per questa domanda, mi da la possibilità di chiarire una cosa molto importante: non credo assolutamente che chi suona in vinile sia a prescindere più bravo o più figo di chi invece ha deciso di suonare in digitale. Il giudice indiscusso che stabilisce le doti di un DJ resta sempre il dancefloor, al quale interessa poco se la musica che propone un’artista parte da un supporto analogico o meno. Certo suonare in digitale è oggettivamente più semplice ed economico. Inoltre l’MP3 offre la possibilità di editare un brano a proprio piacimento, oltre che utilizzare loop, sync eccetera.
Non nascondo che anche io in passato ho provato a suonare con Serato e Traktor e devo dire che quasi quasi mi era passata la voglia di fare il DJ. Quando dovevo scegliere un disco avevo la sensazione di trovarmi al cospetto di un elenco interminabile di titoli e artisti che ad un certo punto sembravano tutti uguali. A volte mi capitava di suonare per sbaglio una traccia anche due volte all’interno dello stesso set. Ma questa è solo la mia esperienza e punto di vista.
Il vinile per me ha tutto un altro fascino, oltre ad essere un segnalibro dei ricordi. Inoltre per me fare il DJ significa correre il rischio costante che la puntina possa saltare, significa lottare con il pitch per rincorrere i BPM di un brano, ingegnarsi con i gain per evitare risonanze e compensare decibel. In poche parole suonare solo con i vinili è un vero e proprio mestiere.
Dove può arrivare 180gr? Hai in mente una programmazione o nuove date per le prossime sessioni?
180gr vuole solo che la propria fanbase apprezzi l’autenticità e genuinità del progetto. Andiamo avanti da anni senza compromessi e senza interessi economici e questo la gente lo percepisce. Non diventeremo mai grandi come è successo per esempio per Boiler Room, non è quello che vogliamo. Ci rivolgiamo ad una nicchia di ascoltatori ben precisa e ci interessa solo quella, siamo radicali, siamo “Fedeli al Vinile”. In questo momento sto lavorando su alcune tappe natalizie, ma non è facile mettere insieme amministrazioni, artisti ed operatori dei mercati; si naviga a vista ma non molliamo.
Hai qualche progetto al di fuori di 180gr che vuoi o puoi anticiparci in esclusiva?
Da quando siamo ripartiti ho tanta voglia di dare nuova linfa al progetto, pertanto mi sto concentrando esclusivamente su 180gr. Questa volta però non mi fermerò solo ai mercati rionali. In anteprima vi comunico che a breve uscirà la prima Release di 180gr RECORDS. Sarà un mio EP rigorosamente “180gr – Vinyl Only” con un remix di un artista molto importante, un DJ tra i miei preferiti di tutti i tempi. Mi aspetto tanto da questa nuova avventura, mi esporrò moltissimo e vorrei che la label diventasse un riferimento per gli amanti dell’House Music, un HUB per gli artisti che fino ad oggi hanno condiviso e supportato la filosofia e il romanticismo di 180gr. Infine spero un giorno di creare un piccolo basement, un luogo intimo per party in condivisione, perchè come diceva il grande Claudio Coccoluto, “In un party il DJ vale quanto l’ultima persona in fondo alla sala, tutti protagonisti del party che stiamo vivendo”.
Grazie mille per essere stato con noi oggi e a presto!
Grazie a voi!
Intervista a cura di Dante Silvio Santodirocco e Lorenzo Giudice
ENGLISH VERSION
During these last nine years, 180gr brought the music (electronic and house) in the heart the cities: local food markets. N-Zino shares with us past, present and future of this project.
In modern times, it’s easier to see a DJ playing than just a stereo with a CD. Practically every venue, whether it is a restaurant, a bar or a wine bar, organizes DJ sets to accompany their business or to convince customers to stay even after consumption. Leaving aside the very worrying implications that follow, we want to ask you a question: have you ever seen a DJ in a market? If the answer is no, then it means that you have never encountered the 180gr format. We told you about it here in our space, already a few years ago (it was 2016).
Since then, N-Zino, born Enzo Iannece, has come a long way. At the time we gave you a flash news to invite you to sharpen your eyes (and ears) and try this original experiment, promoting collaborations with important artists like our beloved Claudio Coccoluto. With that being said, we have decide to deep dive on this topic inviting the founder to share with us his start and the idea behind 180gr.
Enzo is a pillar of Salerno’s club movement, on the track for more than thirty years! Given the magnitude of his music and his ideas, we invited him to have a chat here with us, almost ten years after the first time.
Ladies and gentlemen, listeners, here for you: N-Zino and his creature, 180gr.
Ciao Enzo, welcome to Parkett! How are you doing?
Hi guys, well thank you… after all, if we meet again after almost a decade from my first interview for Parkett it means that everything goes smoothly for both of us, right?
Let’s start from your origins. Tell us a little about (and when) your first steps with house music and the approach to vinyl took place. What are your earliest memories?
My first steps coincide with the approach to vinyl. In the 80s it could not have been otherwise. I was 10 years old and there was a record store under my house… as soon as I scraped together some change I ran to buy a 45 rpm at the price of 2500 lire (the old italian currency) . They were usually songs that I listened to from television programs like Discoring. I had to wait until the end of the 80s to understand that House was the musical genre of my life, precisely when I listened to Lil Louis‘ “French Kiss” for the first time.
You are one of the pillars of Salerno clubbing. What was the scene like in Salerno before you started playing and what do you notice has changed the most from when you started to today? Are there any figures of the time that inspired you?
The Salerno scene was beautiful, very active. In a few kilometers you could find dozens of discos. On Saturday night there were over 15 thousand young people around in less than 2 km of coastline. Then everything suddenly changed, in Salerno perhaps faster than in the rest of Italy as the city administration was particularly furious towards the clubs making them all disappear earlier than elsewhere.
Today there are almost only festivals, where the DJ is considered like a pop star. You see him playing on gigantic stages while people dance at best 10/15 meters away, strictly beyond the barriers. I, on the other hand, grew up in very intimate clubs where the dancefloor and the console were one and the same. You could dance a few centimeters from artists of the caliber of Claudio Coccoluto, my source of youthful inspiration, touch him and talk to him while he played. A whole different energy for clubbers but even more so for DJs.
From that moment on your music archive started to grow… What was the turning point, or the one that brought you closer to the console?
I wouldn’t speak of a real turning point, but of a slow journey, which began with the radio of the neighborhood I frequented when I moved house at 16. At night I went there with the engineer I had made friends to try the mixes without being discovered by the director. I got my hands on a pair of Technics 1200 turntables for the first time… It was love at first sight, my first great love. Then it was all a becoming, but I don’t want to bore you with the usual path of the apprenticeship, which in the 80s trust me was very tough, much more than today.
More than anything else I would talk about Iroko, in the historic center of Salerno, one of the most beautiful clubs of my life where I have been a resident DJ for several years. All the most important DJs of the European underground scene have passed through there, it was practically a branch of the Panorama Bar in Berlin. That was the place that marked my turning point, especially in terms of background and determination, it was the early 2000s. After that, there were 10 wonderful years at the Ambra Night in San Teodoro, where I also held the role of artistic director. A beautiful, very important experience, where I learned to analyze a party not only from the console … which is fundamental for a DJ in my opinion.
Let’s talk about 180gr, an innovative format that has brought dance music closer to a new context: the local food markets. Where did the idea come from and above all what memories do you have of the first time of 180gr? What was the reaction of the people that impressed you most from that first time?
Very simple: have you ever been to a local market? I guess so… as I think you have been even more frequently in a shopping mall… Pay attention, the differences between the two places are practically overlapping with those between analog and digital music. Vinyls and local markets convey warmth, scents, feeling, for both the unit of measurement is weight.
The same applies to shopping malls and digital music, in both cases physicality does not matter, everything is homologated and aseptic. From this midsummer 2015 thought came the idea of uniting the club with the local markets, apparently very distant worlds but united by the same romanticism. I must say that already during the recordings of the first stage I had the feeling that it could leave a small mark on the net.
I was even contacted by the editorial staff of Canale 5 to participate in Barbara D’Urso’s broadcast, obviously I absolutely declined the invitation. During that first session, beautiful things happened, which went viral in a few days… old men dancing and DJs eating bananas between records. A magic that only by breathing it live can you grasp.
180gr turns 9 years old (congratulations!) and has seen protagonists not only local markets and “humans” but also great artists. We cannot forget our beloved Claudio Coccoluto who in 2017 played at the Esquilino market in Rome or the Soul Clap at the Fuorigrotta market and many others. What did it mean for you to host and propose this format to these artists? And what were their reactions and/or feedback?
Claudio Coccoluto and Soul Clap are artists that I carry in my heart in a particular way. Both are a source of pride for 180gr. Claudio was the DJ who inspired me the most, for what he produced, what he played, for his unique style in the console, so seeing him accept the invitation to the Mercato Esquilino meant a lot to me as well as for 180gr. In addition, for his set at the Market he was the target of some haters and music critics to whom he responded in a heated way, trying to explain that behind 180gr there was much more. Those were overwhelming months for me so I have a very strong sense of regret for not having given the right weight to Claudio’s disinterested attachment to my project. I would have liked to thank him as he deserved for that sense of belonging but I never did and I always carry this regret inside me.
Then there are Soul Clap, who absolutely wanted to participate in 180gr to the point of sleeping only a couple of hours after a party in Naples to reach the Fuorigrotta Market early in the morning, risking missing the plane to Chicago just to be our guests. They too have been great supporters of the project, dedicating several articles to 180gr within their columns.
You (and 180gr) are valid and solid exponents of music played with vinyls. What, if any, is your relationship with digital music? And what do you think of the digital music context we live in every day?
Thank you very much for this question as it gives me the opportunity to clarify a very important thing: I absolutely do not believe that those who play on vinyl are regardless better or cooler than those who have decided to play digitally. The undisputed judge who establishes the skills of a DJ is always the dancefloor, which cares little whether the music proposed by an artist starts from an analog medium or not. Of course, playing digitally is objectively simpler and cheaper. In addition, MP3 offers the possibility to edit a bravo to your liking, as well as use loops, syncs etc.
I will tell you that I have also tried to play with Serato and Traktor in the past and I must say that I almost lost the desire to be a DJ. When I had to choose an album I had the feeling of being in front of an endless list of titles and artists that at some point all seemed the same. Sometimes I accidentally played a track even twice within the same set. But this is only my experience and my point of view.
Vinyl for me has a completely different charm, as well as being a bookmark of memories. Furthermore, for me, being a DJ means running the constant risk that the needle can jump, it means struggling with the pitch to chase the BPM of a song, ingenious with gains to avoid resonances and compensate for decibels. In a nutshell, playing only with vinyl is a real job.
Where do you see 180gr in the future? Do you have a schedule or new dates in mind for the next sessions?
180gr just wants its fanbase to appreciate the authenticity and genuineness of the project. We have been going on for years without compromises and without economic interests and people perceive this. We will never become big as happened for example for Boiler Room, it is not what we want, because we address a very specific niche of listeners and we are only interested in that, we are radicals, we are “Faithful to Vinyl”. Right now I am working on some Christmas Stages but it is not easy to bring together Administrations, Artists and Market Operators, we navigate by sight but we do not give up.
Do you have any projects outside of 180gr that you want or can you share with us?
Since we started again I really want to give new life to the project so I am focusing exclusively on 180gr. This time, however, I will not stop only at the Local Markets. In preview I inform you that the first Release of 180gr RECORDS will be released soon. It will be my EP strictly “180gr – Vinyl Only” with a Remix by a very important artist, he is one of my favorite DJs of all time. I expect a lot from this new adventure, I will expose myself a lot and I would like the Label to become a reference for House Music lovers, a HUB for artists who have shared and supported the philosophy and romanticism of 180gr until now. Finally, I hope one day to create a small basement, an intimate place for shared parties, because as the great Claudio Coccoluto said, “In a party the DJ is as good as the last person at the back of the room, all protagonists of the party we are experiencing”.
Thank you so much for being with us today and see you soon!
Thank you!
This interview has seen the joint contribution by Dante Silvio Santodirocco and Lorenzo Giudice